mercoledì 6 aprile 2016

C'è più roba che pane

33.000 visitatori, +10% rispetto alla scorsa edizione, e il panino più grosso della fiera è ancora il mio. Per il secondo anno consecutivo. Senza alcun avversario degno di nota che possa anche soltanto impensierirmi.

L'assenza del Vichingo a PLAY 2016 per motivi lavorativi è semplicemente uno sfregio al gioco da tavolo italiano, come potrebbe esserlo per il cinema Massimo Boldi in Schindler's List 2: Natale a Mauthausen.
Con le mie due fette di pane col mondo in mezzo, vinco per Viking che il contest l'ha inventato, e che avrebbe sicuramente applicato home rules di melanzane sott'olio [seppur con inusitata lentezza].
Tra l'altro avremmo gareggiato in due categorie diverse salvando la nostra amicizia: Panino Più Grosso (io) e Miglior Ripieno (lui).
Red tramezzino da fighetta: non voglio neanche parlarne.


Partiamo alle 5.15 del mattino, macchina di Red, con primo caffè in autogrill mezzora dopo. La ragazza dietro il banco fatica a tenere gli occhi aperti e sta in piedi per miracolo. Azzecca il macina caffè al terzo tentativo e si dimentica dei nostri cucchiaini. La massima espressione del dexterity.
Io e Red, intanto, si discute della questione morale del traditore in Dead of Winter.

All'autogrill passante di Fiorenzuola, in maniera da poterlo lasciare nel medesimo punto al ritorno senza abbandonare l'autostrada, raccogliamo Jocularis di AlbePavo, e replichiamo il caffè.
Arriviamo davanti a PLAY alle 8.30.
C'è già il mondo in coda.

PLAY apre i cancelli puntuale alle 09.00, ma a metà stomaco del serpentone che si è formato, pur con i biglietti in mano, ci va un quarto d'ora buono per superare i tornelli.
Jocularis individua l'area guardaroba [gestita con offerta libera dalla Croce Rossa] nella quale, oltre la giacca, è possibile depositare le borse con i giochi e refillare durante gli scambi e gli acquisti.
Piazzo il mio borsone Ikea.
Sensazione iniziale di rimpicciolimento stile Alice, che tutto intorno sia cresciuto e si sia moltiplicato, dai tavoli per i giocatori ai centimetri degli stand, dalle insegne alle strutture tubolari in acciaio, dalla scollatura delle dimostratrici alle panze dei gamers.
Lo stand Asterion che ghermisce il cielo sembra quello della Blizzard Entertainment al lancio di Starcraft 2.
Cominciamo proprio da Asterion, per provare Ashes Rise of The Phoenixborn e Quadropolis.
Ci fiondiamo appena superati i tornelli, ma i tavoli sono già occupati. In questo senso l'apertura di PLAY ricorda i cinema di una volta, quando non c'erano i posti numerati e si entrava tutti in massa lanciando le giacche sulle sedie: "MIO! MIO! PRENOTATO! MIA TUTTA LA FILA!".

Ripieghiamo su A Study in Emerald, liberamente ispirato alle fantasie visionarie di Neil Gaiman, del quale ho letto con molto piacere American Gods e il minore Coraline.
Gioco di deck building, maggioranze e fazioni segrete per 2-5 giocatori, di Martin Wallace, d'ambientazione Sherlock Holmes + Chtulhu, per 90 minuti di durata.
Nel consueto scontro fra bene e male, gli investigatori fedeli a Sherlok oltre a cercare di uccidere le indicibili creature gasteropode (e i Cultisti devoti a Chtulhu ricambiare il favore), dovranno anche far le scarpe ai propri compagni sul tracciato punti , e risultare unici vincitori.
A primo impatto un po' criptico nel regolamento, in un paio di giri di tavolo viene comunque metabolizzato dall'intero gruppo. Al deck building piuttosto tradizionale si accompagna un sistema di maggioranze sul tabellone ed effetti di carte piuttosto piacevoli, e ancora una severa strettezza e coperta corta per veri gamers.
Non esattamente il mio genere [non amo i giochi a fazioni segrete] ma ben realizzato e ben strutturato.
Red il Taciturno commenta: "Proprio niente male, Dado".
A 90 minuti dal superamento dei tornelli all'ingresso, PLAY è già un formicaio attorno a una buccia d'anguria sull'asfalto, e trovare un tavolo libero dagli editori, un tiro di moneta.
Dopo un inutile giro da DvGiochi per mendicare una cadrega per Above and Belove [un ragazzo in coda spacca una bottiglia e ci minaccia col coccio], e un altrettanto infruttuoso giro da Cranio, andiamo a leccarci le ferite dai Goblin della Tana.
Red torna dal banco prestiti con Bomarzo.

