Domenica.
L'sms mi arriva alle 6.45. Apro gli occhi. A quell'ora mi scrivono soltanto in due: gli operatori della Tre per pregarmi di tornare, e mio padre.
"Hai già controllato?" c'è scritto.
Mi alzo. Mi sarei alzato comunque, non sono fatto per dormire, c'è qualcosa di sbagliato nel mio dna, alla schiuma di lattice preferisco quella del cappuccino. Mio padre mi sta avanti, almeno di un paio d'ore, non è raro vederlo portare sotto il cane alle 4.00 del mattino.
Questa settimana ha portato la macchina a rottamare, rinunciando di fatto, con quel gesto, a guidare.
Mio padre l'Italia se l'è girata tutta come un compasso, per lavoro, consumando automobili e scatole di compresse per il mal di schiena. Ma ultimamente i suoi occhi non vanno più tanto bene. Cataratte a parte, il diabete sta vincendo. Io non ero molto d'accordo con l'idea che mollasse la macchina, di solito queste cose sono l'anticamera di un progressivo lasciarsi andare. Ma vedo che ha difficoltà. Che vede poco. Fa la rasetta alle macchine. Da inizio anno ha falciato due specchietti di altrettante macchine parcheggiate. Meglio che molli, prima che si faccia male o che faccia del male a qualcuno.
"Hai già controllato?" mi scrive.
Il meccanico gli ha dato la ricevuta dell'avvenuta rottamazione ma lui vuole comunque che controlli sul sito dell'Aci.
"Magari ti dicono che la rottamano, e poi la vendono in bielorussia e dopo due anni ti arrivano a casa le multe da pagare".
Mio padre non si fida di nessuno. Sarà perché come lavoro formava i venditori.
Dopo colazione mi metto sul lettone a giocare con mia figlia. Le ho promesso che dopo pranzo giocheremo con gli zii a Campus Cafè utilizzando tutte le regole corrette.
In realtà con lei l'ho già giocato nella versione base, ho solo tolto qualche carta, i manipolatori sui tiri di dado, per non avere subito troppi simboli da imparare. Ma oggi lo giocheremo completo. Il gioco la incuriosisce molto. La attirano i token sagomati e l'ambientazione: "Cameriera che deve servire tazze di cioccolata calda e frappè alla fragola ai clienti".
Verso le 10.00, mentre Francy e la piccola ripassano storia, io smonto il televisore in cucina.
E' un 40 pollici con diverse maledette primavere sul groppone, di ErProsciuttaro, che me l'ha regalato qualche anno fa [sono sicuro di aver scritto sul blog di quando un sabato sera si è presentato a casa mia col televisore sotto braccio, ma non trovo il post].
Purtroppo nelle ultime settimane ha cominciato a dare un problema sul volume, che si abbassa da solo. Ho tamponato piantando una graffetta ripiegata che portava il volume al massimo e impostando a 1 quello del decoder. Poi ho letto su un forum che il problema è proprio del dispositivo laterale dei comandi, che ogni tanto va per i controviali [alias: va a puttane]. Quindi l'ho aperto, scollegato e tolto del tutto. Così funziona [anche se solo dal telecomando, e sul fianco del televisore ora ci sono dei buchini].
Dopo mezzora Francy ha trovato il pezzo sul tavolo.
"Cos'è?"
"Un pezzo avanzato del televisore, credo, deve essere cascato fuori quando l'ho aperto"
"Avanzato? Come avanzato?!?"
Poco prima di pranzo mi telefona mio padre.
"Ho telefonato al meccanico" mi spiega
"Oggi?!? Ma è domenica!"
"L'ho chiamato a casa. Gli ho raccontato che avevo cambiato idea, e che non volevo più rottamare la macchina perché ci sono affezionato, e che ero disposto a ricomprargliela per 3000€, sempre che non l'avesse già rottamata..."
Eh, niente, non si fida.
Pranzo dai suoceri.
Tagliatelle con ragù. Rolatine di vitello. Patate al forno. Asparagi avvolti nel prosciutto al forno. Salsiccia al forno. Torta salata di spinaci. Di dolce un ciambellone grosso come un pneumatico goodyear.
"Nnhaifam?"
Stica.
Dopo pranzo prendo due grappe con mio cognato.
Sul divano parliamo di lavoro, delle figlie che crescono e di quanto fa schifo lavorare il sabato.
CAMPUS CAFE'
Piazzamento dadi per 2-5 giocatori, tedesco nelle meccaniche e pugliese nell'animo, con due modalità di gioco: base e avanzata, ambientato nella caffetteria universitaria di Cassano delle Murge, fra tazze di cioccolata calda, bicchieroni di frappè alla menta, muffin ai mirtilli, cartellate col miele e col vincotto, e giovani cameriere che sbarcano il lunario con le mance [nonostante Mr Pink non ci creda], di Pasquale Facchini, edito da Doppio Gioco Press, per 30-45 minuti circa di durata circa.
Nel proprio turno ogni giocatore-cameriere rolla e piazza con sicumera due dadi negli spazi azione, per ottenere risorse che gli consentiranno di servire ai tavoli. I tavoli, da 2 a 5 clienti, pagano cash sul percorso dei punti vittoria e permettono di ottenere bonus vari.
