giovedì 23 aprile 2015

Quelli che inseguono

Estate del 1989
Vasco Rossi se n'era appena uscito con Liberi Liberi, uno dei suoi album meno riusciti. Ricordo la cassettina nel walkman, e che la riavvolgevo facendola roteare su una penna per risparmiare le stilo. E anche, nel mio zaino, il libro Le notti di Salem, che nei miei piani mi sarei dovuto leggere (almeno in parte) sul traghetto Genova-Cagliari, non avessi poi passato gran parte viaggio a vomitare o riverso sui divanetti.
Avevo 15 anni. I miei tiravano la cinghia, e allora restavano a casa per mandarmi in vacanza con la zia, che invece poteva, e allora anticipava.
Il campeggio tre stelle in sardegna a luglio era un rapina legalizzata, ma era anche una fattoria per svezzare gli adolescenti. Pochi eletti arrivavano davvero a scopare, ma noi eravamo pronti a mettere la firma anche solo per le briciole.
Il gruppo delle seconde scelte si formò velocemente, costola del gruppo "bene" nel quale militavano i ragazzi e le ragazze più belle. I disadattati e gli impopolari mi accolsero a braccia aperte riconoscendomi dei loro. Poche ragazzine nel nostro gruppo, tutte rigorosamente sorelle minori delle splendide che orbitavano nel gruppo bene, tutte troppo acerbe o fisicate tipo manico di scopa per pensarci seriamente.
Tutte a parte Federica. Di tre anni più grande del più grande di noi, sembrava momentaneamente in prestito dal gruppo bene. Una cascata di capelli biondi e con le forme addosso, balzava all'occhio nella nostra banda dei perdenti come un'ostrica in una padellata di cozze.
Stava con un biondino del gruppo bene. Ogni tanto si andavano a infrattare da qualche parte e allora lei spariva fino al giorno dopo. Ma quando non stavano attaccati, lei stava coi brocchi. Non frequentava il gruppo bene, presumo si fosse presa per i capelli con qualche altra ragazza (a occhio tutte le ragazze del gruppo bene).
Ci raggiungeva in spiaggia in tardissima mattinata, sempre piena di sonno, col suo asciugamano, il walkman, gli occhiali da sole, e una borsa mare tipo tasca di Doraemon.
Io ne ero cotto perso. Fede stava tre passi avanti a tutte le ragazze che avevo conosciuto fino ad allora: era una ribelle, non aveva orari la sera, fumava, sembrava disinteressarsi al mondo intero, scopava col suo ragazzo e veniva a raccontarcelo facendo spallucce "Beh, cosa dovrei dire, che ci guardiamo negli occhi tutto il tempo?".
E ci sfotteva. Sempre. Per i nostri ormoni a palla, per il nostro non batter chiodo, per la nostra imbarazzante verginità.
Una volta, in mare, durante il classico gioco in cui i ragazzi prendono sulle spalle le ragazze, e ogni coppia deve spingere l'altra per farla cadere in acqua, Fede mi disse "Andre goditi pure le mie cosce attorno al collo, ma per Dio non facciamoci battere da quei due".
Sapeva come tormentarmi.
Finchè arrivò il giorno della sua partenza, del ritorno a casa.
Le diedi un gancio per poterla salutare da sola. Lei arrivò già vestita per il viaggio, il suo ragazzo la aspettava alla barra di ingresso del campeggio.
Mi abbracciò e mi disse "Mi mancherai, Andre"
Riuscii a risponderle "Tu mi mancherai. Molto di più. In un'altra maniera"
Lei sorrise. L'aveva sempre saputo. Non che ci volessero doti divinatorie. Non riuscivo a guardarla negli occhi quindi abbassavo lo sguardo. Così però le guardavo le tette, quindi lo rialzavo per sembrare un po' meno maniaco.
"Hai preso una piccola cotta per me?" mi chiese
"Diciamo un tram in piena faccia"
"Sei troppo piccolo per me, Andre" mi disse, sganciandomi una testata nucleare direttamente nel cuore "Però è nata lo stesso una bella ami...".
La baciai. Almeno: ci provai, con pessimi risultati. L'abbraccio risultò una specie di presa da orango, e il bacio qualcosa fra l'imbarazzante pessimo e il molto maldestro. Mi spinse via con un "ANDRE! Ma sei impazzito?".
Ci avevo provato. Nel peggiore dei modi, assolutamente fuori tempo massimo, senza alcuna speranza concreta, ma ci avevo provato.

16 Aprile 2015 - ore 6.30
Francy fa colazione, io scolo le penne. Non mi ricordo mai di prepararmi il pranzo per l'ufficio la sera prima. Faccio saltare in padella la passata Mutti con un po' di soffritto. Rovescio sulla pasta. Riempio una mezza dozzina di cuki e metto nel congelatore.
Si alza anche la piccola.
"Papà stasera vengono Viking e Redbairon?"
"Sì"
"Yuppiiiiii" perchè dorme con la mamma.

