"Portatevi una felpetta che non fa ancora caldissimo" ci avverte Viking, "Per sicurezza lascio fuori il Montenegro", perchè noi giocatori e i senzatetto ci scaldiamo così, quando non possiamo incendiare i cassonetti.
Io: "Diciamo che parto da casa mia alle 21.00, passo a prendere Red alle 21.10 e stando larghi ma proprio larghi mettiamo che si è ribaltato un tir e ci sono i maiali liberi sulla statale, arriviamo dal Vikingo che son le 21.45. Viking avrà già apparecchiato Kepler in mansarda. Mettiamo fra spiegazione regole, caffè e Montenegro di riscaldamento che cominciamo alle 22.30. Se riusciamo a stare nei 120 minuti per le 00.30 abbiamo finito"
Viking: "Tengo pronto anche un Cave Troll, se finiamo presto".
L'ottimismo: il monaco inseguito dalla tigre, a strapiombo nel dirupo, che trova la fragola matura.
Parto da casa puntuale, 21.00 tagliate col machete, con addosso felpa tattica con cappuccio da monaco assassino come nei fiumi di porpora 2. Sono sotto casa di Red alle 21.10. Lui scende poco dopo.
"Dai, che siamo in orario, dadozz"
La mansarda del Vikingo è un risarcimento, per la nostra adolescenza consumata su sogni di pied a terr scoperecci, monolocali che non abbiamo mai affittato dove portare le donne che non abbiamo mai avuto, ma così nitidi nella nostra testa che avremmo potuto registrarne la planimetria al catasto: 40metri quadri, macchia d'umidità cantervilliana sul soffitto, lampadario costituito da unico filo nero elettrico e lampadina penzolante dal soffitto, monolocale arredato solo con lettone matrimoniale, e sul pianerottolo un bottone di campanello attorno al quale avremmo disegnato col pennarello un cerchio a mo'di tetta stilizzata, perchè noi siamo american e ci teniamo all'ambientazione e ci piacciono le donne.
La mansarda del Vikingo arriva come un TFR dopo 30 anni di contributi di sogni e speranze, di avere una maledetta stanza tutta per noi 3 x 3 metri, nella quale lasciare il resto del mondo fuori, che è quello che facciamo con le scatole dei giochi, entriamo nelle scatole per lasciare il mondo fuori, che se non avete mai sognato un buco del genere siete pieni di buchi ma dentro, delle gruviere inconsapevoli.
Viking: "Raga non perdiamo tempo, ve lo spiego che mi son pure visto il tutorial di Sgananzium".
Sono le 21.45, o le 22.00 secondo l'orologio di RedBairon che a fine partita contesterà l'ora che abbiamo iniziato nel tentativo di minimizzare.
Cominciamo Keplero.
KEPLER-3042
L'anno è il 3042, e l'umanità è sopravvissuta all'autodistruzione [rischiando molto con la IV e la V guerra mondiale, poi VI e VII davvero un po' sottotono, VIII guerra col tentativo di coinvolgere il pubblico scrivendo i nomi degli attori di hollywood sulle testate nucleari, ma è con la IX guerra e la morte di tutte le api e la distruzione della Norvegia per errore di un missile che sembrava intelligente, che le nazioni di tutto il mondo hanno deciso di darsi una calmata], e ora l'umanità è tutta buddista, pacifica, namaste e anzi si è indignata e ingegnata, e dopo le crocchette per cani con aggiunta di fosforo bianco, così gli stronzi sul marciapiede di notte si illuminano e nessuno li si pesta più, è pronta per esplorare lo spazio con la pace di Mahatma Gandhi, trovare nuovi pianeti da terraformare e colonizzare.
Kepler-3042 è un gestionale pacifico 3X, ovvero eXplore, eXpand, eXploit [esplorare, espandersi e puppare le risorse], monco per scelta della 4° X: l'eXterminate, ossia niente bum bum di cannonate e testate nucleari e testate contro il muro, ricordate le api e la Norvegia?
