lunedì 5 aprile 2021

Non si deve far torto al gioco

E mentre la cura planava, con insolente lentezza considerati i 500 morti al giorno, sulla repubblica democratica basata sul lavoro interinale, repubblica che con la sua forma di stivale ci ricordava che questo era il Paese dei calci in culo e delle raccomandazioni, io e EFFE approfittando di uno spicchio d'arancio nelle restrizioni regionali da covid, ce ne stavamo in un bar nei pressi della Stazione Ferroviaria Lingotto, a prendere un caffè sbirciando, dalla porta aperta del magazzino, un anacronistico flipper degli anni '90, impolverato e spento come un vecchio Terminator sconfitto da Sara Videopoker Connor, con la feritoia delle centolire chiusa da un cerotto medico.
Il barista, che aveva un cranio a missile che il Lombroso avrebbe definito da ASSASSINO LADRO SIMONIACO PARACULO, fece il giro del bancone per spiegare a un ragazzo sulla sedia a rotelle il ripieno dei croissant [marmellata, cioccolato, vuoto], ed EFFE, più amaro del mio caffè che era senza zucchero e sapeva di bruciato e sottomarca, considerò che i disabili fisici almeno godevano della pietà sociale, e che se il ragazzo con una manovra maldestra della carrozzina avesse rovesciato la vetrinetta delle brioches, testa-a-missile si sarebbe prodigato in "NON SI PREOCCUPI, STIA TRANQUILLO, FACCIO IO", mentre se lui che era disabile psichico al 100% si fosse semplicemente messo a cantare nel bar l'aria di Berta Filava, testa-a-missile avrebbe chiamato i carabinieri addirittura prima della strofa: la lana e l'amianto / del vestito del santo / che andava sul rogo.
Uscimmo. Andammo al parco. Per far fuori degnamente le due Moretti da 66cl e per dar le noci agli scoiattoli che scendevano dagli alberi.
EFFE disse che si sentiva bollito come una patata di quelle che servivano in ospedale ai malati, che okay la pandemia mondiale, ma tenere rinchiusi in casa quelli come lui era come rinchiudere una pantera in uno sgabuzzino, quindi il rischio era di avere sul finale una pantera viva ma fuori di brocca.
Poi si alzò dalla panchina e si allontanò. Sparì nel parco per una ventina di minuti. Quando tornò sembrava più sereno. Ce l'aveva ancora col mondo, ce l'avrebbe sempre avuta col mondo, si sarebbe volentieri appeso al petto la spilletta IO STO COL BUCO DELL'OZONO se l'avesse avuta, ma le sue ossessioni erano un'occupazione a tempo pieno, e pure il tempo dell'odio era risicato.
"Andiamo a prenderci un altro caffè?" propose.
C'eravamo appena stati ma lui viveva fra un bar e l'altro, quindi dal suo punto di vista eravamo in pausa.
"Prima devo ritirare un pacco" gli dissi
"Ancora giochi da tavolo? Ma non ti stufi mai?" mi disse sinceramente esasperato.

"Pakal" disse una ventina di minuti dopo, rigirandosi la scatola fra le mani "E com'è?"
"Sembra molto divertente. E' una corsa. Ci si muove con un sistema simile al gioco dei quindici. Te lo ricordi il gioco dei quindici?"
"No"
"Vuoi provarlo?"

"No" disse lanciando la scatola sul sedile posteriore, come per chiudere il discorso.

Entrammo in un altro bar. Il gazebo esterno era ammonticchiato e avvolto da due giri di un nastro bianco e rosso da cantiere. Probabilmente il titolare del bar si era stufato di montarlo e smontarlo a seconda dei dpcm.
Presi un caffè e EFFE una Moretti da 33cl.
"Le Moretti da 66 si chiamano Moretti, quelle da 33 Morettine" gongolò. Poi aggiunse: "Ti sei offeso per il gioco?"
"No"
"Sai che non mi piacciono. Però puoi giocarli da solo, eh, se ci tieni. Io ti guardo"
"No"
"Allora non ci sono problemi. Voglio dire: sei di buon umore. Pace e amici come prima?"
"Certo"

