Quindi, quando è ricomparso in video dopo i tre giorni di coma, magro, con gli occhi scavati e avvolto in un mantello nero, e ha detto: "E' cominciato il Gran Macello", tutti hanno cominciato a chiamarlo così.
Il primo è stato Agzaroth, il mattino seguente. Lui è uscito dal coma meno emaciato. Anzi secondo alcuni più muscoloso. Sotto la sua guida, è nata la Resistenza Goblin. Sono diventati famosi per aver ripulito Roma dal primo attacco del Re in Giallo [ricordo ancora al telegiornale le immagini dei tentacoli che uscivano dalla fontana di trevi e si spiaccicavano a terra].
Anch'io ho scritto una serie di articoli sul mio blog, quando è scoppiato il putiferio, invitando tutti i giocatori a combattere gli accoliti del Gran Macello.
"Dado, anche tu sei stato tre giorni in un coma fra la vita e la morte?" mi hanno chiesto.
E' successo a tutti i Profeti, nello stesso momento, su scala mondiale. Al risveglio avevano visioni mistiche.
"Sì" ho risposto "Ora vedo creature di altri piani, vedo il sangue sui muri e i segni della corruzione sui volti degli innocenti".
Ma ho mentito. A me non è successo. Io non vedo niente.
Torino, Piazza Castello.
Il palazzo infestato è ripiegato sulla strada in una geometria impossibile che sfida la forza di gravità.
La polizia ha bloccato la strada con le volanti e transennato ogni accesso del perimetro.
I giocatori danno una mano col picchetto di sicurezza, distribuiscono bottigliette d'acqua, rileggono manuali di giochi in cerca di informazioni che possano essere utili.
Il Vikingo, alla guida della macchina, mi chiede se mi sento pronto. Redbairon si raccomanda di stare in mezzo fra lui e Vik, come sempre.
"Ti copriamo noi, Dado, tu mena ai lati".
Parcheggiamo distanti. Scendiamo.
Raggiungiamo l'ingresso principale. I giocatori riconoscono me e la mia squadra.
"C'è Dado" , "E' arrivato Dado", "Eccolo", "Un Profeta Maggiore!", "Dado!!!"
Cerco di passare loro affianco ma la folla mi circonda e mi inghiotte. Decine di mani, dappertutto. Si levano alcuni "Fatelo passare". Cerco di guadagnare metri seguendo Vik che sembra trovare un varco fra i giocatori. Incasso una pioggia di pacche sulle spalle e complimenti che cerco di ignorare, sento anche il seno di una donna premermi contro la schiena, come se mi abbracciasse e non volesse mollarmi.
Finalmente raggiungiamo il doppio portone. La casa è degli anni '50, ben tenuta, a parte l'essersi accartocciata come una foglia secca. Dal cielo vien giù la polvere dell'intonaco sbriciolato.
Mi avvicino.
"Senti qualcosa?" chiede il Vichingo.
Cala il silenzio. Il tempo sembra congelarsi. I giocatori trattengono il fiato.
Appoggio la mano al portone e chiudo gli occhi. Inspiro profondamente.
No, non vedo nè sento niente, un cazzo di niente a parte il legno freddo sotto il palmo e un avviso che diffida dal mettere pubblicità in buca.
"Tentacoli putrescenti" dico dopo qualche secondo "freddo obitorio, ventricoli di depravazione. Oltre questa porta c'è il male della penna di Lovecraft, probabilmente Arkham Horror, o Le Case della Follia, o qualche altro derivato".
"Bene" risponde Redbairon "Entriamo"
La folla esplode in un applauso.
Persone comuni, spesso over 40, che un mattino della loro vita si sono svegliate con il bisogno di giocare a un gioco da tavolo.
"Non so da dove mi sia arrivata, io mai giocato altro che il Monopoli da bambino, come tutti, poi stanotte mi viene quest'idea assurda di andare a comprarmi un gioco di società, e boh, stamattina l'ho fatto".
Insospettabili dentisti, panettieri, imbianchini, segretarie, informatici, infermieri di notte.
Ci abbiamo messo un po' a capirlo.
Che i giochi erano visioni di quello che sarebbe successo dopo.
Il Gran Macello.
Un volontario del Giocatorino si avvicina e mi porge un dossier.
"Ecco, Dado, i manuali di Arkham Horror, Il segno degli antichi, Le case della follia, Cthulhu Realms, Kingsport Festival..."