Tedesco per 2-4 giocatori, di Stefano Castelli e firmato dalla GiochiX, che lo scorso anno ha fatto un gran parlare di sè.
Otto i turni e otto le carte azione sulle quale piazzare il proprio trippolo attorno al tabellone, mentre 3 sono gli spazi risorsa per vino, cibo e monete.
I giocatori dovranno scalare i tre tracciati punti attraverso lo sviluppo delle carte. Il primo e il secondo classificato in ogni singolo tracciato, guadagneranno pochi e risicati punti vittoria.
La partita scorre molto veloce con turni quasi in sovrapposizione. Bassa l'alea anche a cercare la collezione del set come ho fatto io. L'interazione fra i giocatori è buona, così come lo è la costruzione di piccoli motori risorse ed effetti, mentre un po' più noioso si rivela il traghettamento verso il finale, con il meccanismo mnemonico dello shiftare le carte da una parte all'altra con la carta azione Drago (occorre ricordarsi chi e dove ha piazzato cosa).
Un bel tedesco veloce e pulito con un finale un po' emblematico.
Red commenta: "Non so, sarebbe da riprovare, Dado"

"Ma voi siete riusciti a trovare un tavolo libero?"
E' una piangina fra gamers, incontrando MaxT, Nylo, Lollosven, Rozzilla, Albo3, Kuldran, Cissinho, Domenico Lavorato.
"Stiamo girando come trottole, si gioca solo con la Tana" è il commento che va per la maggiore [l'altro: "Sei riuscito a provare Above and Belove?"].
PLAY cresce ma cresce più lentamente dei suoi visitatori, come un cane schiacciato dal peso delle proprie pulci.
Per inciso: i Goblin fanno davvero un lavoro esemplare e non è raro vedere Goblin-dimostratori inginocchiati o seduti per terra, per lasciare le sedie ai giocatori.
I lettori di queste righe.
Sono tanti, più di quanti pensassi, mi fermano per fare due chiacchiere, per dirmi di un post che li ha fatti ghignare, per chiedermi chi è il Vichingo e chi  Redbairon, qualcuno mi mette anche in imbarazzo.
Grazie, gamers.

Allo stand Oliphante proviamo il simpaticissimo Dr.Eureka, party game di pozioni che mescola in provette da laboratorio elementi di logica e destrezza manuale. Ogni giocatore dispone di 3 provette e 6 biglie (2 verdi, 2 rosse, 2 viola). Ad ogni turno si gira una carta "pozione" che riproduce una sequenza da ricostruire.
Il primo giocatore che riesce a comporla [occhio che le biglie nelle provette rotolano che è una bellezza] guadagna la carta e 1 punto vittoria.
Il gioco finisce nel mio borsone Ikea mezzora dopo averlo provato, e nell'istante in cui scrivo queste righe credo di essere attorno alla dozzina di partite con mia figlia.

Allo stesso stand riusciamo a farci spiegare da Spartaco Albertarelli il prototipo di Sherlook, gioco di colpo d'occhio d'imminente pubblicazione.
"E' stato commesso un crimine e qualcuno ha contaminato la scena".Si tratta di individuare gli agenti contaminanti attraverso due foto molto simili fra loro, e orientate in modi sempre diversi.
Il primo che pensa di aver individuato tutti gli elementi, prende il corrispettivo segnalino giallo. Divertente, suggestivo e tutt'altro che semplice: di oggetti possono essercene in più, in meno, di colore diverso, di grandezza diversa, simili ma non perfettamente uguali, e con le carte girate a 180° c'è da lasciarci i neuroni.

"Ho trovato un tavolo libero con Orleans!"

