mercoledì 27 dicembre 2023

Arrendersi è la cosa più semplice del mondo

Non vorrei annoiarvi parlandovi di politica, non durante il delicato momento di rimozione dei canditi dal panettone: una distruzione che a me ricorda quella degli scogli a picconate per estrarre i datteri di mare: un delitto contro l'umanità.
Ma non è facile scrivere del gioco UNA VITTORIA IMPOSSIBILE: LE BARRICATE DI PARMA DEL 1922 senza minimamente accennare a quei fatti, alla città sotto assedio, ai cittadini di Parma che si barricano nei quartieri Oltretorrente e Naviglio per respingere l'ondata delle camicie nere guidate da Italo Balbo.
L'evento perde nitidezza con gli anni e via via che ci si allontana da quella Regione.

La distanza diventa pertinenza, più una cosa è ravvicinata più titilla il nervo scoperto, la gravità dei fatti arriva col silenziatore: empatizziamo con i popoli in guerra giusto il tempo del telegiornale, ma quando il problema riguarda il NOSTRO condominio e quei cacchio di lavori sulla facciata del sigma bonus 110%,  vorremmo personalmente versare olio bollente e chiodi in gola all'amministratore e al geometra che segue i lavori.

Populismo e scoperta dell'acqua calda: facile far lo splendido finchè non ti tocca, anch'io sono molto più attento alle barriere architettoniche da quando mia madre ha cominciato a girare col deambulatore, prima non avrei saputo dire se i marciapiedi attorno a casa avessero la discesa oppure no.

Ma giocare è un preciso atto politico: quando compro, studio e gioco, io scelgo, finanzio e obbedisco alle regole.
Non credo al gioco educativo, che negli anni ha prodotto orchiti, fecalomi e prolassi scrotali, anzi sono un convinto sostenitore del gioco fine a se stesso.
É come passeggiare in montagna: c'è chi va per funghi, chi per castagne, chi per respirare aria buona, chi per allontanarsi dal resto mondo (almeno per un po').
Ma come per i film e libri, ci sono giochi più leggeri e giochi più profondi, stratificati, che possono offrire più livelli di lettura.
É il caso di UNA VITTORIA IMPOSSIBILE, gioco cooperativo per 1-5 giocatori di Paolo Mori, Simone Serrao e Francesco Sirocchi, edito da Mancalamaro, della durata di 45-60 minuti circa.
Vale la pena spendere due parole sulla sua realizzazione. Inizialmente il gioco, fortemente voluto dal team parmigiano per il centenario, è stato pubblicato in due micro tirature da 250 copie da Orso Ludo e "assemblato" brevi manu nella taverna di Paolo Mori [vedi filmato]. Successivamente è stato pubblicato dalla Mancalamaro.

Scopo del gioco: resistere!
In questo tower defense i giocatori dovranno gestire al meglio la propria mano di carte, coordinarsi con i "soci" e fare del loro meglio con poche risorse a disposizione: Munizioni, Vettovaglie, Barricate e Cittadini.
Sconfiggere le coriacee e numericamente superiori camicie nere è pressochè impossibile, ma non bisogna mollare, indietreggiare, cedere neanche un centimetro di territorio al nemico.
A inizio partita ogni giocatore pesca un personaggio con una sua abilità unica. L'utilizzo intelligente delle abilità sarà fondamentale per resistere agli eventi [e anche a una certa dose di casualità].
Il gioco si sviluppa in giornate via via più complicate. Costruire barricate diventa sempre più difficile nei turni e aumentano le carte Squadristi nel mazzo [che escono in stile Pandemic].
Consigliato, per godersi a pieno il titolo, giocare in quella che il gioco definisce "modalità avanzata", ossia con gli incarichi da assolvere entro la fine di ogni giornata [che daranno un po' di vantaggio se risolti e gatte da pelare se non risolti].

Componentistica perfetta. Risorse belle grosse, in legno, e illustrazioni delle carte a tema. Ho apprezzato anche i segni dei bicchieri di vino sul tabellone. La meccanica è essenziale e senza fronzoli nè distrazioni. L'uso del dado conferisce l'incertezza degli eventi con un discreto livello di controllo. Notevole la fluidità della partita e che tutto diventi più difficile negli ultimi turni senza strani accrocchi o pezze di game design. Credo che per le persone di Parma e dintorni sia un gioco ASSOLUTAMENTE da avere [io lo vorrei un gioco fatto così bene su Pietro Micca].

Ciò che ho apprezzato di più di questo titolo, in questo preciso momento della mia vita, è la consapevolezza dell'impossibilità della vittoria, ma la necessità di tenere duro e resistere a oltranza. Capitano degli eventi, nella vita, contro i quali non puoi vincere, ma non puoi neanche permetterti di mollare o di arrenderti.
E allora entri nel fiume e ti metti di traverso, a cercare di reggere la piena. L'acqua ti entra in bocca e nei polmoni rubandoti l'ossigeno, le braccia ti fanno così male che pensi ti si staccheranno dal corpo, e il freddo ti penetra così a fondo nelle ossa che temi che non ti lascerà mai più per il resto della tua vita.
Sai che il fiume non si fermerà, che l'acqua non smetterà mai di scorrere.
Arrendersi sarebbe la cosa più sensata e facile.
Ma non puoi. Per mille ragioni diverse, tutte valide. Quindi resisti. 
Resisti e aspetti.
Perchè non puoi far altro.

Trovate UNA VITTORIA IMPOSSIBILE:
LE BARRICATE DI PARMA DEL 1922

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2 commenti:

  1. Un abbraccio e buone feste.
    Tullaris

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  2. ... ma poi ad un certo punto ti rompi ed impiegherai tanto tempo a rimettere assieme i cocci e comunque non potrai mai tornare come prima.
    Comunque, un abbraccio ed auguri di buon tutto!

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