venerdì 17 novembre 2017

Impara il pattern e mettilo da parte

La figlia del dottore era anch'essa dottore. Il pomposo cognome doveva averle spianato la strada dall'ateneo all'ospedale, più del puntuto seno sotto lo stetoscopio a tracolla sul camice. "Ho già visto ematomi simili" disse inforcando gli occhiali da segretaria e passandomi le dita sul livido sul petto "Segno preciso, piccolo e tondo. Dovessi scommetterci direi una pistola di soft-air. Le hanno sparato a bruciapelo". Gli occhiali la dequalificavano da laureata in medicina a diplomata in ragioneria. La miopia la rendeva sexy. Ma la sua diagnosi era miope.
"E' stato un dado" le rivelai riabbottonandomi la camicia. 
"Come un dado?" chiese sfilandosi i guanti con uno schiocco che fece sobbalzare seno, stetoscopio e il paziente che si stava facendo ricucire la fronte da una bottigliata, sul lettino accanto.

"Stavamo giocando a un gioco da tavolo" spiegai "La Festa per Odino, per la precisione. E il Vichingo era indietro sul percorso punti. Ha rollato con troppa energia durante l'azione caccia. E' stato un incidente. Un incidente di caccia. Non intendo sporgere denuncia"
"Vorrebbe raccontarmi che a farle quel mega bozzo sarebbe stato un dado del Monopoly rimbalzato sul tavolo?"
"La Festa per Odino, non Monopoly. Le dicevo che il Vikingo era indietro sul percorso punti, e lei non lo conosce il Vikingo".

Le mostrai il blog sul cellulare.
"Questo sono io. Pinco11. Di Giochi sul nostro tavolo"
mentii. Quando si tratta di salute è meglio spararla grossa "Sono un esperto di giochi. Per farle capire: vado al mare con TeOoh".
La dottoressa mi prescrisse il caro e vecchio Lasonil.
"Stia un po' a riposo. E solo giochi tranquilli per almeno una settimana" si raccomandò.

Fuori dall'ospedale, in doppia fila con le quattro frecce perché parcheggio neanche a parlarne, mi aspettavano i soci. Vik aveva apparecchiato Gloomhaven sul cofano della macchina, Red stava sparando ai colombi con una pistola da soft-air.
"L'ha bevuta?" chiese Red centrandone uno che stava cacando dritto sul parabrezza di un'ambulanza parcheggiata.
"E' tutto nella tua testa, Dado" mi disse Vik sfocando.
L'asfalto tremolava.
I neon sul soffitto correvano sopra la mia barella.
"Rifugiati nei tuoi palazzi mentali" mi suggerì ErProsciuttaro citando Sherlock.

Chiusi gli occhi.

Ricorrono i 30 anni di Double Dragon, piacchiaduro a scorrimento che a cavallo fra il 1987 e il 1989 mi portò via dalle tasche più monete dei bulli [che già facevano il loro].
Mio padre era convinto che avessi cominciato a fumare, perché il solo sabato pomeriggio mi bruciavo tutta la paghetta della settimana, e perché quando tornavo a casa la sera, dopo il pomeriggio passato al bar, davanti al cabinet col gioco della Taito, puzzavo delle Nazionali e delle N80 degli altri clienti.
Ma io non fumavo. Io picchiavo i punk. Mi bastava.
Double Dragon era molto social. Aveva due joystick. Permetteva di giocare con un amico. Ma i due personaggi, Billy vestito di blu e Jimmy vestito di rosso, oltre a darle di santa ragione ai punk, potevano anche darsele fra loro.
Era una questione di traiettorie. Capitava spesso, durante le frenetiche percussioni di pulsante pugno e pulsante calcio. Nessuno, naturalmente, si lasciava sfuggire l'occasione. Il fuoco amico era dannatamente divertente, anche se, così facendo, facevamo il gioco della macchina.
A proposito dei pulsanti: ce n'erano soltanto due: uno per il calcio e uno per il pugno. Schiacciandoli entrambi, contemporaneamente, con la coordinazione di Giovanni Allevi, si effettuava il salto.
Ricordo che saltare il ponte spezzato, dopo il bosco, era un'impresa che richiedeva un gran transito di monetine dalle nostre tasche all'apposita feritoia. Ecco perché alcuni miei amici dopo Double Dragon passarono direttamente all'eroina. Costava meno. E aveva il pulsante salto [nel vuoto].
"Cosa diciamo noi delle coincidenze, Dado?"
"Che raramente l'universo è così pigro"

"E dei videogiochi?"
"Non lo so..."
"Pensa, Dado, pensa!"


