martedì 27 ottobre 2015

Capitolo 4 : Il Codice Pozzi

Continua da Capitolo 3

...e succede che siamo da me fra le 22.00 e le 23.00 a massacrare il giovedì con un paio di scatole german 2-4 giocatori x 120 minuti, che Redbairon si tira su il trolley sulle ginocchia.
Il suo trolley nero, con le rotelle e la maniglia telescopica color acciaio, il trolley h24 che lui chiama La valigia delle maschere e io e Viking: La valigia degli incubi di Red.
Solleva il coperchio, infila le mani e fruga fra le maschere gommose e gli applic in lattice, fra gengive irte di denti storti e protuberanze in silicone.
Io e Vik non cacciamo un fiato: quando Red, il multiplo-Red, fa così, significa una cosa sola.
Si spalma sulla faccia una maschera da coniglio sociopatico.
"Ho un indizio su nostro padre" ci annuncia arricciando il naso leporino
Il Groppi. Stefano Groppi. Nostro padre.
"Seguite il Bianconiglio"

"Quando il gamer indica il tabellone, il babbano guarda il meeple" - Andrea Dado 
Bretagne è una mappa, sapientemente criptata.
Il Groppi non poteva lasciarla in chiaro: i Livornesi l'avrebbero intercettata e distrutta (e magari anche rintracciato il suo nascondiglio), e così l'ha nascosta in un board games.
Il primo dubbio ci arriva leggendo un'intevista all'autore, Marco Pozzi, che racconta di essere un vero e proprio montagnino, uno che il mare quasi non l'ha mai visto se non col binocolo. Che però una mattina, pensa com'è strana la vita, si sveglia e invece di pensare a stelle alpine, ciaspole e sacco a pelo tecnico in rifugio, decide di inventarsi un gioco ambientato fra mare, porti e tempeste. Tutto normale, no? E poi c'è Placentia Games, c'è Mario Sacchi che scrive complicati anagrammi su facebook ("Bretagni è la mappa per trovare Groppe"), e naturalmente tutto il simbolismo legato ai fari. Ma ne aggiungo altre due clamorose: c'è una carta promo di Florenza the Card Game, in Bretagna, e poi a proposito dei fari: in Ark & Noa, il primo gioco di Groppi, bisogna costruire l'arca di Noè.
Capito? Arca -> diluvio -> mare -> fari.
Ci sono persone che fotografano le strisce di condensazione degli aerei per molto meno.
Ma se ancora non vi basta, c'è il manuale di Bretagne, e un vecchio e dimenticato articolo del Dado Critico....
Bretagne
Tedesco di una cattiveria agghiacciante per 2-4 giocatori, della durata di 120 minuti senza Viking al tavolo, ambientato sulla fradicia costa della Bretagna nella seconda metà dell' 800. I giocatori sono costruttori incaricati di tirar su, in condizioni più o meno estreme, e in barba allo statuto dei lavoratori, fari lungo tutta la costa. I fari sono di tre categorie: Paradiso (costruibili sulla terra ferma o in acque tranquille), Purgatorio (costruibili in mare in acque che possono esse fero o esse piuma) e Inferno (costruibili in mezzo al mare, in balia delle onde, degli scafisti albanesi e dei pesci candirù).
A complicare le cose il meteo, rappresentato da carte che tempo che fa, nel dettaglio: Sereno, Nuvoloso, Tempesta.
La costruzione dei fari prevede l'impiego di 4 risorse (pietra, sabbia, legno e mattone) bassa manovalanza a cottimo (operai), e tecnici specializzati con contratti d'apprendista (ingegneri).
Il tabellone, suddiviso in nord-ovest-sud, ospita al suo interno i mercati nei quali è possibile comprare \ convertire risorse in ogni tipo di combinazione possibile, e ingaggiare personale qualificato.
(nota di colore: in condizioni di lavoro particolarmente impervie, vedi Faro Inferno durante la Tempesta, uno dei lavoratori mandati a costruire ci lascia le penne)
Il gioco dura 5 turni.

