mercoledì 24 ottobre 2018

L'universo è mezzo pieno

Il caffè è cultura e io sono un intellettuale corretto sambuca, bevo per dimenticare le persone dimenticabili, leggo per andarmene sbattendo la porta, e lecco perchè a fare il formichiere spesso fai più bella figura che a spingere.
Figliastra e sguattera della cuccumella, la tazzina è onesta, più porcellana di cenerentola canta invece agli uccellini dei muratori che la mattina vanno al cantiere, arruffapopoli di ceramica, metalmeccanica trasversale alle sigle sindacali, non ho mai conosciuto nessuno che non potesse concedersi un suo bacio espresso, giacchè il suo prezzo di prostituta proletaria oscilla fra i 30 centesimi delle macchinette negli ospedali con evacuativo incorporato, ai 3,50€ serviti in un dehors del centro di Torino da una cameriera con tanti sogni e un contratto di lavoro che non verrà rinnovato per far posto a un'altra cameriera con altrettanti sogni e contratto.
Il primo caffè della giornata lo prendo a casa, leggendo il post-it appiccicato alla tazzina da Francy. "Ricordati di passare in posta". Francy, seduta al tavolo che il suo gomito tocca il mio, si raccomanda: "Quando scendi attacca il post-it al parabrezza così non ti dimentichi".
La mia memoria non è più quella di un tempo, di quando avevo vent'anni e facevo più bella figura a spingere che a fare il formichiere, e chiamavo Francy: Roberta, come la mia ex, ma almeno le portavo la colazione a letto: un vassoio con una tazza di tè caldo alla vaniglia, e un panino casereccio con frittata di cipolle [che lei non mangiava e allora improvvisamente ricordavo di aver preparato per me medesimo].
Mentre nel Samsung 40 pollici i politici si spintonano davanti alle telecamere per indignarsi in diretta davanti al ponte crollato a Genova, io alle 6.00 del mattino prendo una Campagnola per i piedi e la affogo nella tazzina. Poi mordo, dilaniandole le carni biscottate. Sono un compagno di merende prestato alle colazioni, un Nanni Loy postino che puccia sempre due volte. 
Il primo caffè è una tonnara di morsi e briciole sotto le unghie per i RIS di Parma, e non addento il post-it solo perchè sono un signore.

"A Dado ci va un germanazzo, che ultimamente i suoi post sono di un nero di seppia che potresti condirci le linguine" ha osservato Redbairon, prima di gettare acido muriatico sugli ultimi 20 board games giocati.
Vanno al ballottaggio per la serata Amun Re, Progetto Gaia e Pulsar 2849.
Per non sbagliare Red li cassa tutti e tre, e propone invece 100€ a testa da spendere al videopoker dal cinese sotto casa, ricordando le vacche grasse di Agricola, e quando a giocare ai board games in Italia eravamo in 16 ["E comunque tu non c'eri, Dado, e ti assicuro che io e Vik ci divertivamo lo stesso"].
Vik cerca di infilare nella rosa dei titolari anche uno Starcraft con espansione, asserendo che "comunque giocato sportivo si fa anche in 40 minuti".

Vince il ballottaggio Pulsar 2849, gestionale di dadi che ha di recente ottenuto sia il Giullare Approved che lo Sgananzium di Peltro.
"Mangiatela ogni tanto una risata, Dado, che l'universo è mezzo pieno!" esulta Viking, che non saranno hydralisk, carrier e goliath ma almeno porta a casa il punto della bandiera col tema spaziale.
Red scuote la testa e ripropone il videopoker che a detta sua non ha mai rovinato nessuno, e poi conclude con la massima: "Comunque nella Striscia di Gaza è tutto un Maialotto che fa il botto"

La serata viene incastonata fra riunioni di condominio, call conference con la Cina, visite in ospedale, figli col catarro, Campari fra manager, questionari prostatici di minzioni notturne, e tagliandi della macchina.

"Passo a prenderti alle 21.20, Dado"
Pulsar 2849
Pantagruelico gestionale di dadi di media-elevata difficoltà, per 2-4 giocatori, di Vladimir Suchy, edito in Italia da Cranio Creations, per 60-90 minuti circa di durata [120 per noi che la giochiamo "sportiva, raga"].
Componentistica abbondante e tracimante, setup modulare con un sacco di materiale extra, per una rigiocabilità garantita come la sete con le acciughe, con illustrazioni sci-fi fra l'ermetico e l'essenziale per non distrarre o concedere pindarici voli alla fantasia cresciuta a pane e colonizzazioni di Asimov.
Scopo del gioco fare più punti dei propri avversari esplorando lo spazio infinito di Stephen Hawking, sviluppando tecnologie, installando matrici e radiofari, rivendicando pulsar, e sognando neuromanti, unicorni e bastioni di Orione.
Gestionale di dadi della vecchia scuola di Kingsburg, Troyes, Bora Bora, con profumo di insalata di punti a foglia larga complicata da condire, sensazioni di coperta corta, turno veloce e scelte dolorose tipo far sopprimere il proprio cane.
Il turno è tanto semplice [prendi due dadi draftati e fai 2 azioni] quanto difficile: i dadi migliori richiedono immolazioni e star davanti nei tracciati dell'iniziativa e dell'ingegneria è quantomeno essenziale.