BOSS MONSTER 2
Il livello successivo

"Boss Monster 2 è un gioco di carte in cui ogni giocatore costruisce il proprio dungeon. Nei panni del classico boss di fine livello, il tuo obiettivo è quello di attirare il maggior numero di Eroi nel tuo dungeon e appropriarti delle loro anime. Dovrai costruire un dungeon tanto allettante quanto pericoloso per impedire agli eroi di ferirti" [dal manuale del gioco].
Gioco di carte per 2-4 giocatori, dipendente dalla lingua, di Johnny e Chrys O'Neal, ambientato fra i pixel dei vecchi videogiochi degli anni '80, piuttosto leggero nell'esecuzione, della durata di una 30ina di minuti per 20€ di scontrino alla cassa, edito in Italia da Fever Games . 

A inizio partita vengono distribuiti casualmente ai giocatori i Boss e le carte mostro e trappola.
Ogni giocatore colloca il proprio Boss al fondo del dungeon-tugurio, e vi costruisce immediatamente davanti la prima stanza [mostro aniba o trappola maciulla-coglioni]. Le stanze, base o avanzate, possono essere livellate con altre guaste uguale, se e solo se condividono lo stesso oggetto tesoro.
I tesori hanno lo scopo di attirare e attizzare gli eroi nel dungeon [per farli a pezzi e darli in pasto ai dobermann della lava].
Ogni giocatore costruisce il proprio dungeon con tutti i crismi e le attenzioni necessarie per renderlo crudele e letale, e gioca carte incantesimo per danneggiare gli eroi durante il loro attraversamento, raddoppiare i danni delle stanze, curare il boss, curare gli eroi a casa dell'avversario, rubargli gli eroi o fargliene arrivare insieme una nutrita frotta tipo i pugliesi ai pranzi di nozze, o flippargli le trappole con gran goliardia et stridor de denti.
Ogni Eroe ucciso fa guadagnare al boss un'anima [un punto vittoria]. Gli Eroi Leggendari, più coriacei da tirar giù, ne fanno guadagnare due [ma ce ne sono alcuni che sono dei terminator].
Le trappole e i mostri filtrano e sfoltiscono, e costituiscono il vero tower defense, mentre le carte incantesimo sono più simili agli istantanei di magic: situazionali, meno prevedibili e che chiamano a gran voce rudi imprecazioni bergamasche.
Si vince in due modi: arrivando per primi a 10 punti vittoria oppure rimanendo l'unico boss ancora vivo in gioco.
"Lo stiamo perdendo"
"Ti stanno perdendo, Andre"

"ErProsciuttaro... ti ho chiamato io così...ti chiamavo anche CanePazzo quando giocavamo a Magic.... Davide, tu ti chiami Davide..."
"Ricorda Dodonpachi"


Uscito qualche anno fa, Boss Monster è stato di recente rimasterizzato nella versione Boss Monster 2 - Livello Successivo [nota: le due scatole possono essere combinate insieme]. Fra le uscite recenti: l'espansioncina La Rivincita degli Eroi, che inserisce nel gioco le carte Oggetto [gli equipaggiamenti degli Eroi, che potranno poi essere recuperati dal Boss e spesi] che aggiungono qualche variabile senza stravolgere troppo il gioco, e Atterraggio d'Emergenza, che permette di giocare in 5-6 e aggiunge un nuovo tipo di eroe [Esploratore].
Un giochino che sta in tasca, gradevole e semplice da spiegare, che non cerca di strafare, che non mira a rivoluzionare il mondo dei giochi da tavolo ma invece a far passare una serata "nostalgia canaglia" fra 40enni cresciuti a pane e OutRun, Ghost'n Goblin's, Golden Axe, Commando, Arkanoid, col sogno proibito di essere un giorno reclutati per difendere la frontiera contro Xur e l'armata di Ko-dan.

"God Hand è un risarcimento. Vi sono legioni di videogiocatori che non riescono a dimenticare un paio di lustri colmi di picchiaduro a scorrimento, in cui premessa, svolgimento ed epilogo passavano attraverso un tasto per il pugno, uno per il calcio ed un terzo per il salto. Forse, premendo i primi 2 insieme vi era una supermossa per spazzare la moltitudine che si affollava. Forse. Ma non era detto. E costoro continuano ad aggirarsi per le release date schedule con l'occhio spento, sfiduciati, perché l'industria li ignora" [Cit.Anonimo]

Defibrillatore
"Libera!"
"Libera!"
 
"Libera!"