Che le chiatte si facciano avanti
Ci si azzuffa per le chiatte, il che, come uomini, ci renderebbe molto onore, non si trattasse di chiatte galleggianti, capaci di stipare in seno più risorse, e non ultimo determinare l'ordine di turno.
Col ricordo dell'adolescenza nerd, invito al ballo di fine anno delle medie, la chiatta più impopolare ed emarginata socialmente, roba che Carrie al confronto è un'animatrice Costa Crociere, una farfalla imprigionata in uno scafandro la cui unica dote è il diritto di aprire le danze ai fari.
E' il mio faro dritto a deflorare la costa vergine della Bretagna, faro Paradiso, benchè come prima costruzione non sia niente di memorabile, sarà l'ansia da costruttore, o il paragone con certi video visti su YouBuild. Costruisco da basso, con i soci inquilini abusivi fra il II e il III piano. Si annusa l'aria salmastra e si tirano i conti della prima carriola caricata a sabbia e pietre.
Sono punti che si infrangono nella schiuma bianca della risacca: punti per gli operai che tornano a casa dalle loro famiglie, punti per le carte equipaggiamento, entrate extra di risorse per gli operai mandati ai porti che a fine partita si trasformano in altri punti, e ancora punti per le maggioranze al faro.
Il problema, semmai, è scegliere quale strada prendere.
L'invito a nozze arriva per posta nella buca lettere del Vichingo: "Analisi e Paralisi annunciano il lieto evento...". Arriva anche a noi, ma io e Red glissiamo con stile, mentre Vik si presenta puntuale alla cerimonia, ingessato nel suo gessato.
La partita gli si inchioda addosso in turni sempre più sofferenti: Vik pensa, muove, geme, ci ripensa, torna indietro, si massaggia l'addome dolorante e impreca con tutte le declinazioni der padre de li santi, ma ci rassicura "Ci sono, raga, ci sono".
Alle soglie dell'01.00 di notte siamo ancora al secondo turno.
Di comune accordo si va in pausa tecnica.
Inforno le mie mele critiche, con marmellata di ciliegie, amaretto di saronno e cannella, e preparo un secondo caffè.

Si riparte con rinnovate energie: io oramai a testa bassa sulle carte equipaggiamento e sempre primo di turno, Red a occupare tutti i porti, a far manbassa di risorse, e a prendere le maggioranze ai fari, Vik un po' e un po' perchè in dito medio stat virtus.
Si viaggia tutti e tre a poche caselle uno dall'altro.

Finchè nel quarto turno io e Vik facciamo un errore di valutazione, andando a occupare i primi piani di un faro Inferno durante la Tempesta Perfetta, e lasciandoci sopra una selva di operai, ben oltre quello che potremmo permetterci. Red intuisce, non spreca e piazza la zampata, lasciandoci in balia della furia del mare e delle lacrime da coccodrillo. E' il turno che decide la partita e noi si rema, aggrappati con le unghie agli scogli.
Riesco miracolosamente a chiudere il faro all'inizio del turno successivo, contenendo i danni, ma Vik getta alle ortiche l'intero turno raccogliendo solo le briciole, mentre Red spreme i mercati convertendo l'impossibile e occupando l'ultimo Purgatorio.

La partita si conclude poco dopo:
Dado - 136 punti
Redbairon - 135 punti
Viking - 110 punti 
nota: sì, sono gusci di pistacchi
La costruzione dei fari è ben resa, e costruendo dalle fondamenta con un surplus di legno per le impalcature superiori, si ha effettivamente la sensazione di tirar su qualcosa.
Le carte Meteo ricordano quelle di Snowdonia, e sono analogamente controllabili, nel senso che la carta Meteo del turno successivo è in chiaro. L'alea è presente (vedi carte equipaggiamento) ma non si ha mai la sensazione sia determinante.
La simbologia del tabellone è chiara, parlante, e i materiali efficaci, eccezion fatta per i cubetti viola che alla luce del mio cucinino in notturna (noi si gioca solo in notturna) si confondono con quelli neri.

