mercoledì 22 novembre 2023

La Sfinge aveva dimenticato le rotelle

Il dolore alla spalla era tornato. Atroce, instancabile, stakanovista.
Mi sembrava di avere una scimmia aggrappata alla mia schiena, con una forchetta piantata nell'articolazione, e che quella scimmia facesse roteare la forchetta in continuazione: crick! crick! crick!
Se il dolore non mi abbandonava da settimane, io avevo invece abbandonato il letto matrimoniale. La sera baciavo moglie e figlia e passavo la notte sul divano. Da seduto il braccio mi faceva un po' meno male. Quindi costruivo una fortezza di cuscini e coperte attorno al mio corpo, e mi ci posizionavo all'interno.
Passavo la notte alternando mezzore di sonno a ore e ore a fissare l'orologio azzurro del forno, e la mattina mi alzavo feroce come un leone con schegge di vetro infilzate nelle zampe.

Avevo preso a ingoiare e iniettarmi ogni genere di farmaco. Ma neanche gli oppiacei prescritti dalla dottoressa con la raccomandazione di non mettermi alla guida, sembravano darmi un po' di sollievo.
Avevo telefonato ad Antonella, la mia fisioterapista. Cinque anni fa mi aveva tolto il dolore.
Ma c'erano voluti mesi. E io, dopo poche settimane, ero già faccia a terra, distrutto nel fisico e nell'animo.
Oramai mancava un mese ai 50.
La combo dolore continuo e mancanza prolungata di sonno, mi rendeva teso e nervoso, sempre sul punto di saltare alla gola del prossimo.
I miei rapporti umani andavano male. Passavo il tempo a lamentarmi e a far roteare la spalla senza sosta.


Dal lato familiare non andava meglio.
Mia madre, vicina agli ottanta, faceva sempre più fatica a camminare ed era infine passata al deambulatore.
Qual è quell'animale che al mattino ha 4 zampe, al pomeriggio ne ha 2 e la sera ne ha 3?
La Sfinge aveva dimenticato che alla sera l'animale metteva le rotelle.
Psicologicamente per mia madre era stato un duro colpo.
Per me, accettare che la donna che da bambino mi aveva aiutato a togliere le rotelle dalla bicicletta, le avesse in qualche maniera recuperate per il suo fine vita, era stato altrettanto traumatico.
Le rotelle stavano all'inizio e alla fine di tutto.
Mi ero improvvisato venditore di enciclopedie.
Avevo cercato di mostrare a mia madre il bicchiere mezzo pieno. Di convincerla che camminare con un appoggio era comunque meglio che non camminare affatto o restarsene rinchiusa in casa.
Ti ammiro, mamma, sei tosta, non rinunci alla tua indipendenza, hai preso semplicemente un appoggio per aiutarti.
Le avevo detto. Mentre il mio cuore sanguinava.

Con Viking e RedBairon non ci vedevamo da tre settimane.
Una pausa che di solito ci concedevamo solo d'estate e non senza malumori. L'appuntamento settimanale serviva per scrollarsi i dosso lo stress quotidiano, il gioco leniva il dolore meglio del Brufen, non ci sdraiavamo sul lettino del fisiatra ma ci spalmavamo sui tabelloni di gioco, e i token erano simili a pastiglie da ingoiare.
Le risorse erano Legno, Pietra e Tachipirina.

L'ultimo gioco intavolato era stato STARSHIP CAPTAINS, di Peter B. Hoffgaard, per 1-4 giocatori e 90 minuti di partita, edito da Cranio Creations.
Se al momento della partita avevo schioccato le labbra e cercato il pelo nell'uovo, come tutti i giocatori con troppi titoli sulla mensola e abituati all'abbondanza, a distanza di poche settimane sentivo la mancanza di quel gioco d'esplorazione spaziale.
I materiali erano ottimi.
La propria plancia di gioco, sulla quale piazzare i lavoratori per attivare le azioni, era a forma di astronave fighissima. La stiva aveva scompartimenti per raccogliere quanto raccolto nello spazio, ma anche i danni subiti.
In partita bisognava mobilitare il proprio equipaggio per far viaggiare la nave sulle rotte più interessanti, affrontare i pirati, sviluppare nuove tecnologie ed effettuare la manutenzione necessaria.

Il personale di bordo andava formato. All'abbisogna era anche possibile ingaggiare qualche androide. Soprattutto andavano organizzati i ranghi. Chi fa cosa, prima o dopo, chi doveva essere impiegato per risolvere una Missione, chi per imbullonare una piastra che era saltata via.