Scrivo "21.45" e loro arrivano alle 22.00 senza neanche l'alibi di una teglia di farinata, Red con un tris di Ceres da supermercato sotto braccio (apriremo la Choco-Porter che Domenico mi ha regalato a PLAY), Viking con Tzolkin.

Tzolkin, che tradotto dal Maya Vulgare do Nacimento significa letteralmente Calendario delle Cinque Ruote Dentate con Scappellamento Dominante a Destra.
Piazzamento lavoratori serissimo e premiatissimo, attualmente alla 16esima posizione della classifica assoluta di BGG, edito dalla Cranio, del duo dello stivale Simone Luciani - Daniele Tascini.
Tedesco nudo e crudo e privo d'alea significativa (quelli che spaccano il capello in quattro e non scopano neanche pagando potrebbero segnalare il refill delle tessere edificio), articola il proprio motore attorno all'ingranaggio delle ruote dentate: ogni turno viene scandito dalla rotazione di una posizione della ruota centrale, che fa muovere le cinque ruote dentate collegate. Ogni scatto in avanti delle ruote, e del lavoratore piazzato su esse, incrementa il valore dell'azioni (per spiegarlo alla casalinga di Bitonto: più il babacio resta sulla ruota, più roba porta a casa).
Ogni ruota corrisponde a un differente set di risorse \ azioni:
-Ruota di Palenque: mais e legno, spina dorsale dell'economia
-Ruota di Yaxchilan: materie prime (mais, legno, pietra, oro, teschi di cristallo, strap-on)
-Ruota di Tikal: costruzione degli edifici, avanzamento tecnologie, upgrade templi
-Ruota di Uxmal: azioni mercato, trasformazioni, +1 lavoratore
-Ruota di Chichen Itza: punti vittoria diretti e bonus ai templi

Il tabellone è "parlante", indipendente dalla lingua e di immediata comprensione.
Tre i templi da scalare per i punti vittoria, molti gli edifici da costruire per ricavarne risorse, punti vittoria, sconti sulle costruzioni e benefit vari, quattro le tecnologie da sviluppare per andare in combo con le ruote dentate e fare il gagà al tavolo.

Tre giocatori e tre partenze diverse. Io che senza cubetti risorse non è vero board game, raccolgo materie e costruisco edifici che manco Minecraft, Vik punta al dominio delle tecnologie e coglie teschi di cristallo nei prati, Red va di arrampicata sui templi a mo'di geco sui muri.
Parto bene, forte di un'iniezione di mais lubrificante che mi fa mettere giù un paio di edifici interessanti. Vik si sporge troppo in avanti per il lavoratore addizionale e gli tocca remare a mais. Red come al solito parte diesel, basso profilo, finchè un turno prima del click di fine anno, Vik mi fa: "Ehm... Dado hai visto dove sono i lavoratori di Red?". Studio le ruote. Tutti i suoi lavoratori, nel posto giusto, nel momento giusto.
Il geco di Red zompa sulle pareti lisce dei templi maya con l'entusiasmo che solo un habanero infilato a tradimento nel sottocoda, potrebbe innescare. Red passa dalla posizione 0 del segnapunti, alla posizione "Mi controllate se mi si accendono gli stop?".
Il secondo tempo è tutto un pasteggiare a teschi di cristallo, con templi di puro contorno.
Io chiudo ammonticchiando tesserine mais per trasformarle in punti con l'azione edificio.

La partita finisce.
Red si conferma puntino sfocato all'orizzonte, che non si capisce se stia salutando o è solo la rifrazione. Vik-Di-Caprio eterno secondo, oramai si fa trapiantare fegati a settimane alterne per poterseli mangiare al tavolo del giovedì.
Io non tradisco le aspettative e mi confermo ultimo con un rendimento assolutamente costante.

E finalmente è arrivato sul tavolo, 'sto piccolo gioiellino german, per troppo tempo procrastinato e progastrinato, perchè noi gamer siamo degli ipocondriaci del ludo, e ci vengono le gastriti anche solo a sentirla nominare la strategia dominante. Due righe su un forum "Il gioco X ha una strategia dominante" sono sufficienti per farci lasciare il titolo per sempre sullo scaffale, senza neanche provarlo una volta: vade retro satana, penitenziagite!!
E non importa che la nostra media di partite giocate stia ben al di sotto delle 10 per titolo, e che passino mesi e mesi fra una partita e l'altra allo stesso titolo, e ancora che ci sia un abisso in termini di partite ed esperienza necessaria fra conoscere la strategia che paga di più e saperla applicare fino a renderla "dominante": non ci sarà mai perdono per il gioco marchiato col segno dell'infamia.
Divagazioni a parte: Tzolkin e le sue ruote dentate meritano davvero: è un giocone e io non ci rinuncio. Per il nostro modo di giocare, considerato il numero di partite che mediamente rovesciamo sullo stesso titolo e l'avvicendarsi continuo delle novità a ritmo mensile, stimo che non arriveremo mai a scoprire se e quanto è efficace la stratdom.
Che tanto poi alla fine vince comunque Red, con la strategia del grande puffo.