RedBairon crede nella goccia che scava la roccia e riesce ad aprirsi una breccia nel muro invalicabile della Cranio Creations.
Al tavolo col sottoscritto, Red e Jocularis, anche una ragazza, Elisa, che poi si rivelerà una bella gamers di cotenna.
Bag Building [ovvero pesca dal sacchetto] per 2-4 giocatori, di Reiner Stockhausen, del 2014.
Apparecchiato Orleans fa una certa impressione con tutta la componentistica che si porta dietro fra token, plance e montagnole di segnalini. Sembra come il classico monolito german al granito, inviolabile se non attraverso il grimaldello della totale dedizione per non meno di 180-240 minuti.
In pista si rivela invece snello, rapido e con pochissimi tempi morti, nonostante l'ampia rosa di azioni possibili.
Deck building con le tesserine, quindi, pescate da un sacchetto, al fine di completare gli slot sulla propria plancia e sbloccare altre tesserine, punti, combo, merci, muovere il proprio segnalino sul tracciato, comprare edifici.
Un gioco elegante, che ricorda Hyperborea [bag building], Marco Polo [contratti vs viaggi] e le insalate di Feld.
Assolutamente valido.
Red: "Bello senza se e senza ma".
E' tempo di scambi, regali e piccoli acquisti.
Compro poco e quasi tutto usato.
Gli scambi filano lisci, tutti ad eccezione di uno.
Scambio il mio gioco con quello di un altro giocatore e in buona fede non controllo.
L'annuncio diceva "Gioco completamente italianizzato".
Il mattino successivo a PLAY, apro la scatola e scopro che il proprietario ha italianizzato INCOLLANDO direttamente le traduzioni della Tana stampate e ritagliate, sulle carte e sulle plance originali, tra l'altro con pessimi risultati.
Scrivo al giocatore che mi risponde:
1-comodo piuttosto che averli a spasso per le bustine che poi si sfilano e si girano.
2-dalle foto che ti ho mandato lo dovevi capire che erano incollate direttamente sull'originale [no, io non l'ho capito, e lui non si è mai premurato di scrivermelo nel pur lungo carteggio].
Mi consolo con la maglietta regalatami dai Giullari:
YES WE FELD.

Fiera davvero alle note finali e Sava73 della Tana mi telefona per chiedermi: "Minchia Dado ma una partita insieme non ce la facciamo?".
Al suo tavolo un sacco di donne, Sava va via come il pane.
Io e Red ci uniamo per un Resistance Avalon, che non conosciamo. Lupus in Tabula nel mio curricula mi viene in soccorso, mentre Red, refrattario per natura a questi giochi, fa la figura del babbano cioccolataio, cannando due volte il proprio ruolo [apre gli occhi quando non dovrebbe aprirli, scambia il bene col male, vota quando non è il suo turno e poi rema contro i suoi compagni: un disastro].
E si rientra, stanchi, pezzati di sudore e con la consapevolezza di aver grattato solo la crosta di PLAY. Mi rimane sul gozzo tanta roba non provata [il prototipo di Kepler, il Food Chain "Goblin Magnifico"] e tanti amici con i quali non sono riuscito a prendere il caffè che ci eravamo promessi [Simone Mancuso, Giorgia Pandolfo].

Sulla strada del ritorno [anzi sull'autostrada del ritorno] Jocularis si sbottona sull'imminente ristampa di Carnival Zombies, gioco al quale sono storicamente - e notoriamente - affezionato.
Questa volta Albe Pavo ricorre a kickstarter, per buttar dentro ancora più roba nel calderone da sabba degli stretch goal: espansione, nuove unità, nuovi eroi, nuovi boss e miniature.
Mi mostra le schede dei nuovi eroi, mi racconta i nuovi effetti (molto tematici, trattandosi di Jocularis), e mi mostra le bellissime miniature [vedi foto]. Tantissima carne guasta [trattandosi di zombie] a rosolare al fuoco.
Un grosso in bocca al lupo, Jocularis.

