L'uomo alla guida del furgone è fuggito prima dell'arrivo della polizia.
5 febbraio 2019 - Torino011News
Sta guardando le scatole dei giochi sullo scaffale. Sembra assorto, con la mente da qualche altra parte, sordo al vociare dei ragazzi alle sue spalle, che discutono del torneo. Mi affianco.
"Belle, vero?" gli chiedo.
"Come? Ah, sì"
Ne sfilo una, con la punta delle dita.
"Kingsburg prima edizione. Ancora incellofanato. Introvabile". Rimetto la scatola in mezzo alle altre.
"La prima volta che vieni al Jolly Joker?" gli chiedo "Non mi sembra di averti mai visto"
"Sì, prima volta. Sono venuto per il torneo di Android NetRunner. Di solito vado all'Alfiere Blu, ma un paio di settimane fa ha preso fuoco la rastrelliera dei manga, sono bruciati pure alcuni Zerocalcare e Ortolani. Hanno attaccato un cartello alla serranda con scritto Chiuso per ristrutturazione".
Mi volto verso il tabellone con i turni della svizzera, appeso vicino alla cassa del Jolly Joker.
"Il torneo di Android NetRunner. Hai vinto tu, mi pare" osservo
"Un po' di fortuna. L'altro ragazzo in finale aveva un bel mazzo"
"Vinci spesso? Ai giochi da tavolo, intendo"
"Aspetta io, ti conosco, tu sei Dado. Sei quello che studia i giochi da tavolo"
"Studio i giochi per capire le persone. Mi interessa di più la mano che muove i pezzi sul tabellone"
"Sono Massimiliano. Sulla Tana e sui forum sono RedBairon"
"Ti va un caffè da qualche parte, Redbairon?"
Il barista, calabrese, sudato come un ferragosto in Calabria, continua a fare a braccio di ferro con la spillatrice della birra, e tira cristi e giura che appena becca il fornitore gli fa il culo.
Red, sullo sgabello accanto al mio, infilza olive sullo stuzzicadenti e ficca in bocca.
"Come?" mi chiede.
"Ti ho chiesto se hai mai perso. Ai giochi da tavolo"
Ha una spazzola di capelli grigi in testa, nessun segno di stempiatura, nonostante i 40 passati da 5. Io, stessa età, sono una palla da biliardo.
Mando giù l'analgesico e un bicchierino di grappa.
"Male alla cervicale" gli spiego.
"Quella roba ti ammazza" mi risponde, non precisando se l'analgesico o la grappa "Comunque sì. Al gioco di carte del Trono di Spade. Frequentavo l'associazione TerzoToken a Settimo Torinese. Erano tutti forti in quell'associazione. C'era un tizio..."
"Studio i giochi da tavolo da 30 anni" lo interrompo "Ritengo che i giochi da tavolo siano un antico strumento usato per selezionare le persone migliori. Ci sono dei graffiti del neolitico, del quarto millennio avanti Cristo, che ritraggono uomini giocare con quelli che sembrano a tutti gli effetti dei primitivi shanghai. Sai come siamo sopravvissuti, Red? Intendo dall'uomo di Neanderthal a oggi? Te lo dico io: sbagliando il meno possibile. In anni in cui il cibo scarseggiava, la mortalità infantile era alta e l'aspettativa di vita non andava oltre i 30 anni, un singolo errore poteva costare la morte di un membro della famiglia o nel peggiore dei casi di un'intera tribù. Scegliere se accamparsi accanto a un fiume, se inseguire una mandria su al nord, dove costruire i rifugi. Era indispensabile scegliere dei leader che prendessero delle decisioni e sbagliassero il meno possibile. Era questione di sopravvivenza.
Io credo che i giochi siano stati inventati per questo. Per scegliere i leader migliori. In seguito questi strumenti di selezione, stritolati dalla macchina commerciale, sono stati resi avvincenti, vivacizzati, e trasformati in giochi che potessero divertire. Ma analizzando a fondo una partita, che cos'è il giocatore vincente, se non la persona che ha preso decisioni migliori di quelle degli altri? Che ha avuto una miglior visione dell'insieme, che è riuscita a programmare sulla lunga distanza?".
"Quindi ti chiedo ancora: ti capita mai di perdere?"
