Mario: "Ho anche controllato per terra, sai a volte succede: sei lì che defustelli un gioco e un gettone rimbalza sul tavolo e casca giù, e tu neanche te ne accorgi"
Paolo: "E fammi indovinare: per terra non hai trovato niente"
Mario: "Macchè. Ho pure alzato il tappeto. Niente. Un nervoso, guarda.... Che adesso mi tocca scrivere alla casa editrice per farmi mandare il gettone che manca, ed è tutto da vedere se me lo mandano, perchè ho preso l'edizione tedesca del gioco, mi romperanno sicuro i coglioni..."
Paolo: "Ma lo sai di chi è la colpa?"
Mario: "Delle case editrici, che fanno stampare sottocosto in Corea con manodopera di bassa..."
Paolo: "Macchè delle case editrici, non diciamo cazzate. La colpa è dei blogger"
mercoledì 31 maggio 2017
mercoledì 24 maggio 2017
Anteprima Photosynthesis e Sherlook [e una maglietta nera]
Nelle ultime 24 ore, Torino aveva deragliato da pioggia a sole, e io non ero stato altrettanto veloce a cambiar giacca.
Guidavo col chiodo di pelle piantato sulle spalle.
"Perchè non te lo togli, non hai caldo?" mi aveva chiesto Francy, non aspettandosi davvero una risposta.
Avevo retto stoicamente per un buon numero di semafori, e lei non aveva più commentato. L'orgoglio mi aveva impedito persino di abbassare i finestrini. Finchè all'altezza di corso rosselli l'ultima goccia di sudore aveva fatto traboccare il vaso dilatatore, e al dottor banner si eran fatti gli occhi verdi. Ero sceso spalancando la portiera e facendo il giro della macchina con la rabbia dell'automobilista che ha ricevuto un colpo di clacson di troppo nella giornata sbagliata.
L'uomo alla guida del SUV era lontano un miglio dal clacson e incredibilmente minuto di corporatura, più corto di un tutorial di teooh, il suv snellisce. Stimai che avrebbe frainteso la mia discesa e avrebbe ingranato la retro innescando una serie di tamponamenti a catena. Fortunatamente stava scrivendo al cellulare.
Il mio scatto non era sfuggito all'acrobata al semaforo, al quale però era sfuggita una clavetta. La clavetta aveva rimbalzato sulla strada, e l'uomo nella macchina accanto alla mia aveva applaudito di incoraggiamento.
Aprii il bagagliaio e vi lanciai dentro il chiodo marcio.
Guidavo col chiodo di pelle piantato sulle spalle.
"Perchè non te lo togli, non hai caldo?" mi aveva chiesto Francy, non aspettandosi davvero una risposta.
Avevo retto stoicamente per un buon numero di semafori, e lei non aveva più commentato. L'orgoglio mi aveva impedito persino di abbassare i finestrini. Finchè all'altezza di corso rosselli l'ultima goccia di sudore aveva fatto traboccare il vaso dilatatore, e al dottor banner si eran fatti gli occhi verdi. Ero sceso spalancando la portiera e facendo il giro della macchina con la rabbia dell'automobilista che ha ricevuto un colpo di clacson di troppo nella giornata sbagliata.
L'uomo alla guida del SUV era lontano un miglio dal clacson e incredibilmente minuto di corporatura, più corto di un tutorial di teooh, il suv snellisce. Stimai che avrebbe frainteso la mia discesa e avrebbe ingranato la retro innescando una serie di tamponamenti a catena. Fortunatamente stava scrivendo al cellulare.
Il mio scatto non era sfuggito all'acrobata al semaforo, al quale però era sfuggita una clavetta. La clavetta aveva rimbalzato sulla strada, e l'uomo nella macchina accanto alla mia aveva applaudito di incoraggiamento.
Aprii il bagagliaio e vi lanciai dentro il chiodo marcio.
martedì 16 maggio 2017
Quando la mia sedia sarà vuota
Due funerali in tre giorni. Settimana impegnativa per Francy. Un amico e una zia da parte di padre.
"Potrebbe piovere" le ho detto mentre si vestiva allo specchio. Non ci azzecco sempre col mio bicchiere mezzo pieno. Così ho pensato di prenderle qualcosa. E visto che anni fa le avevo regalato un pacchetto di massaggi in un centro benessere e il regalo le era piaciuto, ho pensato di ripetere. Ma non ricordavo quale centro benessere.