PLAY che si allontana nel retrovisore
Solo io e Red a metter sotto i pneumatici gli ultimi 200km nella notte, a fermarci in un autogrill sonnambulo, e a tirare le somme della fiera.
Indubbiamente un grande evento, IL grande evento italiano del gioco da tavolo, istrionico, sfaccettato, un'opportunità per divulgare e per promuovere con qualità, e un'occasione per i gamers, sempre fuori posto, di ritrovarsi fra propri simili.
Pur nel bilancio fortemente positivo, restano comunque delle cose sulle quali, mi permetto, varrebbe la pena lavorare per rendere la fiera ancora più godibile.
1-più tavoli. Lo so, sono aumentati rispetto allo scorso anno e non è che gli organizzatori possono mettersi a incollarli al contrario sul soffitto, ma il bubbone che tormenta tutti i giocatori non è il prezzo del biglietto o il parcheggio o le poche novità, quanto che alle 11.00 del mattino già si faticasse a trovare tavoli liberi.
2-punti di ristoro. Per un caffè [ed è stato l'unico della giornata] abbiamo fatto 24 minuti di coda. Per dirla in maniera comprensibile ai giocatori: l'azione non è efficiente.
Queste poche righe di critica, con le migliori intenzioni, affinchè PLAY non si sviluppi e continui a crescere solo come un evento promozionale-introduttivo, ma possa restare un evento godibile anche per i gamers.

In bocca al lupo PLAY.

28 commenti:

  1. Immagino tu sia andato di sabato. In effetti mi hanno detto che è stato un carnaio. Domenica la situazione era più vivibile e, a voler insistere un pochino, la possibilità di provare il gioco desiderato si trovava.
    Anche io pochi acquisti, un'espansione di Dixit fortemente voluta dalla pargola, una copia del polacco Enclave (stesso autore di Lords of the Ice Garden) e infine il cinghiale: la trottola tirolese della Dal Negro.
    Prevedo bagni di sangue domestici.

    P.S. Bello il sorriso di Feld in quella maglietta. Ti consiglio di utilizzarla nella prossima zombie-wlak lucchese, per confonderti con i partecipanti XD

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  2. Era dura coi tavoli, ma l'anno scorso era ancora peggio. Cmq sì, si può e si deve migliorare ancora...
    Ho tentato di prendere il tavolo di "Uno studio in smeraldo" svariate volte nel wknd, senza successo... fortunello!
    In compenso abbiamo provato Food Chain Magnate (appena entrati sabato mattina). Sinceramente siamo rimasti (tutti) un pò perplessi. Come "Best of the Show" (=Goblin Magnifico) ci aspettavamo qualcosa di diverso, da innamoramento a prima vista. La mappa con strade e casette è bruttarella, per essere un "top game", e questo non aiuta. Ammetto anche che come tema non lo trovo irresistibile... ma la cosa che ci ha deluso di più è l'inizio partita, a detta anche del dimostratore praticamente per i primi tre turni le mosse sono quasi obbligate. Mbbbb... Siamo andati poco oltre. Ne intuisco la profondità ma non ha attizzato per niente...
    Provato anche noi Orleans (con attesa notevole)... quello sì un giocone, la meccanica del "worker bag building" alla Hyperborea è molto stuzzicante. Unica pecca (oltre alla limitazione a 4 giocatori, per noi un problema) la bassa interazione diretta. Raramente si intralciano gli altri di cattiveria. Il più è farsi la propria strategia componendo bene il proprio worker bag.
    ...miglior gioco provato Keyflower a Casa Europa (interazione ai massimi livelli, amicizie a rischio!)

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    1. Se può esservi utile, per Orléans esiste il kit per portare a cinque i giocatori (e che farà felice chi sente la mancanza del nero) ;)
      Io sto seriamente ponderando l'idea di prendere i meeples da usare al posto dei dischetti.

      Su Keyflower sono d'accordissimo, ci sto giochicchiando e mi piace davvero tanto per come mescola elegantemente meccaniche tanto diverse (aste, piazzamento tessere e lavoratori nonché un pizzico di logistica), poi è bello teso come gioco.