PAKAL
Puzzle visivo in tempo reale per 2-4 giocatori, dei Bud Spencer e Terence Hill del gioco da tavolo italiano: Luca Bellini e Luca Borsa, di taglio family, della durata di 20 minuti circa, edito da Cranio Creations.
Scopo del gioco: giungere per primi al traguardo di una corsa frenetica nella giungla messicana, alla ricerca del tempio perduto di Pakal, schivando i numerosi pericoli e i trabocchetti nascosti sul percorso.
Le regole sono poche e semplicissime, il manuale è composto da 2 paginette.
Si dispone al centro del tavolo il tracciato del percorso.
Ogni giocatore prende una plancia, vi posiziona all'interno uno schema 4x4, e inserisce 11 Quadrati del proprio colore e 4 Quadrati trasparenti. Così facendo crea, di fatto, un rompicapo simile allo storico gioco dei quindici.
Si avvia su un dispositivo mobile l'app PAKAL, che altro non è che un timer con due livelli di difficoltà.
Nota: l'app non è indispensabile, si può tenere il tempo con qualunque altra app \ cronometro \ orologio \ timer della cucina a forma di cipolla.
Si prendono un numero di tessere Punteggio pari al numero dei giocatori +3, e si piazzano al centro del tavolo.
Si mescolano le tessere Obiettivo, si crea una pila e si rivela la prima.
Si avvia la partita facendo partire l'app [o qualunque countdown].
I giocatori devono, prima che scada il tempo, manipolare la propria griglia del quindici in modo da lasciare scoperti SOLO i 3 simboli riportati sulla tessera Obiettivo rivelata [nessun altro simbolo deve essere visibile].
Appena un giocatore ci riesce: corre ad accaparrarsi una tessera Punteggio disponibile, attento che questa non riporti uno dei tre simboli della tessera Obiettivo rivelata nel round in corso.
Allo scadere del tempo tutti i giocatori si fermano e si controllano le griglie, se complete e corrette, e le tessere Punteggio.
Se tutto corretto, ogni giocatore avanza sul tracciato fino al primo simbolo riportato sulla tessera Punteggio che ha preso.

Durante i round si attiva un meccanismo che tiene tutti sempre in corsa: che agevola i più lenti e complica le cose ai più veloci. Chi non muove il proprio segnalino sul tracciato, infatti, cambia uno dei propri Quadratini trasparenti con uno colorato, e ogni volta che un giocatore supera una linea speciale [evidenziata da due torce] sostituisce un Quadratino colorato con uno trasparente.
Sembrano piccole correzione ma avendolo giocato vi assicuro che le cose si semplificano \ complicano parecchio ad ogni cambio.

Un gioco [astratto] delizioso, un corpo contundente di divertimento. Pakal mescola bene la velocità di esecuzione e risoluzione del "quindici", con il colpo d'occhio, che è altrettanto essenziale, pena vedere vanificato ogni sforzo. Occorre infatti, nella manciata di secondi a disposizione, non solo prendere la tessera Punteggio che non riporti uno dei 3 simboli della tessera Obiettivo del round, ma anche la più efficiente sul percorso [le differenze possono essere notevoli] tenendo un occhio su cosa coprono i segnalini degli avversari che ci stanno davanti [perchè ci si sposta sul PRIMO simbolo corrispondente che si trova sul percorso].
Un gioco spassoso, una calamita per ghignate e imprecazioni, un fustiga-babbani di quelli che una partita tira l'altra, che azzecca in pieno il suo target, che diventa sempre più sfidante, con un sistema di "rimonta" che è un gioiello di semplicità e genialità, e con un prezzo ottimo [24€].
Complimenti ai due autori per aver creato un gioco, a mio avviso, destinato a far parlare di sè, e con le potenzialità per diventare un classico.
Epilogo
Il tempo scorreva più lento da quando avevano annunciato i vaccini, i giorni sembravano cristallizzare sulle numerose rimescolate di mazzo del governo: prima gli ottantenni con patologie [davvero esistevano ottantenni senza patologie?] poi i cinquantenni con le emorroidi e che fossero proprietari di un cane sharpei, poi i sessantaquattrenni con l'alopecia che guidavano una Opel rossa, poi...
Sembrava non toccare mai a noi.
Rividi uno dei tanti temperini del prepuzio che per ragioni indipendenti dalla mia volontà orbitavano nella mia vita [si trattava di un contratto a termine, sarebbe durato ancora un altro anno, oramai contavo i giorni]. Ci vedemmo per 20 minuti e lui li passò tutti e 20 a lamentarsi delle zone rosso e arancio, dello smartworking, della dad, del precedente governo, del futuro governo, e a descrivere la sua categoria, quelli come lui, "i più bistrattati".
Pensai a EFFE. I disabili psichici se la passavano male anche prima, quando le cose andavano bene. Con la pandemia che aveva dato una bella pennellata di nero, loro erano diventati più invisibili e sommersi del solito. Il mondo non li odiava: non li prendeva proprio in considerazione.
"Conosco uno che sta peggio, ti garantisco"
dissi
"Beh, c'è sempre qualcuno che sta peggio"
rispose il temperino, assolvendosi da qualque pensiero.
Mezzora dopo telefonai a EFFE e gli proposi un caffè.
"Okay. Vieni senza giochi"
si raccomandò.
Era fortissimo.

Trovate PAKAL
su MagicMerchant.it
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