Gioco di esplorazione, espansione e colonizzazione, quindi, per 1-4 giocatori non bellicosi e anzi parchi nell'interazione, di un inedito Simone Cerruti Sola, edito da Placentia Games con supervisione di Postscriptum nelle vesti di un Mario Sacchi determinato e sfibrante che ha battuto le fiere e gli eventi di mezza italia col prototipo sotto braccio che alla fine preferivi quasi esser fermato da quelli di Lotta Comunista, illustrato da un Alan d'Amico in forma, che ha avuto anche una campagna kickstarter [Kepler-3042, non Alan], e oggi si trova nei negozi a 44€ per una scatola densa che pesa come il demonio.
Sedici turni, che sembrano tanti e invece poi vi sembreranno stretti come mettere la tshirt di vostra figlia, per arrivare sul lato più remoto della mappa, nella fascia lontana, e raggiungere i pianeti più remoti.
Nè di Venere nè di Marte.
Cominciamo. E mentre metto le mie astronavi in rotta per i pianeti più vicini, in corsa di esagoni contro le navi del Vikingo, osservo i pianeti più lontani e mi sembrano davvero inarrivabili, impossibili da raggiungere, e mi tornano alla mente certi racconti sulle navi generazionali letti sugli Urania e su alcune antologie che ho sulla mensola, come il racconto In tredici verso Centauro di Ballard.
Le navi generazionali erano astronavi progettate per viaggi lunghissimi, viaggi non affrontabili da un solo equipaggio che non sarebbe sopravvissuto per così tanti anni, e così venivano imbarcate intere colonie di astronauti, che nascevano, morivano, figliavano, e le generazioni si susseguivano durante il viaggio, così che alla fine erano i lontani discendenti ad arrivare sui pianeti destinazione.
Kepler-3042 è un gioco di lucida programmazione a 3-4 mosse avanti, che non premia l'improvvisazione nè le giocate boh io ce provo. Il sistema di gestione delle tre risorse: energia, materia e antimateria, è stretto, asfissiante, severo, e concede poco margine agli errori e alle giocate creative: bisogna programmare cosa si spende e quando si spende, calcolare cosa entra e cosa esce dalla propria riserva.
La plancia delle azioni è burrosa, voluttuosa, una tentazione continua, con tutte quelle azioni bonus che sembrano incastrarsi così bene e dar l'accelerazione giusta. Ma il prezzo da pagare è alto perchè le risorse che finiscono nel Pozzo di Clausius, sono difficilissime da recuperare, e poi c'è il tracciato dei turni, che imparerete a odiare insieme all'autore, perchè capirete velocemente che non riuscirete materialmente a fare tutto...
Cubetti per cena di Malika-3042
Si comincia, quindi, annusando l'aria come cani spaziali discendenti di Laika, prudenti, guardinghi, concreti e mai neanche per un istante cazzari.
Io e Viking intimoriti dal tracciato dei turni, preferiamo l'uovo di Ork oggi, prendendo i pianeti più vicini della prima fascia, mentre Red passa i primi 6 turni accumulando cubetti, senza costruire neanche un'astronave.
Poi d'un tratto parte, upgrada mezza plancia di tecnologie d'un botto, i suoi nauti passano dal medioevo a minority report, e le sue navicelle cominciano a zompare a 9 esagoni per volta.
Conquista 2 pianeti alieni, mentre quelli miei e di Vik sembrano palle di gelato sciolte sul marciapiede.
La partita prende la piega di sempre, con il tritamanuali che corre e noi che inseguiamo, nonostante Viking riesca a stargli in scia.
Dall'ottavo turno entra in gioco la Paralisi d'Analisi, teorizzata da Laplace, dimostrata da Eulero all'università di San Pietroburgo nel 1779 con un topo davanti a 2 pezzi di fontina, e insegnata 300 anni dopo nelle associazioni ludiche del torinese dal Vikingo.
Vik rallenta, decelera inesorabile fin quasi all'immobilità totale, e Red per non perdere i pochi punti di vantaggio gli sta dietro con calcoli e proiezioni, e il turno si diluisce nella formaldeide, che sembra di guardare Autocad2016 eseguito su un pentium3.
E alla fine, 41 milioni di km dopo, che è la distanza fra la Terra e Venere, e fra l'uomo e la donna, arriva il 16esimo turno, e ancora niente di nuovo al nostro tavolo, cambia il titolo ma non l'uomo sul gradino più alto del podio: RedBairon chiude a 45 e Viking gli sta dietro a 43, e io non pervenuto, non ricordo, c'era una nebbia volumetrica che si tagliava col coltello, secondo alcuni amici benevoli 42 punti, secondo altri invece un vergognoso 25 tipico del Dado, ma vi assicuro che non è importante, che a volte a rimanere nel dubbio si fa più bella figura.