"Li so a memoria" mento. Non sono fatto per i regolamenti, dimentico sempre qualcosa. Colpirò tutto quello che si muove oltre quella porta, e cercherò di non farmi ammazzare.
Il Vikingo mi porge la valigia con l'equipaggiamento. Prendo il solito piede di porco. Titanio. Forgiato ad Agnone. Regalo di un lettore del blog.
Mi volto verso la folla dei giocatori. Si aspettano qualcosa da me, un gesto che li ispiri, un grido di battaglia, il discorso di William Wallace agli scozzesi. Non è il mio mestiere, non lo sarà mai. Sgananzium è bravo. Durante le purghe di Fireteam Zero a Venezia, ha staccato la testa a un pipistrello con un morso, come Ozzy Osbourne.
Sollevo il piede di porco al cielo e grido: "GUTTA CAVAT LAPIDEM!" [che sarebbe la goccia perfora la pietra, l'ho trovata su google]
Scroscianti applausi da diventar sordi.
Entriamo.
Macelleria messicana. Credo sia il termine giusto. E quello lassù, crocifisso al soffitto, dovrebbe essere il portiere del palazzo. Lo capisco dalla scopa spezzata in due e piantata nelle orbite.
Sangue. Sui muri. L'androne è coperto di pezzi di carne e arti umani. Ma anche un bel po' di artigli e viscere verdognole.
Qualche inquilino ha venduto cara la pelle.
"Da dove cominciamo?" chiede Vik.
In quel momento sentiamo qualcosa che scende le scale. Che rotola, giù dalle scale. Qualcosa di molle, grosso e umido. Grugnisce. Diversi grugniti. Sono tanti. Oppure il mostro ha diverse bocche. Non so cosa sia peggio.
Ci prepariamo all'impatto.
Ci arrivano addosso. Vik, armato con la mazza da baseball chiodata, ne becca al volo uno, appiccicandolo al muro. Quello che attacca Red è il più grosso. Red gli pianta la katana nell'addome, schiva un'artigliata, con una capriola gli arriva alle spalle e poi lo trafigge ancora da dietro. Lo infilza a ripetizione finchè non crolla.
Io meno un colpo al mio. Ma lo prendo di striscio. E' viscido, il bastardo, e ha la testa tonda come un uovo di struzzo. Il piede di porco lo sbuccia appena, cozzando sul pavimento. Mi avvinghia le gambe e mi fa perdere l'equilibrio. Cado. In un attimo mi è sopra, sulla faccia. Me la avvolge tipo alien.
Sento il suo ventre molle che cerca di entrarmi in bocca e nel naso. Mi manca l'aria. Buio.
Sento il Vikingo urlare: "Mio dio, ne arrivano altri!!"
"Questa volta è finita davvero" penso.
Aria.
"Ecco fatto" sorride Tuxx.
Li ha fatti fuori tutti da solo. Senza farsi un graffio.
Lo chiamano Il Tritacarne. Ammazza Mostri come nessun altro.
E' considerato il Profeta Alfa.
Ma agisce nell'ombra.
"Come va, Dado?" mi chiede
"Sto bene" tossisco, cercando di rialzarmi
"Di quale gioco erano?" chiede Red
"The Others" risponde Tuxx "Legione dell'Accidia. Bestiole simpatiche, ma alla fine tanto fumo e poco arrosto".
THE OTHERS
Survival horror dadoso e asimmetrico per 2-5 giocatori, di Eric M. Lang [autore fra gli altri di Blood Rage, Il Padrino, XCOM, Caos nel vecchio mondo], con splendide minia della manco a dirlo CoolMiniOrNot, della durata indicativa di 90-120 minuti, portato in Italia da Asterion \ Asmodee dopo una pantagruelica campagna kickstarter.
"In The Others un giocatore sarà il Giocatore dei Peccati, colui che rappresenta l'incarnazione di uno dei Sette Peccati Capitali, evocato dal Club Inferno per scatenare l'Apocalisse e distruggere il mondo. Gli altri giocatori saranno gli Eroi che collaboreranno come membri di un gruppo di agenti speciali chiamati F.A.I.T.H. incaricati di respingere l'orrenda invasione. Il loro campo di battaglia è Haven, una vasta metropoli sulle coste meridionali dell'Inghilterra. Il Giocatore dei Peccati evocherà dei Mostri per corrompere, incendiare e distruggere la città mentre gli Eroi useranno la loro forza, le loro abilità e la città stessa per contrattaccare." [dal manuale]
In The Others il Male fa la voce grossa, inutile girarci attorno, tanto che gli Eroi svolgono il proprio turno mentre il Peccato semplicemente REAGISCE, come se avesse ben altri grattacapi, altre cose a cui pensare, tipo la fine del mondo.
