martedì 27 marzo 2018

Il giuramento di Ippocrate

"Voglio un secondo parere" dissi.
Il fisiatra era della mutua, e non in senso dispregiativo. L'ambulatorio era costituito da una scrivania con un computer, un lettino e un grosso rotolo di scottex.
"Posso chiamarle un collega" mi rispose calmo "ma le confermerà la stessa cosa"
"Non intraprenderò una terapia così invasiva senza un secondo parere" dissi alzandomi.

Col fisiatra privato ci davamo del tu. Ci eravamo conosciuti a casa di amici, e dopo un cinese da asporto avevamo giocato insieme a Codenames [nella stessa squadra rossa].
"Non posso che confermare quanto detto dal collega, Andrea" mi disse spalancando le braccia.
Il suo ambulatorio sembrava la versione sceicco del Dubai dell'altro. Il lettino era robotizzato e color corallo. Lo scottex era setificato.
"Ci deve essere un'altra strada" dissi "Cure sperimentali, morfina, cellule staminali,..."
"No, Andrea. E' l'unica strada possibile. Devi rimettere in moto trapezio, spalla e braccio. Devi iscriverti a Pilates

venerdì 23 marzo 2018

[Pillola del giorno dopo] Autocad coi Fonzies

Ma che tastiera hai?!?
Me l’hanno prestata, la mia era rotta, ma non mi ci trovo. Che gioco è? 
The Game, ma versione per 2 giocatori. 
Premio Oscar all’originalità, chiamare un gioco The Game, come chiamare un piatto The Food. 
Eheheh, vero, però si fa giocare. 
Perché dici versione da 2? Ce n’è un’altra? 
Sì, ho pure l’altra 
E l’altra non si poteva giocare in 2? 
Sì, 2-5, ma l’altra è un cooperativo, in questa si gioca contro 
Ah. E quanto costa? 
10 
Onesto. E l’altra? 
10 anche l’altra. Lo proviamo? 
Dopo. Adesso per favore rimettimi dritto 'sto Autocad che sono 2 giorni che smadonno.
Dipende tutto dalla grappa che hai in casa. L’informatica è una scienza che si regge su delicati equilibri di alambicchi e barrique.

mercoledì 14 marzo 2018

Il mondo non è pronto

Torino era ancora lì, in piedi sotto la pioggia acida che le bruciava la pelle, molto più eroica di me che mi lamentavo di ogni singolo ago piantato in spalla, mentre lei affondava giorno dopo giorno nel guano di amministrazioni incompetenti e torinesi incoscienti.
I mezzi pubblici erano il termometro della città e della sua febbre. Per questo non li amavo. Li prendevo solo lo stretto necessario.
Presi l'11 per andare in centro a firmare certe pratiche dell'inps.
Il pullman era pieno. Il groviglio di corpi appiccicati e sudati mi ricordò il racconto di Clive Barker In collina le città dell'antologia Infernalia. Presto i corpi degli studenti fuori corso, dei pendolari, degli impiegati, degli immigrati, degli anziani, dei borseggiatori in incognito e dei palpatori di natiche a tradimento, nell'inesorabile frizione delle carni si sarebbero fusi fra loro, e poi insieme con le lamiere del pullman e della macchinetta obliteratrice, e il leviatano carnomeccanico si sarebbe sollevato su poderosi polpacci GoodYear, e avrebbe ruggito spalancando portiere irte di denti di smarphone e abbonamenti mensili, contro la giunta di Chiara Appendino.