Cercare "Centro massaggi" su Google è un po' rischioso, soprattutto vi sconsiglio di farlo da lavoro: esce sempre fuori l'immagine di una ragazza asiatica su sfondo rosa con la scritta: Aperto 7 giorni su 7 fino alle 00.00 [ammicca ammicca].
Poi sono successe altre due cose: è mancato un mio collega, e mi ha telefonato l'inquilino del piano di sotto per dirmi che gli usciva acqua dal lampadario.
martedì 9 maggio 2017
Deckscape senza spoiler [leggete tranquillamete]
Metti di dover presentare un'amica a un collega.
Collega: "E' single?"
Tu "Sì"
Collega: "Anni?"
Tu: "Ne ha 40"
Collega: "E' bella?"
Tu: [silenzio]
Per questo sarà mia premura mescolare il vero col falso, in queste righe, che il tacere può essere rivelatore tanto quanto lo schioccar di lingua, e che sono preferibili le mezze-verità, le bugie a fin di bene, il tergiversare tecnico, e più di tutto le opinioni al posto della verità, che tanto la verità non la bramiamo mai per davvero. Per questo nella vita vogliamo il contraddittorio, lo scambio democratico, il confronto. Il pluralismo di voci è un porto sicuro nel quale tutti possono attraccare la propria opinione, e tutte le opinioni hanno pari dignità e valore, quelle degli assennati affianco a quelle degli stolti.
In natura non esiste l'opinione, è solo un'invenzione dell'uomo, in natura c'è solo la verità.
"La verità è un concetto difficile da immobilizzare, che custodisce nelle pieghe delle lettere che lo compongono, contraddizioni e significati nascosti. La locuzione "la verità" può essere anagrammata in "relativa", ma anche in "rivelata", e anche, ancora, in "evitarla". Ognuno può scegliere nell'anagramma il significato che preferisce" - Gianrico Carofiglio
Collega: "E' bella?"
Tu: "Cotone idrofilo"
mercoledì 3 maggio 2017
A far del bene agli zombie si ricevono solo morsi
"Potrebbe succedere di nuovo. Anche domani" avverte puntando l'indice contro i clienti dall'altra parte del bancone.
Il proprietario dello Zio Tibia, rinomato negozio di oggettistica e accessori zombie di Torino, è uno che ci sa fare. Si fa chiamare LAILANDER tutto attaccato, perchè è sopravvissuto a tre matrimoni e galoppa per il quarto, la gioia degli avvocati divorzisti.
"Credo nel sacramento del matrimonio" spiega "e mi piace stare con la faccia affondata nella passera".
Stacco una delle collane con molare dalla rastrelliera, prezzo 19.99€. Il molare è fatto di resina, naturalmente, i veri molari di zombie stanno fra i cinquecento e i mille euro cadauno, e su internet girano un sacco di falsi. Il mio ce l'ho sempre appeso al collo. Ha i segni di una carie e di una vecchia piombatura. Rarissimo. Pagato uno sproposito.
"Sono arrivati i tuoi fumetti" mi avverte Lailander, notandomi accanto allo scaffale dei libri.
Prendo GIU' LE MANI DA TORINO e lo sfoglio. Solite foto di repertorio che conosco a memoria.
Il proprietario dello Zio Tibia, rinomato negozio di oggettistica e accessori zombie di Torino, è uno che ci sa fare. Si fa chiamare LAILANDER tutto attaccato, perchè è sopravvissuto a tre matrimoni e galoppa per il quarto, la gioia degli avvocati divorzisti.
"Credo nel sacramento del matrimonio" spiega "e mi piace stare con la faccia affondata nella passera".
Stacco una delle collane con molare dalla rastrelliera, prezzo 19.99€. Il molare è fatto di resina, naturalmente, i veri molari di zombie stanno fra i cinquecento e i mille euro cadauno, e su internet girano un sacco di falsi. Il mio ce l'ho sempre appeso al collo. Ha i segni di una carie e di una vecchia piombatura. Rarissimo. Pagato uno sproposito.
"Sono arrivati i tuoi fumetti" mi avverte Lailander, notandomi accanto allo scaffale dei libri.
Prendo GIU' LE MANI DA TORINO e lo sfoglio. Solite foto di repertorio che conosco a memoria.