L'ultima partita prima del dolore era stata splendida. Mi ero divertito con i miei amici e non me n'ero accorto. O meglio: avevo commesso l'errore di dare tutto per scontato.
Stare bene, avere del tempo e condividere quel tempo con persone piacevoli, avere un gioco di pretesto attorno al quale costruire una serata, poter mandare la mente altrove.
OGGI.
La fantascienza di Asimov in un gioco da tavolo era ieri. Viaggi spaziali al prezzo di una serata in pizzeria: perchè diavolo non ho memorizzato ogni stramaledetto dettaglio, penso coi nervi a fiori di pelle.
Tre di notte e io me ne sto seduto sul divano. Conto i punti luce in casa: l'orologio del forno, la spia azzurra del sensore volumetrico dell'allarme, il led rosso della PS3, lo standby del televisore, il cellulare in carica...
Seduto il braccio mi fa meno male.
Non dovrei lamentarmi, potrebbe andare peggio, per una combo di forza di gravità + nervi, potrei trovar sollievo solo a testa in giù e con un piede ficcato nel bidet.
Non lamentarti perchè potrebbe sempre andar peggio.

"Sì, ma che cos'hai?" mi chiedono.
Cazzo ne so. Per ora nulla, stando alle analisi. Mi metto in coda per tutti i controlli del caso, check up, tagliando, revisione, con i tempi elefantiaci della sanità pubblica. Ho provato a prenotare una visita fisiatrica con l'Asl. La tizia del Cup Unico Piemonte mi ha risposto "Mhmhmhm, non abbiamo l'agenda con gli appuntamenti aggiornati, qui mi dà solo Luglio 2024".

"Sì, ma che cos'hai?"
Dolore. Acuto. Continuo. 24 ore al giorno.
Che non mi molla mai. Neanche di notte. Per questo non dormo. Fatico a scrivere. A leggere. Giocare. Fare qualunque cosa.
Il resto così così.
Mia madre ha messo le rotelle.
E io ho finto bene.

Trovate Starship Captains
su MagicMerchant.it
che sostiene questo blog

7 commenti:

  1. Un abbraccio.
    Starship Captains provato ma mi aspettavo qualcosa in più.
    Tullaris

    RispondiElimina
  2. Mi dispiace, spero tu possa stare meglio presto

    RispondiElimina
  3. Mio padre, anni 60 nel sangue, pure è stato mesi dolorante per il braccio, a volte anche spalla. Come fosse un coltello piantato. Medicinali senza effetto, come fossero mentine. Unico sollievo: pomatona all'arnica, rimedio che ha funzionato pure con me quando ho avuto la schiena fuori uso per la postura. Non so nemmeno cosa sia l'arnica ma ha quasi del miracoloso.
    Per la cronaca, successivamente, anche "grazie" alla scoperta di un versamento che ha fatto diventare il braccio una melanzana, abbiamo capito che era, appena, il tendine sfondato... :(
    Ti auguro che la tua situazione non sia così grave, prova comunque 'sta crema, con noi ha sempre funzionato!
    Un caro saluto!
    Freddy.

    RispondiElimina
  4. Dai Andrea, resisti! Ti direi di stringere i denti, ma poi magari ti si cariano (pietoso tentetivo di strapparti un sorriso)...
    I genitori invecchiano (se sei fortunato) ed il fisico decade, ma ricordo un mio operaio che diceva: "Brutta cosa invecchiare... non invecchiare è peggio!"
    Prova con l'arnica (è una pianta) noi a casa la usiamo a fiumi per infortini sportivi (figli) e di gioventù (io e mia moglie).
    PS lascia perdere la sanità pubblica e mettiti in buone (e veloci) mani!
    Di giochi, non mi sembra il caso neppure di parlarne! Magari però, ti potrebbero far bene e distrarti un attimo!
    Essendoci più o meno già passato, ti sono vicino, per tutto!

    RispondiElimina
  5. ...Santa pace che pesca la spalla...

    Concordo per la crema... altra implementazione è la crema di ginepro spalmata insieme all'olio 31 (a me sta risolvendo un'epicondilite al gomito) ma ci vuole pazienza.

    Concordo inoltre di lasciare perdere la sanità pubblica... ad oggi, se uno ha bisogno, occorre rivolgersi a strutture private (o a medici che operano in libera professione all'interno degli ospedali)... chiaramente pagando (ne so qualcosa in questi ultimi anni di beghe fisiche)...

    Alla fine i soldi spesi per visite/terapie tempestive ripagano la qualità della vita pessima che si subisce non stando bene.

    Tante buone cose e rimettiti il prima possibile che leggere i tuoi post è sempre un piacere (come anche è stato leggere il tuo libro...divorato in un pomeriggio d'estate)...

    Maddocnemo

    RispondiElimina
  6. Ho scoperto il tuo blog da poco, grazie al tuo libro consigliato da un amico NEL DUBBIO PRENDO RISORSE.
    Sei un grande. SCRIVI benissimo. Spero di poter leggere presto un altro romanzo spesso il doppio.
    Il primo! Fantastico!

    RispondiElimina
  7. La vendetta dei meeples. Un'altra vittima da hubris.
    Mi spiace Dado, davvero tanto. Ti direi fatti forza ma tu di forza ne hai sempre avuta tanta, non serve dirlo. Speriamo si risolva prima possibile e bentornata sia la normalità, quanto prima.

    RispondiElimina