Gli Eroi centellinano punti ferita, si avvelenano masticando corruzione per usare azioni extra, laddove il Peccato apparecchia le strade e respawna le peggio bestie abominevoli spendendo giusto le monetine di un calippo. E ad ogni turno che passa il Peccato, nella miglior tradizione cronemberghiana, diventa più forte.
Sì, non proprio una passeggiata, per i buoni, diciamo più una missione suicida.
La scatola di The Others contiene 7 scenari e 2 set di miniature dei Peccati ACCIDIA e SUPERBIA [47 miniature], 70 carte, 88 segnalini in cartoncino, 27 segnalini in plastica, 14 dadi tematici, 8 schede Eroe, 7 schede personaggio, 10 tessere città e il regolamento del gioco.
Il regolamento [43 pagine] è molto ben scritto, ricco di immagini, esempi e testo suggestivo.
The Others fa tesoro di quanto già raccontato da altri giochi di minia [Zombicide e Descent per citarne un paio], col risultato finale di un survival horror di difficile sopravvivenza, con una buona mestolata di alea, immersivo e divertente da giocare. Piuttosto semplice il turno [gli eroi possono solo muovere, attaccare, piazzare segnalini e attivare azioni città], più complesso calcolare il male minore, e come reagirà il giocatore del Peccato.
Da segnalare e non sottovalutare il gran numero di segnalini, a volte più letali dei mostri, sparsi per la città che aggiungono corruzione, incendi, altari sconsacrati, nidi, pentacoli, ....
Un american di volume, violento e punitivo, che premia solo dedizione e cooperazione, e punisce le meteore del ghe pensi mi.
Il Gran Macello
"Ce la fai a stare in piedi, Dado?" mi chiede Vik.
"Sì, datemi solo un minuto..."
Ma dalle cantine ne vengono su altri due. Gli ultimi. Un abominio col corpo da maiale e la testa da pitbull. E un penitente vestito di cuoio e avvolto nel filo spinato.
"Scusate un minuto" sorride Tuxx.
Fa a pezzi l'abominio. Facile come dividere in due una mozzarella.
Poi taglia le braccia al penitente.
E lo conduce a me.
"Questo dovrebbe essere l'overlord della banda. A te l'onore, Dado".
"Aspetta che riprendo col cellulare" avverte Vik
Red mi porge il piede di porco.
"Forza Dado" mi invita Tuxx.
Eseguo.
Vik carica al volo il filmato sulla rete, che in pochi minuti raggiunge le 500.000 visualizzazioni.
Io che trafiggo la testa del penitente col piede di porco, e poi grido: "Tornatevene all'inferno, questa è legge di Dado!"
"E adesso, Tuxx?"
Solleva le spalle. Sorride.
"Adesso vatti a prendere un po' di gloria. Io non sono fatto per quel tipo di riflettori, Dado"
Si volta. E se ne va da un'uscita sul retro.
"Che facciamo?" chiede Vik
"Usciamo" rispondo.
Red raccoglie da terra un tentacolo e me lo appoggia sulla spalla.
"Così, fa più scena"
Usciamo fra gli applausi.
Trovate The Others e le varie espansioni su Magic Merchant
#luccant
#luccant
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RispondiEliminaSpettacolo.
Spettacolare e delirante.
RispondiEliminaCome al solito.
Tullaris
A volte ci vuole un po' di sano ameritrash!
RispondiEliminaAssolutamente spaccante, Dado :)
RispondiEliminaIl respawn al costo delle "monetine di un calippo" è letale!
Il gioco vabbe, figo da vedere punto. Ma chissene
Mi è venuta voglia di provare assolutamente questo titolo. Ma pure di azioni di grande virilità avvolto da un mantello nero contro i poveri e gli oppressi.
RispondiEliminaAltro che gran macelo... grande post :D
RispondiEliminaGrandiosamente Epico!!!
RispondiEliminaComplimenti
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