Cinque le risorse a disposizione, e cinque, almeno inizialmente, gli spazi disponibili sul proprio vassoio per stiparle. Le carte cameriere hanno una doppia faccia, con un'abilità unica sul retro, così da poter giocare sia in maniera simmetrica che asimmetrica.
Presenti fra carte e spazi sul tabellone, una serie di modificatori per convertire le risorse, ampliare i propri spazi azione, ottenere mance, sconti e ricompense.
Alcune carte premiano a fine partita la collezione di un certo set, siano bevande servite o clienti accontentati.
A completare ed arrotondare la galoppata sul percorso punti, tre obiettivi a fine partita, estratti a caso fra un pool di minicarte.
Togliamoci subito il dente: il manuale del gioco è un po' rognoso, soprattutto alcune informazioni sono un po' sparse fra le pagine, e dovrete spenderci qualche minuto [in realtà il gioco è piuttosto semplice].
E poi, questo lo scrivo per evitare che qualcuno me lo faccia prontamente notare nei commenti, come già avvenuto Kepler-3042 e Railroad Revolution, l'interazione è rappresentata soltanto dal riuscire ad accaparrarsi le carte più interessanti [togliendole agli avversari], quindi interazione fra i giocatori piuttosto bassa.
Ma Campus Cafè c'è.
Si tratta di un buon entry level, che abbraccia concetti come piazzamento e manipolazione dei dadi, gestione ottimale delle risorse, raccolta, conversione, stoccaggio, collezione di set sulle carte, il tutto tenendo sempre un occhio vigile sugli obiettivi di fine partita [che son belli cicci].
L'ambientazione caffetteria universitaria è aderente alle meccaniche e funziona molto bene, semplifica di molto l'acquisizione delle poche regole [prendi le ordinazioni per servire al tavolo \ i tavoli più popolati pagano di più \ lo spazio a disposizione sul vassoio è limitato].
Un introduttivo \ family ben fatto e che funziona con tutti, e che si assesta, come livello di difficoltà e taglio del gioco, a titoli come Finca, Tobago, Santa Cruz, Libertalia e Bergeggi-3099.
Il prezzo, sui 35€, è ottimo.
Lo giochiamo in 4 perché Francy sta aiutando suo padre col 730.
Mia figlia lo gioca da sola, precisando agli zii "Io lo so già, eh".
Mia cognata parte bene ma si perde all'inizio del terzo turno facendosi trovare col vassoio già carico. Mio cognato gioca prudente e col braccino corto, e prova a dimostrare la teoria del meglio l'uovo oggi. Mia figlia è indipendente e mi sforzo di non dirle niente, di lasciarla giocare da sola. Io cazzeggio. Come sempre. Cerco di godermi il gioco e amen.
La partita dura 50 minuti.
Vince infine mio cognato, bruciando mia figlia di un niente sul percorso punti [74 a 70] proprio grazie agli obiettivi. Io mi piazzo terzo.
Torniamo a casa.
Mezz'ora di doccia tipo Danubio.
Poi suonano di sotto.
E' la fisioterapista. Sì, di domenica. Lei è una dura. Gioca anche a D&D.
"Dunque dunque" dice.
Non due mani: due martelli di Thor, due ganasce idrauliche, la pressa che uccide il T500 alla fine di Terminator.
Mi prende per la collottola tipo gatto che ha pisciato fuori dalla sabbietta, mi scava [quella è la sensazione] una galleria nel trapezio, mi prende la spalla fra le mani e me la gira tipo cubo di Rubik.
"Tutto bene?" mi chiede vedendomi silenzioso
"Ti sto mandando mentalmente un sacco di maledizioni" le rispondo "Dovrebbero innescarsi domani"
Ride.
Domani starò meglio, penso, è così che funziona, domani starò meglio....
Se ne va un'ora dopo.
"Grazie" le dico sulla porta.
Poi vado a buttarmi sul letto.
E mi addormento.
Nel pomeriggio scendo con mia figlia a prendere un po' d'aria, prima che ricominci a piovere.
Faccio il giro del parco, quello postindustriale, ricavato da una vecchia fonderia.
Hanno buttato una bici in una delle vasche, di quelle bici che si prendono a noleggio con l'app.
Vedo un paio di pesci arancioni nuotargli attorno, e alcune alghe tessere delle ragnatele fra i raggi.
Scatto una foto e mando una mail al gestore del servizio.
Rannuvola.
Torno a casa.
Trovate Campus Cafè e alcuni pesci mutanti su Magic Merchant
Grazie Andrea, altro bel pezzo che ho letto con molto piacere. Sei di stimolo anche per chi, come me, sta iniziando a scrivere. Un punto di riferimento a cui ispirarsi 😉
RispondiEliminaLettura sempre piacevolissima
RispondiEliminaValgono i buoni pasto per il pranzo domenicale dai tuoi suoceri? Così, disinteressatamente :D
RispondiEliminaEr Pro e Melonia mancano da un po', non è che puoi farli tornare? Quanto all'episodio del televisore non mi pare di ricordare che tu ne abbia scritto.
RispondiEliminaGrandissimo Dado, grazie.
RispondiEliminaN.
Ricordavo male io http://dadocritico.blogspot.com/2014/05/
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