"Sono un judoka tedesco: faccio la presa schuko" [cit.Dado]
Kepler-3042 è un germanazzo. E per vostra pace interiore, miei cari fratelli del crauto, vi dirò anche che non si rollano buffi dadi tematici, nè si pescano carte fortunelle: "Cacca di alieno! +4 punti vittoria!".
Ma che nel suo rigore teutonico Kepler riesce ad essere tematizzato come pochi altri [Myrmes mi viene in mente], grazie all'aderenza delle azioni con il tema in the space, alla componentistica, al tentativo di spiegare le tecnologie utilizzate con l'opuscolo allegato al gioco, e ad una certa ossessione per il possibilismo.
L'alea è minimamente presente, nella distribuzione delle carte obiettivo che potrebbero risultare leggermente più semplici a seconda della disposizione casuale dei pianeti, ma a mio parere davvero robetta, il solito elemento random per evitare giochi completamente deterministici e risolvibili [che a noi giocatori basta sentire "Sai che hanno risolto il gioco XYZ? Hanno calcolato tutte le partite possibili e sono 180.000.0000!" che subito saltiamo su: "Ah, cacchio, allora col cavolo che me lo compro!"]
Il regolamento è chiaro, ben scritto, irto di esempi.
Un doveroso grazie per la bassa interazione, che aumentarla per contentare gli indiana jones del pelo nell'uovo, i giocatori spaccacoglioni dell'arca perduta, in un titolo del genere avrebbe probabilmente causato piccole emorragie ai miei soci, e orchite e varicocele a chi vi scrive queste righe pregne di stanchezza, e reso solo il gioco più difficile da tirar fuori dalla mensola.
Nello spazio nessuno può sentirti pensare
Si ritorna a casa, dunque, che l'universo sarà buio ma anche la bretella di statale che ci riporta a Torino sembra una cannuccia tuffata in un bicchiere d' inchiostro.
La mia macchina la percorre in lunghezza, come una formica su uno stelo d'erba, e io e Red facciamo i conti della serva vedica di Kepler alle 3.00 di notte, fra benzinai fantasma, camionisti urinanti sul guardrail, e prostitute impegnate a whatsappare.
Il tabellone di Kepler è grande, sconfinato, e rende giustizia alle dimensioni dello spazio rappresentato, e crea il giusto smarrimento e la sensazione di non arrivare mai, come certi nostri ritorni a casa infiniti.
La nostra Paralisi d'Analisi si allunga sempre più tendendo a 1 fratto 0, abbiamo iniziato alle 22.30 e finito alle 2.30 per un gioco da due ore, forse finiremo davvero per giocare partite generazionali, iniziando al tavolo con le nostre mogli, vivendo, morendo e figliando nel mentre, partite cominciate da noi e concluse dai nostri eredi, come nei viaggi verso Centauro.
Ci penso domani.
Mappe stellari e scorciatoie per le nane bianche su Magic Merchant
Ma pensare di cominciare prima, vi è mai passato per la mente?
RispondiEliminaIl Gruppo con cui giocavo anni fa aveva lo stesso problema: inizio alle 21:00, fine serata non pervenuto. Io poi avevo 40 minuti di auto da fare.
Adesso per la mia serata fissa del mercoledì si comincia alle 19:00 si mangiucchia qualcosa in piedi attorno al tavolo, si finisce tra mezzanotte e mezzanotte e mezzo con qualche punta dopo l'una. Ma il giorno dopo siamo umani non zombies (con i cinquanta in avvicinamento diventa più difficile tirare mattina).
se è come nel mio caso, dipende quanto tempo puoi/vuoi sottrarre alla famiglia/figli
EliminaPienamente daccordo con Remo! Con due cubetti da sfamare e mettere a nanna, l'orario classico è non prima delle 21.30... purtroppo
EliminaI miei piccoli gamers hanno 4,5 e 2,5 anni. Finché gioco con loro le altre 6 sere della settimana e le mattine di sabato e domenica mi concedono volentieri una sera per l'unico hobby che ho.