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    2. FCM non è propriamente un gioco da fiera. Inoltre spiegarlo senza disorientare non è facile. Dopo le prime spiegazioni io sono passato a spiegarlo direttamente con un esempio di gioco esteso. Non so se ve l'ho spiegato io quella mattina ma se ho lasciato intendere che i primi turni fossero fissi, me ne scuso perché è una cosa sbagliata.
      Come profondità FCM >>> Orleans

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    3. Grazie Luca della segnalazione...interessante... già meglio :)
      @Azgaroth: sì che non sia un gioco "da demo veloce" sembrava chiaro (c'è di peggio...Churchill ad esempio!!) ma è mancato il feeling proprio. Ho sentito anche altri con la stessa sensazione. Ma altri ancora erano entusiasti. Classico giocone che va cmq a gusti

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  3. un thermos pieno di caffè è fondamentale in queste occasioni, alternativamente una di quelle macchinette microscopiche a cialde.

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  4. sono concorde con te per quanto riguarda i tavoli, ma non penso ci sia ancora spazio fisico per metterli.

    Asterion e Giochi Uniti erano sinceramente improponibili.

    L'unica via è cambiare il modo in cui vengono effettuate le demo dagli editori, non più partite complete ma demo vere e proprie, con 30/45 minuti di tempo contato e studiate per darti il gusto del gioco senza concludere la partita.

    Ma sembra che gli editori non ci sentono da questo orecchio.

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    1. Pendragon l'ha fatto... tavoli su prenotazione, un gruppo ogni ora. Ed erano abbastanza puntuali. Credo che sia l'unica strada percorribile.

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    2. Sono totalmente d'accordo. Anche Raven lo faceva l'anno scorso, quest'anno non so.
      Con Asterion ci ho mezzo litigato (sempre l'anno scorso) ma finchè vendono, se ne fottono altamente.
      La Fiera è ormai tutta usata (sono solo tre padiglioni), l'unico spazio di espansione potrebbe essere l'area gioco libero al piano di sopra, per il resto non resta che buttare fuori qualche attività "secondaria". In primis i videogame. Poi il padiglione E, quest'anno buttato nel cesso con quel flop clamoroso del "dungeon". A seguire le aree cosplay... per forza

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    3. Ciao! In realtà nessuno in Asterion "se ne fotte altamente". E' un problema che abbiamo ben chiaro, e quest'anno le indicazioni date ai dimostratori erano piuttosto chiare: un gruppo di gioco deve stare al tavolo AL MASSIMO 1 ora, tra spiegazione e turni di gioco. Se la partita dura meno, meglio. Altrimenti si fa presente quando mancano dieci minuti che la partita verrà interrotta. Ora, non tutti i dimostratori lo hanno fatto, e me ne sono accorto (non è neanche facilissimo gestire questa cosa, soprattutto se la partita sta volgendo al termine e l'ora di gioco è scoccata), in ogni caso per la prossima fiera la cosa verrà DI NUOVO ribadita. Detto questo, a mio avviso rispetto all'anno scorso le cose sono migliorate parecchio in generale (infatti tu stesso scrivi che hai litigato l'anno scorso), perché di lamentele in tal senso ne ho sentite pochissime: lo stand è preso d'assalto fin dall'apertura, gli spazi che l'organizzazione ci concede sono questi, e in ogni caso è difficile trovare un equilibrio ideale. (Le prenotazioni, invocate da alcuni, non funzionano, abbiamo già provato a farlo, ma oltre a riempire dopo pochi minuti lo spazio di tutta la giornata, poi la gente nemmeno si presenta in orario.)

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    4. @Massimo: se la filosofia è cambiata, è sicuramente un'ottima notizia. Rispetto all'anno scorso la "sensazione" di ressa meno selvaggia è stato evidente, ma (non solo nel vs. stand) riuscire a sedersi era cmq un'impresa epica (mai riuscita, a noi). Se gli spazi non aumenteranno, il problema di fondo non si risolverà mai, ma mettere un limite X (1 ora, 1.30 max per i giochi molto heavy) è secondo me vitale per migliorare un pò le cose. Capisco le controindicazioni delle liste d'attesa (che cmq, con un banale contatto whatsapp sono già gestibili) ma almeno sapere con un margine di +/-10 minuti quando un certo tavolo si libererà, sarebbe un upgrade non da poco. Rimane cmq avvilente vedere gruppi che "litigano" per stabilire a chi tocchi il tavolo, e senza una qualche forma di priorità succederà cmq spesso.

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  5. Quest'anno il Moden Play è stato un boom di entrati! Meglio così...

