venerdì 10 gennaio 2014

Il sangue dei giocatori


Sono diventato donatore di sangue a 18 anni. Sul perchè e sul percome, mi piacerebbe avere una bella storia drammatica nel cassetto, raccontarvi di una telefonata nel cuore della notte, di un amico in fin di vita dopo un incidente in moto, e di tutti noi amici in coda davanti al pronto soccorso per donare il sangue, con lieto fine del dottore che togliendosi lo stetoscopio annuncia "E' fuori pericolo. Grazie ragazzi. Il vostro sangue gli ha salvato la vita".
No, cominciai per ragioni molto meno "nobili".
Durante l'ultimo anno delle superiori arrivò l'autoemoteca nella nostra scuola, per gli studenti che avevano raggiunto la maggiore età, e visto che chi donava poteva tornarsene a casa, io e altri "secchioni" ci facemmo sforacchiare il braccio in cambio di una brioche, di un'agendina AVIS con la foderina rossa, e della giornata di riposo.

L'inizio non fu proprio da supereroe, lo ammetto, ma a volte anche le più belle storie d'amore cominciano con lui che le chiede di uscire solo perchè lei ha una quarta. A mia difesa posso comunque dire che conservai l'abitudine di donare almeno un paio di volte l'anno e dopo un po' mi abituai all'idea che stavo facendo qualcosa di buono e non mi stava entrando niente nel portafogli.

22 anni dopo continuo a donare. Credo in quella cannuccia che porta il sangue dal mio braccio alla sacca, a volte mi piacerebbe poterla seguire davvero quella sacca, vedere la persona che la riceverà, stesa su un lettino, dirle “Ehm…potrei aver mangiato un paio di hamburger di troppo...scusa per il colesterolo” e sentirla ridere, magari un filo rassicurata.

E visto che io per primo iniziai per ragioni non proprio nobili, e che la motivazione "Ma lo sai che con la tua donazione puoi salvare una vita?" sembra convincente ma alla fine ha lo stesso potere di persuasione del dire a un fumatore "Ma lo sai che provoca il cancro?", di solito sponsorizzo la donazione spiegando della giornata di lavoro pagata, del listato con le dettagliatissime analisi del sangue che ti arriva a casa...e che se hai figli il giorno della befana puoi partecipare alla Befana Avis.
Da quando è nata mia figlia ci vado tutti gli anni. Mi piace molto l'atmosfera di festa che vi si respira, festa vera, sincera, buona, e mia figlia è sempre contentissima perchè torniamo a casa pieni di regali.
Quest'anno fra i regali con i gettoni per i donatori... un gioco da tavolo: MOSTROPOLI
(nota: la foto in alto l'ho scattata proprio al Palaolimpico di Torino).

Ieri sera l''ho provato con mia figlia, che è sempre contentissima di strappare il cellophane a una nuova scatola . Si tratta di un Monopoli versione mostresca, con carte BRIVIDINI al posto dei soldi, carte LUCINA al posto degli imprevisti, l'Uomo Nero a far le veci della banca, e degli spaventini in plastica a rimpiazzo delle tessere Parco della Vittoria eVicolo Corto.
Le meccaniche sono le solite: tiri il dado, fai saltellare il tuo segnalino zampa da una casella mostro all'altra, paghi, incassi, paghi, incassi... insomma: Monopoli. Niente di nuovo nè di particolarmente divertente per me, ma a mia figlia è piaciuto.

nota del donatore
: nel caso decideste di vivere pericolosamente e lanciarvi nella vostra prima erogazione di sangue.... all'Avis di Pianezza (Torino) c'è una dottoressa carinissima uguale uguale a Federica Pellegrini (ma senza la spocchia della Pellegrini). Io non vi ho detto niente....

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