Mi fissa per qualche secondo. Poi scoppia a ridere.
"Ma sei serio, Dado? Quindi io cosa sarei? Una specie di capo tribù?"
"Vieni. Di là c'è una saletta tranquilla"
Superiamo il biliardo ed entriamo in una stanzetta tre metri per tre, spoglia, con armadio con le ante sbilenche, un tavolo e 4 sedie. Dal soffitto pende un filo con la lampadina.
Apro l'anta scorrevole. Prendo il gioco.
"Mai giocato ai Rajà del Gange?"
"No"
"Io una dozzina di partite. Uno dei migliori giochi dello scorso anno. Ti va di provarlo?"
"Se me lo spieghi"
Piazzamento lavoratori con valuta monete e dadi, di Inka e Markus Brand, quelli di Village e Exit, per 2-4 giocatori, difficoltà medio-alta, del 2017, 60-90 minuti circa di durata, edito in Italia da DvGiochi.
Gioco dalla componentistica importante, impegnativo già nel setup, con materiali di qualità ed un regolamento che spiegato la prima volta porta via almeno un quarto d'ora.
Attorno al tabellone corrono due tracciati, quello dei punti prestigio, in senso orario, e quello delle monete, in senso antiorario.
Vince il primo giocatore che riesce a far incrociare i due segnalini.
Ogni giocatore dispone di una plancia, sulla quale collegare le tessere percorso, che danno bonus e risorse varie, e una riserva di dadi di 4 colori.
Quattro le macro aree azione: la Cava, nella quale acquistare tessere, spendendo dadi, il Mercato, necessario per far monete con seta, spezie e tè, il Palazzo del Mogol, dove affinare le azioni dei dadi, e il Porto, nel quale far avanzare la propria imbarcazione per ottenere bonus.
Il primo impatto con Rajà del Gange è duro: tanti colori, tanti spazi azione, tante icone incomprensibili. Ci va più di qualche minuto: ci va qualche turno.
Il gioco è un piazzamento lavoratori e dadi, che si traduce in una corsa, su due tracciati che sembrano impastati con la sabbia e la colla vinilica.
Difficile da padroneggiare, con tante azioni possibili è indiscutibilmente un gran bel tedesco.
Come detto: uno dei migliori giocati lo scorso anno.
Posiziona la tessera sulla plancia. Calcola i punti prestigio.
Muove il segnalino di conseguenza sul tracciato.
E vince.
Sorride.
"Bel gioco davvero, Rajà del Gange, capperi" commenta.
"Come ti senti? Alla fine di questa partita"
"Beh, a tutti piace vincere"
"Non è quello che intendo. Come ti senti di preciso? Che sensazione provi in questo momento? Gioia?"
"Mhmhmh no, forse non proprio gioia, non è che mi freghi qualcosa di esser stato più bravo di te. Mi sento...come dire...in pace"
"Esatto. In pace. Hai seguito la tua natura, Red. Tu sei uno che vince. Che prende decisioni giuste. Che fa sopravvivere il gruppo. Sei un giocatore Alfa. Hai vinto facilmente, alla tua primissima partita ad gioco del quale fino a un'ora fa non avevi mai neanche sentito parlare"
"Mah, non è detto, magari non ti sei impegnato, Dado"
"Io non faccio testo, sono scarso, perdo sempre. Ma te lo procuro un avversario forte, un Ivan Drago del gioco da tavolo. Domani pomeriggio a Moncalieri, al circolo Dolmen, c'è Viking. Più volte vincitore di tornei di Puerto Rico, Agricola, Caylus, Alta Tensione, è una macchina di calcolo, un giocatore durissimo, un altro che non perde mai. Vai e sfidalo a Rajà del Gange. Uno contro uno".
E' sera quando mi arriva il suo messaggio sul telefonino.
Dobbiamo parlare Dado!
Gli rispondo: Sono a casa, raggiungimi ci prendiamo un caffè. Gli scrivo l'indirizzo.
Mezzora dopo è sotto. Lo faccio salire. Entra.
"Devo raccontarti tutto, Dado" mi dice trafelato.
Nota il pacco sul tavolo.
"Ti ho preso un regalo" gli dico "Kingsburg. Seconda edizione, però".