Non aspettatevi biscotti al burro e bicchiere di latte da questo gioco: Bretagne è un ragazzaccio. Calcoloso per natura, in tutte le conversioni possibili e le molte strade per far punti, punitivo con chi sbaglia: è un brain burner che richiede concentrazione al tavolo. Un errore di calcolo in una conversione, o una caduta di attenzione, può costarvi un faro e l'intera partita, visto che le strade per far punti sembrano tutte egualmente percorribili (io e Red, con due diversi stili di gioco, chiudiamo a 1 punto l'uno dall'altro).
Bretagna non regala punti per inerzia, non dà premi presenza e non premia le mosse a cazzo di cane.
Questo per fugare qualsiasi dubbio.
Indubbiamente un titolo solido, corposo, per gamers pronti a spremersi le meningi.

"Nella retorica odierna l'immagine del coniglio bianco sta ad indicare un evento inaspettato che porta alla comprensione di una realtà superiore che scardina in un sol colpo le convinzioni di una vita. Seguire il coniglio bianco vuol dire fare attenzione a piccoli eventi apparentemente insignificanti."
Coniglio Bianco - Wikipedia

Io e Vik ci togliamo le maschere, Red tiene la sua, anzi beve il terzo caffè attraverso la fessura nel lattice, con pessimi risultati.
"Sta tornando" ci annuncia gocciolandosi nespresso sulla manica e sul tavolo, e allagando una carta faro purgatorio.
Il mio report di IdeaG 2014, sul blog, neanche me lo ricordavo, eppure era lì, sotto i miei occhi, l'incontro con Stefano Groppi, il prototipo del suo Fantasy Creation, gioco di divinità su un tabellone che riproduceva il mondo, e quella nota, in chiaro, sul manuale di Bretagna, bastava solo fare due più due, bastava seguire il bianconiglio.
Groppi sta tornando.
Red: "Il Quarto è il messaggio. Il Quinto sarà il messaggero".
E si toglie la maschera.

9 commenti:

  1. Bella recensione, grazie :)
    Ricordo che l'avevi già definito il Best of Show di Idea G 2015, sono contento che il prodotto finito abbia rispettato le aspettative :)
    PS: il vostro "padre" è diventato padre anche in senso biologico... Ma pensiamo tutti che troverà il tempo anche per altri figli composti di cartone e legnetti.
    PPS: gli operai subiscono lievissimi infortuni di poco conto, che li fanno stare a casa in mutua, con tutti i benefici previdenziali del caso [si guarda nervosamente attorno e suda copiosamente]

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  2. Al momento, sto lavorando su un prototipo di giocatore di nome Marco... un lavoro impegnativo!
    Però, attendetevi il mio ritorno... magari, sulle ali del vento, che sia esso magico, nostalgico o selvaggio...

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  3. Io sono lo scriba della mappa, custode del presente ma a cui è stata negata la conoscenza futura. Il Groppi è saggio a occultar alti segreti. :D

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  4. Bellissimo pezzo!
    Il gioco visto quanto mi piaccono Ark&Noah e Florenza è nel mio mirino di "addetto stampa" a Lucca C&G (you know what I mean brother! :D).
    non vedo l'ora di provarlo e mancano ormai meno di 48 ore!!!!

    Sempre grandi atmosfere questi post Dado... number1.
    Saluta i Drughi col terzo dito da parte "nostra" ahahahaha

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  5. Ma la faccia di Vik? La faccia di Vik quando si accorge di avere sbagliato mossa e compromesso la partita? Un ricordo indelebile, triste, doloroso.....
    Ho voglia di nuove maschere, voglio il gioco nuovo di Groppi e ......... altre mele alla cannella!!
    gran serata! quella faccia di Vik non ha prezzo.... ah ah ah

    redbairon

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  6. Dado in grande spolvero....io sono rimasto al codice Pozzi-Ginori!

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  7. Come sempre gran pezzo... bel gioco ma troppo per la famiglia cubettosa! Cosa darei per quelle mele sbav

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  8. Grande Dado, anche se nn commento quasi mai ti leggo sempre. Questa volta pero, non posso farne a meno.
    Innanzi tutto complimenti per il blog e per l'articolo ma........

    Ci dai la ricetta delle mele? XD

    Un saluto
    Davide

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  9. Preso a Lucca... pronto a testarlo :)

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