Sono le 21.10 e fra poco Viking e Redbairon arriveranno da me. Per giocare di ruolo. A L'Alba di Cthulhu.
Non potevo scrivere prima per ragioni legate all'avventura.
Stasera i soci apriranno la loro agenzia investigativa a R'lyeh, la Città Cadavere, nel quartiere di Ghoulville.
Più precisamente rileveranno quote e licenza a esercitare dell'agenzia precedente, l'Agenzia Investigativa Le Pietre, caduta in disgrazia velocemente per una questione di mazzette, con locali di pertinenza messi all'asta e comprati per un tozzo di pane dal titolare di un negozio di tatuaggi, un dagoniano con un discutibile senso dell'igiene personale e un'ancora tatuata in mezzo al torace.
Vik e Red affitteranno dal dagoniano una porzione della vecchia agenzia, un locale 3x3 metri, dotato di gabinetto [otturato] e di una finestra ricavata dall'oblò di una vecchia nave, e riapriranno i battenti come Agenzia Investigativa Le Pietre 2.
Proprio nel palazzo di fronte all'Agenzia Investigativa Private Eye di ErProsciuttaro e Melonia.
giovedì 31 maggio 2018
martedì 22 maggio 2018
Domenica
Domenica.
L'sms mi arriva alle 6.45. Apro gli occhi. A quell'ora mi scrivono soltanto in due: gli operatori della Tre per pregarmi di tornare, e mio padre.
"Hai già controllato?" c'è scritto.
Mi alzo. Mi sarei alzato comunque, non sono fatto per dormire, c'è qualcosa di sbagliato nel mio dna, alla schiuma di lattice preferisco quella del cappuccino. Mio padre mi sta avanti, almeno di un paio d'ore, non è raro vederlo portare sotto il cane alle 4.00 del mattino.
Questa settimana ha portato la macchina a rottamare, rinunciando di fatto, con quel gesto, a guidare.
Mio padre l'Italia se l'è girata tutta come un compasso, per lavoro, consumando automobili e scatole di compresse per il mal di schiena. Ma ultimamente i suoi occhi non vanno più tanto bene. Cataratte a parte, il diabete sta vincendo. Io non ero molto d'accordo con l'idea che mollasse la macchina, di solito queste cose sono l'anticamera di un progressivo lasciarsi andare. Ma vedo che ha difficoltà. Che vede poco. Fa la rasetta alle macchine. Da inizio anno ha falciato due specchietti di altrettante macchine parcheggiate. Meglio che molli, prima che si faccia male o che faccia del male a qualcuno.
L'sms mi arriva alle 6.45. Apro gli occhi. A quell'ora mi scrivono soltanto in due: gli operatori della Tre per pregarmi di tornare, e mio padre.
"Hai già controllato?" c'è scritto.
Mi alzo. Mi sarei alzato comunque, non sono fatto per dormire, c'è qualcosa di sbagliato nel mio dna, alla schiuma di lattice preferisco quella del cappuccino. Mio padre mi sta avanti, almeno di un paio d'ore, non è raro vederlo portare sotto il cane alle 4.00 del mattino.
Questa settimana ha portato la macchina a rottamare, rinunciando di fatto, con quel gesto, a guidare.
Mio padre l'Italia se l'è girata tutta come un compasso, per lavoro, consumando automobili e scatole di compresse per il mal di schiena. Ma ultimamente i suoi occhi non vanno più tanto bene. Cataratte a parte, il diabete sta vincendo. Io non ero molto d'accordo con l'idea che mollasse la macchina, di solito queste cose sono l'anticamera di un progressivo lasciarsi andare. Ma vedo che ha difficoltà. Che vede poco. Fa la rasetta alle macchine. Da inizio anno ha falciato due specchietti di altrettante macchine parcheggiate. Meglio che molli, prima che si faccia male o che faccia del male a qualcuno.
martedì 15 maggio 2018
Il mostro dentro che ognuno ha
Ero bravo a litigare. Mi ero fatto le ossa in strada, nei cortili delle case popolari Fiat, tutti figli di immigrati meridionali, famiglie numerose, che sbarcavano il lunario in 7 con il solo stipendio del padre in cassa integrazione: bastava un niente che ti arrivava un tuamadrefaibucchini. A 11 anni insultarsi la madre era il minimo sindacale, oltre che lo sport ufficiale a Mirafiori sud. Io potevo andare avanti ore colpendo basso e duro, con il mio sarcasmo, con la mia lingua al cianuro. Figlio d'infermiera conoscevo l'anatomia umana, dove i nervi si incrociavano, dove le carni erano tenere. Ero un cane. Di quelli che hanno preso un sacco di botte, che mordono e che si strozzano col collare se cerchi di prenderli.
Poi crescendo ho imparato a contenere i danni. Ad andare giù al tappeto. C'è voluto un po', non sono cose che si imparano da un giorno all'altro, ci vuole tempo e anche un sacco da allenamento appeso in testa. E poi non era la mia natura.
Poi crescendo ho imparato a contenere i danni. Ad andare giù al tappeto. C'è voluto un po', non sono cose che si imparano da un giorno all'altro, ci vuole tempo e anche un sacco da allenamento appeso in testa. E poi non era la mia natura.
lunedì 14 maggio 2018
venerdì 4 maggio 2018
Concreto YulBrynner!
"Dado mi consigli un gioco che funzioni con una donna separata e con due figli?".
YulBrynner, ribattezzato così per la chioma, e perchè aveva bisogno di un nick per finire su queste pagine.
"E' una gran bella donna, Dado, e pure simpatica, di quelle che di solito non conosci mai quando sono single, o che lo diventano solo per pochissimi giorni, esattamente quelli che tu stai ad Abba di Monteinculo per lavoro" mi spiega "E non escludo che possa davvero diventare una storia seria un domani, voglio crederci Dado, ma per ora è davvero imperativo trovare il tempo per sco".
YulBrynner, ribattezzato così per la chioma, e perchè aveva bisogno di un nick per finire su queste pagine.
"E' una gran bella donna, Dado, e pure simpatica, di quelle che di solito non conosci mai quando sono single, o che lo diventano solo per pochissimi giorni, esattamente quelli che tu stai ad Abba di Monteinculo per lavoro" mi spiega "E non escludo che possa davvero diventare una storia seria un domani, voglio crederci Dado, ma per ora è davvero imperativo trovare il tempo per sco".