Noi che inseguiamo.
Noi che siamo abituati a guardare la nuca dei nostri avversari, che ci prendiamo i nostri tempi anche all'ultimo turno, che lottiamo per contenere i danni e rosicchiare le distanze. Noi che non molliamo anche se gli altri ci stanno già tutti davanti, che lottiamo per dimostrare che non è già tutto scritto, che lo sappiamo che la gazzella è più veloce ma a noi basta che sia fuori forma una sola volta.
Noi siamo inseguitori fuoriclasse. Anche nel peggiore dei modi, anche fuori tempo massimo e anche a costo di apparire buffi, maldestri, imbarazzanti: noi cerchiamo sempre di piazzarlo, quel maledetto singolo punto.
Anche quando non cambia niente.

18 commenti:

  1. Non mollare mai, Andre. Anche io, nel mio piccolo, prima o poi riuscirò a battere mia moglie (pora stella, gioca per farmi un piacere, chè a lei i gdt non piacciono...) :D

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  2. Mamma mia, mi hai quasi emozionato ^^ Grande

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  3. Ma hai mai pensato ad una raccolta cartacea dei tuoi post....a tipo un Barnum alla Baricco ( mi riferisco all'idea)....post molto poetico e languido.......gli hai dato anche di choco

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  4. Bravo Dado! Ottimo post della serata: sempre un piacere leggerti.

    P.S.:Tzolkin entra senza dubbio nella mia top10! (non vedo l'ora di rigiocarlo...)

    Viking

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  5. Andrea Dado tu dai al mondo dei giochi da tavolo un quarta dimensione.


    Matteo

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  6. Come al solito, l'aneddoto introduttivo mi ha distratto dall'analisi del gioco e di come è andata la partita.... si perchè mi ha riportato indietro alle belle estati in campeggio e agli ormoni impazziti che colpivano e me la mia cricca....e se penso che inizio a pensare al passato con malinconia....mi sento già vecchio..
    Tzolkin è uno dei giochi che voglio provare e il colpo d'occhio con tutta quella rrrooobbbaaa mi alletta tantissimo!!!
    Grandi ragazzi!!!

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  7. io la strategia dominante ho provato ad applicarla, ma senza grosso successo, fermo restando che anche io ci ho giocato decisamente troppe poche volte e questo è un gioco in cui l'esperienza fa la differenza: un esperto asfalterà sempre un neofita !

    Gran gioco comunque, mi è piaciuto parecchio.

    Un salutone dall'Urbe ragazzi ;)

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  8. Ti hanno già fatto tutti i complimenti possibili... ed io mò che ti dico?
    Comunque gran pezzone, a metà strada fra il Tempo delle Mele e Apocalypto!

    :)

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  9. E non ti ha infastidito il "morto" che necessariamente gira sulle ruote?

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    1. No, direi che non ce ne siamo quasi accorti giocandolo in 3.

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  10. Ciao Dado,
    leggo sempre con piacere i tuoi articoli.
    Io l'ho giocato solo un paio di volte ma a me e mia moglie piace molto.
    Non mollare che come si dice: "Gli ultimi saranno i primi".. se al tavolo non è seduto Red!

    Albe&Fla

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  11. Molto divertente l'episodio del campeggio :)

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  12. Mi chiedevo? Ma a 15 anni avevi già quella barba li?
    No perchè la bionda abbronzata dai denti bianco accecante, le tette sode, fighetta e maiala... si sa che non ami cose ispide sulla pelle vellutata!

    Però hai fatto bene a smollarle un mezzo bacio... anche io sono per l'azione a tutti i costi, fino all'ultimo: BRAVO!

    Strano come le vite siano colme di aneddoti simili, che sia tutto un "rewind" di un programma a matrice?

    Red lo devi battere per tutti noi giocatori medi che sono affezionati a chiudere sempre il gruppo, in coda come Goku. PURGALO!
    ahahaha
    Saluti al trio!

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  13. Mi piace un sacco questo gioco, non conosco strategie dominanti e supercazzole, e quella sera mi ha fatto veramente godere .... così come mi diverte sempre leggere i tuoi report "barba", che in un modo o nell'altro oltre a divertirmi mi fanno sempre venire in mente ricordi del mio passato... MVP anzi MVB... (most valuable blogger)...

    redbairon

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  14. ahahahaha! Grandissimo articolo come sempre!
    Credo che ti leggerei pure se non parlassi di giochi da tavolo! :D

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  15. Scrivi davvero molto bene, Dado. Hai mai pensato di fare il passo piu' lungo del "blog"?

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  16. Ogni tanto torno su questo articolo, leggo il paragrafo conclusivo e mi commuovo.
    Grazie Dado.
    Edoardo B.

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