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  6. Visti i precedenti dell'anno scorso ci siamo organizzati molto meglio, nonostante fossimo in quindici divisi su quattro macchine alle 8.15 eravamo in parcheggio... e all'ingresso ci siamo fiondati in fondo al padiglione A trovando liberissimo un tavolo di Orléans, gioco che non mi ero mai filato di striscio e che invece mi ha convinto all'acquisto dopo una manciata di turni (e grazie all'incentivo 3x2 Cranio).

    Anche per il pranzo nessuna difficoltà, dopo il saluto a Dado fattomi conoscere dal vivo dal mio socio Marco che mi spacciava per giocatore american... proprio lui che coccola la sua copia di Mercanti di Venere! Coda di 2 minuti per la tigella (quest'anno niente lardo e grana e coppa di testa, ma delle più sobrie caciotta di vacca e mortadella) e tavolo a disposizione.

    Il resto della gioranta è andato con:
    - Hive, tavolo trovato vuotissimo da Uplay, non amo gli astratti, ma mi pento di non averlo preso subito, tanto che è già infilato nell'ordine del "mercato di riparazione" post Play;
    - Race to the North Pole a Casa Europa, giochino carino con le bastardate giuste, un po' come il cattivissimo The Island... io non ci avrei speso dei soldi, ma una copia è entrata nel gruppo lo stesso;
    - Golden Horn, sarà che ci è stato spiegato malissimo e in tre modi diversi (per un gioco con sei pagine di regole di cui la metà di setup e di variante), ma non mi è minimamente piaciuto, confermando il mio pessimo rapporto coi giochi di Colovini;
    - Grand Austria Hotel: l'avevo già nel mirino e l'averlo provato mi ha convinto a sganciare la moneta sonante; magari è meglio non giocarci in quattro che il promo giocatore tra le sue mosse (il funzionamento è simile al'assegnazione delle città di Catan col primo giocatore che diventa ultimo al secondo giro e l'ultimo che fa le sue due mosse di fila) può andare a farsi un panino e con comodo.

    A fine giornata qualcuno è riuscito a sedersi a un tavolo all'Asterion per provare Sheriff of Nottingham (carino, ma costosetto) e altri Above and Below (che è piaciuto ai giocatori novelli del gruppo e non ha convinto gli esperti), che proverò visto che un paio di copie in gruppo sono entrate.

    Fatto sta che credo di aver portato a casa un bottino di tutto rispetto: Ashes, Russian Railroads (ne abbiamo prese TRE copie, che si aggiungono a quella già presente), Orléans e Grand Austria Hotel.

    Sono anche mediamente più soddisfatto del solito, non solo ho comprato il doppio della media, ma sono riuscito a giocare di più... dopo la Play incasinatissima dello scorso anno sono molto soddisfatto.

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  7. Bel report Dado! Complimenti ancora.

    La maglietta YES WE FELD è made in Magnogato, Tana dei Goblin Vicenza. Giusto per dire! ;o)

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  8. Giornata magnifica Dado. Grazie dell'invito! Tu e Red avete addolcito le mie giornate nella melnosa e cadaveri laguna veneziana...

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  9. Bellissimo report. Ti leggo sempre volentieri

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  10. Tristezza....quest'anno ho saltato ma al prossimo non mancherò!...e voglio il contesto per il panino più grande della play!

    Vik

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  11. Grazie per i commenti riguardanti Sherlook. Parlando di PLAY, ti confermo che la domenica c'era qualche possibilità in più di trovare tavoli liberi, però è chiaro che presto gli organizzatori dovranno fare qualche riflessione. Il padiglione B, per esempio, è decisamente meno frequentato e potrebbe essere sfruttato meglio, però questo finirebbe inevitabilmente per andare a discapito di alcune iniziative di natura culturale, come le aree dei giochi di una volta o altre cose del genere. Scelte difficili, ma che prima o poi dovranno fare.

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  12. Grande anteprima la ristampa di Carnival!

