giovedì 11 agosto 2016

Quest'atomo opaco del male

Il cartello, ingiallito dal tempo e dalle numerose manate involontarie, perchè appeso sul portoncino di ingresso proprio in prossimità della maniglia e della sua traiettoria di piegatura, vietava l'ingresso nello stabile ai questuanti, ai venditori porta a porta e agli indagatori dell'incubo. Quest'ultima era un'aggiunta personale e a penna biro, di Emanuello Mancuso, un tempo insegnante di matematica delle medie e ora pensionato e lettore di quotidiani a sbafo al bar, che viveva sullo stesso pianerottolo con un gruppo di studenti del politecnico che il giovedì sera giocavano a D&D con gli amici.
"Quelli fumano canne!! Ci portano la droga nel palazzo, altro che Dylan Dog!"  si lamentava nelle assemblee con gli altri condomini, cercando alleati per far intervenire l'amministratore, e mal interpretando il D&D con alcuni ricordi sbiaditi dei suoi studenti delle medie negli anni '90.
La sua crociata personale, messa all'ordine del giorno accanto all'acquisto di un nuovo zerbino di cocco per l'androne, veniva puntualmente diluita dall'intervento, caparbio e pervicace, di una vedova e carampana doc del primo piano, che faceva la perpetua nella parrocchia di quartiere, e che riproponeva ogni volta l'aggiunta di un secondo cartello affisso sul portoncino: "Ai Testimoni di Geova: non siamo interessati ai vostri discorsi, NON SUONATE, grazie!" [ed esibiva preventivo di cartello in bachelite del costo di 13€]

"Eh, sì, adesso trasformiamo il portoncino di ingresso in una bacheca di annunci!" si lamentava Cianciulli del terzo piano, al quale avevano repentinamente strappato il cartello SMARRITO! quando aveva perso il gatto e ancora non gli era andata giù [il gatto, era stato ritrovato nel cortile, miagolante e leggermente ammaccato].
"Se è così scriviamoci anche qualcosa contro quelli che hanno i cani che abbaiano di notte" interveniva Sergio Battaglini, operaio Fiat del terzo turno, con chiari riferimenti al chihuahua sbrandellacoglioni della carampana devota.
"E quelli che sono in ritardo con le rate dell'amministratore" intorbidiva le acque Santarelli, che era notoriamente sempre l'ultimo a pagarle.

A dirla tutta, qualcosa di irregolare, il signor Emanuello Mancuso l'aveva effettivamente annusata, anche se non si trattava di cannabis o salvia divinorum. Il dungeon c'era, ma non il dragons, nelle serate degli adulti che si spacciavano per studenti fuori corso del politecnico di un paio di eoni, per non dover dare spiegazioni - sensate ma vi assicuro di difficile comprensione ai più. E c'erano anche gli incubi, indicibili e lovecraftiani, marini e di un altro mondo, al netto di Groucho e dell'ispettore Block.
L'appartamento monolocale, preso in affitto per quattro soldi per giocare tranquilli, era complicato da spiegare a quelli che loro definivano "babbani", per tirare dentro nel calderone anche Harry Potter.

Le stelle cadenti della notte di San Lorenzo del consueto 10 agosto, rievocavano in loro racconti proibiti di Lovecraft e progenie aliene tentacolate di altri mondi, e film horror nei quali qualcosa che sembrava un comune piccolo innocuo meteorite [ma alla fine non era MAI un comune piccolo innocuo meteorite], si schiantava sulla Terra. Nel film c'erano sempre due ragazzi che pomiciavano in macchina, lui un po' imbranato, lei molto più sveglia: "Ti piacciono le mie tette? Puoi giocarci un po' se vuoi".
Poi, proprio durante la strizzatura, vedevano qualcosa attraversare il cielo sopra la loro macchina [decappottabile] e sopra le loro teste, e schiantarsi lì vicino, molto vicino, appena dietro gli alberi.
"Che dici, andiamo a vedere?".
 Nella migliore delle molte varianti hollywoodiane venivano divorati in piedi.
Gli adoratori dei frammenti di altri pianeti, che ravanavano nelle scollature tracciando invece croci rovesciate sul cuore fra i seni, con l'alibi delle stelle cadenti romantiche e dei palpeggiamenti ai piani alti, erano cultisti travestiti da allupati.
Restava solo da capire con quale copia de Le Case della Follia noi finti studenti bugiardi avremmo giocato e combattuto il male.
Red, che aveva messo la firma per l'appartamento, mediò salomonicamente: "Io metto carte e cartoncini, e Viking le miniature, con quello che ha impiegato a dipingerle".
Viking annuì, ricordando serate curve col pennello sotto la lampada, e realizzando, con immediato pallore del volto, che Zombicide Black Plague ancora lo aspettava.