Otto i turni, che scivolano fra le dita dei giocatori come a cercar di trattenere l'olio nel palmo, in una partita stretta che richiederà sacrificio eucaristico, egoismo spietato, pianificazione sulla media e lunga distanza, e gran senso del timing.
Per dirla alla Fantozzi: una familiare di Peroni ghiacciata con frittatona di cipolle, quando gioca l'Italia.
Si comincia pugnalando un ciambellone latte e zucchero, stappando una birra corsa alla castagna, e con una tazzina bollente del "vueltacarnera", una miscela di caffè illegale in 12 Paesi che Viking usa solo sotto supervisione medica quando per lavoro deve tirare tutta la notte fino al mattino dopo.

Rimango presto indietro sui due tracciati, iniziativa e ingegneria, e vi dico subito che passerò il resto della partita ad inseguire come un cane randagio le ambulanze, con la lingua penzoloni.
Vik e Red prendono il largo sul tracciato dei punti, che sembra di guardare Bartali e Coppi sulla bretella dolomitica [dove Coppi critica tutte le biciclette e rimpiange quando c'era solo la Graziella: "E comunque tu non c'eri, Dado, e ti assicuro che si pedalava lo stesso alla grande"].

Provo l'impervia strada delle pulsar, poi mi butto sui trasmettitori più economici mentre i soci scalano le tecnologie, ma soprattutto cerco di schiodarmi da ultimo di turno, che è un dazio troppo pesante.
Riesco a rosicchiare una posizione, ma oramai a metà partita, con Vik e Red che fanno i conti sugli obiettivi raggiunti.
L'epilogo è pirotecnico: l'ultimo turno ci giochiamo pure le briciole e ci prendiamo il nostro tempo per pensare.
La partita si conclude:
Viking 215 punti
Redbairon 191 punti
Dado 164 punti

Bello. Ingannevolmente complicato, di veloce esecuzione, impegnativo senza mal di testa, feldiano se non temete il termine.
Unica rottura di palle: un setup lungo che vi conviene metter sul tavolo anche una bottiglia di nebbiolo, in modo da poter bere barolo, quando avrete finito di preparare, e anche una pletora di icone e simboli che richiederanno almeno una consultazione del compendio tecnologie nella prima partita.
Per il resto un bel gioco senza indugi, che non inventa ma a mio avviso ben amalgama e ben assembla.

"Ma è vero che non hai più la tua rubrica su IoGioco?"
"L'hanno sospesa. Credo che significhi più o meno chiusa, ma in maniera gentile, e magari non per sempre, i lettori sono volubili"
"La ragione?"

"Oggi vanno le recensioni tradizionali e io non so scriverle tradizionali, io parlo sempre di giocatori e giocatrici che scopano, e poi ci butto lì due righe di regolamento"
"Vuoi un caffè, Dadozzo?"
"Magari"

"Guardalo, con la tazzina, il Dado, guardalo se non sorride".



Pulsar e tazzine di vueltacarnera su Magic Merchant

15 commenti:

  1. Grande Dado. A me le tue recensioni piacciono. Continua così

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  2. Nooo, ma davvero ti hanno cassato la rubrica? Per fortuna c'è questo blog! A Proposito, che rapporti hai con il pocket coffee? Al di là che non aiuta la memoria (prova ad attaccarci un post-it se ci riesci) può considerarsi una pillola di saggezza nello sconfinato mare della "cultura espressa"?

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  3. Ma sono idioti quelli di ioGioco? Bene. Anch'io smetto di comprarlo. Non tollero l'ignoranza

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  4. Ma davvero non ci sarà più la tua rubrica su IoGioco? "Il Giocatore Imperfetto" (insieme a qualche gioco inedito) è l'unica cosa che dà senso a una rivista cartacea come IoGioco. Tutto il resto si trova tranquillamente in rete. E ho rinnovato l'abbonamento da appena una settimana :-(

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  5. Gioco che mi tenta da tempo, ma che - come confermi - forse un bel superfluo. Tu bravissimo come sempre.

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  6. Grande Dado, come sempre!
    IoGioco... ottima scelta strategica, un po' come spararsi nei testicoli!
    Fortuna che ti si trova settimanalmente qui e sempre, rigorosamente, aggratis!

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  7. Se tu pubblichi la rivista IoDado, io mi faccio tre abbonamenti e ti mando pure un pacco di caffè ;-)

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  8. Ero indeciso se rinnovare o no IoGioco.....hanno sbarrato una delle strade del bivio 😉

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  9. Se può interessare, ho chiesto lumi direttamente a IoGioco, che mi ha risposto testualmente (tra le altre cose) che "..a fronte del risultato che ci ha dato il sondaggio, ed avendo 96 pagine da dover riempire, dobbiamo di volta in volta calibrare i contenuti per far spazio alle richieste della nostra community...".
    Specificando che non è un taglio definitivo.
    Giusto per la cronaca

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    1. Le "community" non ne capiscono mai un cazzo, è risaputo.

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  10. Mangiatela ogni tanto una risata, Dado, che l'universo è mezzo pieno!" esulta Viking, che non saranno hydralisk, carrier e goliath ma almeno porta a casa il punto della bandiera col tema spaziale.

    Genio.

    Sta cosa della rubrica cassata mi giunge nuova... Mah... Boh...

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  11. Grazie IOGIOCO.
    Cosi posso leggere Dado gratis.

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