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  13. @AndreaDado è stato un piacere conoscerti e sei esattamente come ti immaginavo leggendoti.
    Simpaticissimo e semplice.
    Continua così!
    Marco Fratello

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  14. Grande Dado, sempre un piacere vedervi!
    L'immagine del superpanozzo (che ho visto anche in tempo reale su FB) m'ha fatto morire dal ridere XD.
    Son contento che ti sia piaciuto Orleans, noi l'abbiamo (ri)giocato proprio ieri sera con Max e lo trovo sempre piacevole...
    P.S.: la maglietta di Feld è epica!!!

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  15. Grazie Dado. Bellissimo Report. Bello anche averti incontrato ... per una birra assieme mi sa che ce la faremo alla laurea (o al matrimonio) di uno dei nostri figli, se continua così ... Bella l'idea di sfruttare il soffitto ... proveremo a studiare (abbiamo un anno) un sistema antigravitazionale per l'occasione. Il casino sarà magnetizzare i cubetti :-) .. scherzi a parte, abbiamo steso più tavoli, riequilibrato i padiglioni, messo 2 nuovi punti ristoro ... ma sappiamo che la strada da fare è ancora lunga e, purtroppo, i gamers, di anno in anno sono sempre più grassi ... agli editori proviamo a vendere aree più grosse, ma non sempre sono favorevoli alla cosa ;-) Il consiglio comunque che diamo a tutti è di venire a Play due giorni ... ne vale la pena ... e alla sera si può anche scoprire un altro lato bello di Modena (il cibo e ristoranti!). Buon gioco e continua così!

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  16. Grande Dadozzo!
    Jocularis un ottimo quarto uomo per le serate con Vik e Red!
    Red troppo lucido per essere da poco diventato padre... dimmi la verità si era fatto una botta di token?
    Tu con quel panozzo hai terrorizzato mezza fiera... ho visto tracce di salame piccante in quel mare di mollica e crosta... ma come fai???
    peccato non aver bissato la bang-gang! però considera che anche io ho vissuto di striscio Cissinho col quale ho fatto il viaggio andata e ritorno, e Kuldran il vero infoiato ... era in superpreda... se non ti fossi alzato a mollargli la sedia di Orleans me lo vedevo già che ti saltava al collo...
    amici amici... amicuncaz***
    ahahah
    ciao bello un abbraccione (ci devi un caffè con Simone Mancuso :D)

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  17. Onestamente, non mi piace questo attacco (neanche troppo) velato a Alkyla e la redazione di Gioconauta.it.

    Non credo sia giusto creare divisioni all'interno del panorama ludico.

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  18. Ciao a tutti , io sono uno dei ragazzi del club 3m che ha spiegato i giochi entrambi i giorni e posso portare il mio contributo dalla trincea ..
    Il sabato è stato infernale , forse perchè noi gamer/acquirenti compulsivi siamo terrorizzati dall'idea di arrivare alla domenica e non trovare il super-gioco-che-cercavamo-da-mesi-che-hanno-messo-in-offerta-a-3-€-nella-giornata-di-sabato-e-subito-esaurito.....
    La domenica invece era quasi vivibile ..
    I problemi secondo me sono :
    2 bar per 33000 persone
    28 bagni per 33000 persone
    1 mensa per 33000 persone
    1 parcheggio ridicolo ....sempre per 33000 persone ...
    le soluzioni sono :
    aumentare di un giorno la durata della play
    aggiungere altre location vicine dove suddividere gli eventi come hanno fatto a Lucca
    eliminare dal programma tutti gli eventi non legati ai boardgame come i videogiochi,cosplayer,rievocazioni varie ecc che occupavano l ultimo capannone e dedicarlo interamente a tavoli per board game e gioco libero .. come era fino a ModCon..


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  19. Io che sono un dimostratore volontario professionista ,applico una regola per definire la durata di una partita che vado a dimostrare :
    faccio prima una partita preliminare a un gioco che andrò a presentare e cerco di capire in quale momento sono state estrapolate tutte le meccaniche del gioco e decido quanto fare durare il gioco che andrò a presentare .
    Faccio un esempio : una partita a pozioni esplosive la faccio durare fino a quando uno dei giocatori non riesce a raccogliere una tessera ricompensa oppure ad orleans faccio fare solo 9 turni perchè intanto gli altri turni sono pressapoco uguali ..
    la differenza fra dimostratori (Gratis) professionisti e quelli degli stand (pagati) sta tutto qui , nella capacità di interpretare un gioco

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