EliminaPiù che un problema di figli penso sia un problema di mogli e di altri (eventuali) hobbies.
Povere Api... :)
RispondiEliminaGrazie per come scrivi. E' merce rara al giorno d'oggi.
RispondiEliminaSolito immenso Dado. Sei riuscito nella romantica impresa di incuriosirmi nei confronti di un gioco che poco mi comunicava. Anche la scimmia si è rifatta viva; dopo aver letto di kickstarter a 300 euro mi aveva salutato ed era tornata in Africa, e aveva smesso anche di scrivermi. Almeno stasera un whatsapp me lo ha mandato... grazie anche di questo.
Sembra una riflessione sensata anche a me donna da filler.
RispondiEliminaO sfidi te stesso o sfidi gli avversari.
Se pretendi di fare tutti e due l'orchite è il minimo.
Dado.. ti converrebbe venire a Saluzzo. Ritorneresti a casa prima.
RispondiEliminaO meglio ancora, a Savigliano che tanto la distanza è la stessa ;)
EliminaSplendida recensione, e ottimi punteggi (Anche il tuo...42 sicuramente). Però ti dirò, Kepler-3042 non è un gioco lungo. Anche con 3 che non ci avevano mai giocato al tavolo, non ho mai sforato le 2/2,5h più spiegazione. Il problema della paralisi in Kepler non l'ho mai riscontrato molto perchè, specialmente negli ultimi 3-4 turni, sai già cosa fare, sei praticamente costretto a quelle 3/4 azioni lì. E gli obiettivi aiutano tantissimo durante la partita proprio a definire una strategia precisa.
In tredici verso Centauro è un racconto fantastico! Parte fantascienza e finisce ballardiano al 100%.
RispondiEliminaBTW, questo gioco mi incuriosisce, mo' moo segno...
Paolo
Il gioco in uscita non mi aveva particolarmente colpito, grazie per aver rotto la gabbia della scimmia, mia moglie, si dice abbia messo una taglia sulla tua testa.
RispondiEliminaParalisi da analisi? Provato un Dungeon Twister scacchistico da oltre 3 ore? Dilettanti! :-)
E come sempre, un grande articolo.
Grande Maestro!
RispondiEliminaOrmai giochiamo gli stessi giochi, nelle stesse serate, con le stesse sensazioni... forse siamo sempre stati la stessa persona come diceva Cissinho all'inizio? o forse lo sdoppiamento della mia personalità mi sta dando più problemi del solito.
Gioco spettacolare, veramente veramente una sorpresona anche per noi che il Mario Sacchi ce lo siamo sorbito a destra e manca :DDDD
Ciao Dado, non ci si vede a Modena stavolta ma direi di fissare una data per innaugurare la casa nuova dell0'Uomo Armadio
Ciao, Blog davvero molto bello (e utile). Lo seguo con interesse. Complimenti.
RispondiEliminaA proposito di gruppi, magari ne avessi uno!!!!!
Un saluto.
Roby
Dado, ma non e' che alla fine fine, tu giochi a questi germanoni piu' per stare con il Red e il Viking, per continuare questa tradizione da Goonies, che per il piacere reale di quel tipo di giochi? A parte gli scarsi successi (ti capisco, anche io sono un tipo meno calcolatore), ma queste amnesie e sessioni " a strascico" sembrano piu' indice di un gioco non proprio il tuo preferito al 100%. Passa al lato oscuro dell'american, non illuderti che il german e' il tuo gioco preferito, la verita' tu la sai gia', ma non vuoi ascoltarla, abbraccia la tua vera natura di... Dado!!! :)
RispondiEliminaSecondo me è proprio così...Organizza queste serate non tanto per provare giochi, ma per fare un esperimento antropologico studiando il comportamento di Red e Viking. Se un giorno la maggior parte dei 40enni con famiglia si chiuderà in una mansarda per una maratona di giochi da tavola, lo farà prendendo come riferimento questo blog. Il punto è che Red e Viking lo hanno scoperto e reggono il gioco, perciò a Dado non resta che fare la fine del dottor Francis... La citazione ballardiana ha questo significato nascosto :-)
Elimina..."E alla fine, 41 milioni di km dopo, che è la distanza fra la Terra e Venere, e fra l'uomo e la donna".....geniale...come sempre...
RispondiEliminaBambolotto (alias Valerio)