martedì 29 ottobre 2013

Intro: la barba dentro la scatola

A scanso di equivoci: quello nella foto in alto sono io. Anzi la mia barba.
Ricordo di aver letto l’ uomo è costituito per il 60% da acqua. Beh, io sono costituito per il 60% da barba.
Nel resto della scatola c’è componentistica vecchia di 40 anni: un manuale scritto a tentativi, una plancia non proprio piatta anzi decisamente sporgente, worker perennemente piazzato sulla casella azione: “Aggiusta computer -> paghi una rata del mutuo” , e una manciata di cubetti Passione.
I cubetti Passione sono molto più preziosi dei cubetti Legno e Pietra: puoi spenderli in mille modi diversi e non devi neanche raccoglierli.
Ma torniamo alla plancia di gioco, implementata a grigliate di carne, fra espansioni di bagna cauda e Nebbiolo d’Alba. Sulla plancia è montato un uomo (una pasta d'uomo) e la sua barba. Poche e semplici le regole che governano questo filler da sabato sera post pizza. 
E' così che mi intendo.
Perché fra lavoro, code in tangenziale e una bellissima figlia di 5 anni con la quale disegnare Bulbasaur e Charmander da appendere alla porta, il tempo che rimane è quello che è. Quindi il tempo dei board games è tempo rubato, ritagliato, trafugato, il più delle volte il sabato sera post pizza con gli amici.
Altra cosa, giusto per buttar giù un minimo di buone intenzioni. Oltre alle immancabili impressioni su questo e quell’altro titolo e a bislacchi editoriali da player della domenica, cercherò di scrivere quello che mi piace davvero, ossia quello che accade ATTORNO ai board games, MENTRE il dado rotola sul tavolo. Sui blog e sui forum che seguo, e che apprezzo, non fraintendemi, leggo sempre precisissimi unboxing, dettagliatissime descrizioni della componentistica, dotte disquisizioni su motori di gioco e citazioni incrociate fra i titoli. Ma vorrei sentire anche raccontare quello che accade MENTRE si gioca: le risate, gli sfottò, chi beve un secondo caffè perché quella stessa giornata ha passato 8 ore a caricare vasetti di yogurt nella corsia frigo della Coop, chi butta giù grappa fra una zampata e l’altra di King of Tokyo commentando “E 'mo Gigazaur vi sparecchia il culo”, chi sgranocchia noci riempiendo il tabellone di gusci fra le imprecazioni degli altri giocatori.
Ah: per quanto possibile cercherò di usare per il blog solo materiale mio (se e quando capiterà diversamente lo specificherò). I testi saranno miei e le immagini anche. E questo non perchè pensi di produrre chissà quali sarkazzo concetti, ma più semplicemente perchè scriverò dei giochi ai quali gioco e se ce li ho fotografarli non mi costa nulla. Quindi abbiate un po' di indulgenza per le foto non proprio nitide scattate col cellulare di sera, sul tavolo della cucina (allungato, per l'occasione, con una tavola di legno pieghevole). 

Insomma: le buone intenzioni ci sono.
E' anche vero che, come ripete spesso mia moglie, io tendo a essere inaffidabile.
Sarà un lancio di dadi aspettando il 6.
Anche questa volta.

3 commenti:

  1. Leggo il blog da tempo, ma non mi sono mai posto la domanda:" Ma quale sarà stato il primo vero post di Dado?".......
    Beh, le buone intenzioni ci sono.......
    Ciao Andrea!!!!

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  2. In effetti anch'io non avevo mai letto il tuo primo post, nel 2013 non ti conoscevo ancora, sarei arrivato un paio d'anni dopo a leggerti...
    Forse dopo averlo letto, ti apprezzo di più.

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  3. E finalmente ho trovato anche io la "Numero Uno"

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