Lo scenario: "UNA QUESTIONE DI FIDUCIA" espansione de "IL RICHIAMO DELLA FORESTA".
Birra: DUIeMES con zafferano e pepe nero
Di sottofondo sull'ipad: Cthulhu - A Cryo Chamber Collaboration -
https://www.youtube.com/watch?v=ppiGTLqfaWc
La notte del 10 agosto quindi cadeva a pezzi, sotto gli occhi di tutti. I torinesi, inguaribili romantici e adoratori dei sogni fra superenalotto e pecorine con letterine, fissavano il cielo ed esprimevano desideri lubrici a Nyarlathotep.
Io prendevo il vecchio. Debole, una carcassa con microcalcificazioni ossee e osteoporosi, ma con alti valori di sanità mentale. L'alzheimer, scambiato per sangue freddo, mi avrebbe fatto superare ogni prova terrore: il male mi si sarebbe materializzato davanti e io non me ne sarei accorto.
Viking prendeva un pistolero armato doppio, perchè nel party ci va. Redbairon una nota baldracca.
Non c'erano altri obiettivi che salvare la pelle da quelli che invece volevano strapparcela dalle ossa muscoli compresi, arrivare quindi vivi al mattino successivo, non solo il più papabile ma anche il più realistico degli obiettivi possibili, in un contesto di incubi e mostri darwiniani.
Nel risolvere vivi l'ultimo turno avremmo anche risolto il mistero delle nostre vere identità.
"Sparpagliamoci" suggerì Redbairon, che casualmente aveva compiuto gli anni, 42, il giorno prima, e si era beccato da noi soci Babele, l'ultima espansione che gli mancava di 7 Wonders.
"Perchè dovremmo sparpagliarci?" chiese Viking che aveva compiuto gli anni un mese prima e si era beccato Discoveries da noi soci e ancora non l'avevamo provato.
"Dobbiamo equipaggiare il più possibile prima della notte" giustificò il tritamanuali "E poi i mostri muovono verso gli investigatori, almeno li separiamo ed evitiamo una massa di roba ingestibile"
"Dopo Le Case ci facciamo Dead of Winter" proposi io, che l'avevo portato nella borsa ikea, che fosse pure una notte horror.

Ci sparpagliammo.
Come da buon copione di film horror.
I personaggi puntualmente si separano e puntualmente vengono fatti a pezzi uno alla volta.
Proposi di farmi una doccia, per completare lo stereotipo.
E i mostri arrivarono a frotte annunciati da cultisti fanatici e carte disgrazia.

Ci separammo io da una parte e loro due dall'altra, che un laghetto in mezzo alla mappa, invalicabile, e foriero di mostruosità gibboniche, rendeva comunque impossibile qualsiasi supporto in extremis.
"Resisti Dado" mi disse Red "Ci vediamo all'uscita"

I mostri arrivarono, dicevo.
Io mi nascosi in un baule. Inutile fare l'eroe a una certa età e con la gamba gigia.
Per un po' li ingannai.
Ma alla fine mi fiutarono e mi trovarono e mi strapparono via il catetere dall'uccello, una lunga canula di plastica che si portò via sangue e un pezzetto di carne.
Fu un brutto modo per morire, molto peggio che l'ospizio che il mio personaggio aveva rifiutato categoricamente.
Redbairon, mai stato comunque una brava persona, tradì l'amico di sempre. Per sopravvivere, disse lui, "...perchè questo alla fine è uno scenario cooperativo più o meno".
I mostri si accanirono su Viking, barricato nel fienile, presero a unghiate la porta staccandone schegge di legno finchè non l'abbatterono e gli furono addosso.
Il Vichingo divenne grossomodo una tartare di carne tritata o qualcosa di ancor più sminuzzato fine.
I mostri sembrarono gradire molto, anche senza il pizzico di sale e un filo d'olio evo.
Redbairon fuggì inseguito da un codazzo di mostri atroci.
E raggiunse e sopravvisse all'ultimo turno, perdendo però completamente il senno, con la sanità mentale in negativo.
Alle prime luci dell'11 agosto, che il cielo di San Lorenzo non perdeva più brandelli, i mostri si ritirarono, tornando nelle loro tane.
E Red fu pazzo e vivo. 
.......................
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh, d'un pianto di stelle lo innondi
quest'atomo opaco del Male

10 Agosto - Giovanni Pascoli

5 commenti:

  1. Sto gioco continua ad essere fra i miei preferiti e devo dire che lo scenario collaborativo funziona molto bene.

    a questo punto non vedo l'ora di vedere come sarà la nuova versione di LE CASE DELLA FOLLIA 2 con l'app che rende tutti gli scenari collaborativi........un acquisto sicuro per me.


    viking

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  2. Con la morte per estrazione del catetere hai superato definitivamente la mia pur fervida immaginazione. Secondo me devi scrivere un libro (e non scherzo).

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    1. SOno assolutamente d'accordo. Devi scrivere un libro!

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    2. SOno assolutamente d'accordo. Devi scrivere un libro!

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  3. Bellissimo sto pezzo André!
    Scrivi da fare invidia... E daje escilo sto libro non te la tirare!! :-)

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