"Me l'ha chiesto Ambarabà di Boss Monster"
"Chi è Ambarabà, e cosa ti avrebbe chiesto di preciso?"
"Ambarabà ha finito Ghost'n Goblins con un solo gettone. Se ti abboni a IoGioco ti regalano due carte promo di Boss Monster"
"Ambarabà non è il suo vero nome. Come si chiama? Dimmi il suo vero nome"
"Fission Mailed"
scandisco.


Seconda vita
Vorrei una seconda vita da spendere. O forse me la sono già spesa, e non me ne sono accorto: quella volta che da bambino, ai giardini Colonnetti di Via Artom, ho dato un calcio a uno scatolone marcio e sotto c'erano dei detriti e un chiodo arrugginito mi ha bucato scarpa e piede. O una delle molte notti che ho guidato mentre mi si chiudevano gli occhi. Magari sono già alla terza vita, l'ultima, e non lo so.
Il mattino ha l'oro in bocca. Io di norma ho l'acido muriatico. Faccio sempre fatica a tenere gli occhi aperti, il mattino dopo, saranno gli antipasti della morte, che dormire è un po' morire, e io mi sveglio più morto che vivo.
Sono uno zombie anomalo. Gli zombie tradizionali mordono e trasformano i vivi in nonmorti.
Io mordo per vivere, per tornare umano. Che i giochi mi assottigliano la barra dell'energia, e quando non mi ammazzano mi rubano gli anni migliori.

Inserisci una moneta per giocare un'altra partita.
Eseguo. La macchina me la fotte. La moneta. Era l'ultima.
Guardo gli altri giocare.



Trovate Boss Monster e vite extra su Magic Merchant

8 commenti:

  1. Aaaah, Double Dragon. Mesi di allenamento ma riuscii a padroneggiarlo, fino ad arrivare a finirlo con sole 200 lire. Perché è meglio pensare che il gettone è uno solo e non c'è continue...

    Grande Dado, as usual.

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  2. Pronti a farci mordere ogni volta che vorrai

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  3. Easter Egg!

    Nel post LE MONTAGNE DELLA FOLLIA CHE HO ATTORNO
    scrivi: E ci rompevano le palle a noi quando giocavamo a Double Dragon nei bar.
    scrivi: una tazza ottenuta a un corso di VMware.

    Cosa ho vinto?

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  4. Martinsicuro sta ai recensori come Formentera ai calciatori! <3

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  5. Aaaaah grande Dado, post nostalgia canaglia.
    Nel 1989 con una moneta e credo circa tre quarti d'ora di partita arrivai all'ultimo livello di GUN SMOKE (Copyright CAPCOM 1985). I Boss Monsters (la Famiglia WINGATE, che non avevo mai visto prima) mi devastarono. Ebbi la dignità di non inserire la seconda moneta e me ne andai a testa altissima.

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  6. picchiaduro a scorrimento, ma che ne sanno i giovinastri che ne sanno.
    Un saluto.
    M. Haggar

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  7. Caro Dado Critico,
    Ti leggo spesso ed apprezzo l'approccio ironico e pop pieno di citazioni delle tue recensioni. Non ho mai postato sul tuo blog, non ne avevo mai sentito il bisogno. Mi dispiace che il primo contatto da parte mia debba essere una critica negativa: lo faccio senza voler suonare come una accusa o un giudizio. Consideralo un semplice feedback da parte di una persona che condivide con te la passione per il TableTop Gaming, sentiti libero di ignorarlo.

    Il prologo di questo post mi ha lasciato interdetto, non ne capisco il legame con la recensione vera e propria. Io sono un maschio bianco europeo, ma ho sentito che c'era qualcosa che stonava. Ho provato a far leggere il tuo post alla mia ragazza che non ti ha mai letto prima, e non l'ha messa a suo agio. Anche altre persone hanno confermato le mie impressioni. Sia chiaro che non sto sollevando una questione etica o morale: la mia intenzione è quella di proporti una riflessione sul pubblico di riferimento dei giochi da tavolo.

    Volendo dare a Cesare quel che è di Cesare devo ammettere che non hai mai dichiarato di volerti imbarcare in una missione ecumenica in nome del gioco da tavolo. Non voglio dirti come gestire il tuo blog o come esprimere la tua creatività.

    Vorrei che questa mia riflessione non venisse assolutamente intesa come un attacco o un giudizio etico o di valore morale. Vorrei che venisse considerato come un consiglio a prendere in considerazione l'inclusività nel mondo del gioco da tavolo come una priorità.

    Magari le priorità del tuo blog sono altre, e hai tutti i diritti a sceglierle in piena libertà.

    Un Saluto

    Andrea Coletta

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  8. "nota: le due scatole possono essere combinate insieme"

    La cosa è interessante!

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