"Grazie"
"Allora, com'è andata?"
"Un calcolatore umano, quel Viking, si faceva mille calcoli ad ogni singola mossa. Una partita serratissima, colpo su colpo. Alla fine avevamo tutte le persone del locale attorno al tavolo ad assistere"
"E com'è andata"
"Ho vinto. Un secondo prima che vincesse lui"
"Perchè tu vinci sempre, Red. Sempre. Sai: ho chiamato il responsabile dell'associazione TerzoToken di Settimo Torinese, della quale mi avevi raccontato. Vincevi anche allora, al gioco del Trono di Spade. Ma bevevi. Eri spesso ubriaco. Ecco perchè non te lo ricordi. Ecco perchè mi hai detto Quella roba ti uccide, riferito alla grappa. Non bevi più. Hai smesso. Vincevi comunque. Anche da ubriaco.
Vieni. Credo sia venuto il momento di farti vedere la mia collezione di giochi".
Mi segue.
Entriamo in camera da letto, e a lui bastano pochi secondi, è un Alfa, ha sempre una visione dell'insieme. Vede le scatole, fatte a pezzi, strappate, perforate dalle coltellate e dai colpi di punteruolo. Vede gli articoli di giornale ritagliati e appesi ai muri: il centro giochi sfondato col camion del latte rubato, l'incendio al LudoWorld, la bomba al Giokkiamo, la bombola di gas fatta saltare al Centro Giochi Sorriso. Gli bastano pochi secondi per capire. Indietreggia.
"Sai qual è la cosa più spaventosa, Red? Non sapere qual è il tuo posto in questo mondo. Non sapere perchè sei qui"
"Che cos'hai fatto, Dado? Hai ucciso delle persone"
"Quegli innumerevoli sacrifici... ho distrutto tutti quei centri giochi per trovarti. Solo per trovare te".
Indietreggia ancora. Rovescia una pila di scatole di giochi. I token si spargono sul pavimento.
"Ora che sappiamo chi sei tu, Red, so chi sono io. Non sono un errore. Sono l'Omega, Red. Sono quello che prende decisioni sbagliate. Quello che fa morire le persone. Gli antichi hanno creato i giochi per evitare quelli come me. Tutto ha un senso. Il giocatore che vince da un lato e quello che perde dal lato opposto. E spesso sono amici. Come io e te".
Si volta. Prende la giacca. Non lo rivedrò mai più.
"Avrei dovuto capirlo da tempo, Red, e sai perchè? I babbani, Red. Nei cooperativi!
Mi chiamavano: Quello che fa morire il gruppo".
Trovate I Rajà del Gange su Magic Merchant
che tutti i mesi mi aiuta a portare avanti questo piccolo blog
Il post è chiaramente la versione ludica di Unbreakable.
RispondiEliminaPovero Red, gli tocca giocare con un Omega quando lui è un vero Alfa!
RispondiEliminami aspetto tutta la trilogia allora :)
RispondiEliminaEh, mica facile.
EliminaAhaha che figo
RispondiEliminaGenio!
RispondiEliminaDSK (Dado Serial Killer) 4ever :-)
RispondiEliminaIo perdo quasi sempre a tutti i giochi, però mi diverto ugualmente... forse perchè mi chiamano Bolton; vincerai pure, ma ti faccio sputare lacrime e sangue, ti faccio rimpiangere di esserti seduto al tavolo con me...
Non ho mai provato Raja, ma mi intriga da sempre, un giorno ce la farò a giocarlo
kukri (col PC morto)
- Dici che ce l'avresti fatta a battere Bruce Lee.
RispondiElimina- No.
- Nemmeno se conoscevi il karate?
- No.
- Nemmeno se lui non poteva dare calci o tu eri molto arrabbiato?
- No.
Ottima memoria Cogo
EliminaBellissimo, grazie Dado.
RispondiEliminaNicola.
Bellissimo Dado, grazie di essere tornato. I post sulle Convention sono di "servizio" non fanno DadoCritico.
RispondiEliminaDai che c'è il milione da toccare.
"I post sulle Convention sono di "servizio" non fanno DadoCritico".
EliminaGrazie
Andrea
Gran gioco. Gran pezzo...
RispondiEliminaGrazie.
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