Era questa la notte designata, l'oscuro cielo trapuntato di stelle durante il quale io e la zombesca Barba, ErProsciuttaro e Melonia avremmo liberato Venezia dall'antico Leviatano...
Ma pane al pane, certi ceppi di influenza intestinale imbastarditi con dna di pitbull e catenina di zingaro inchioderebbero sul cesso pure il Leviatano e i suoi gelatinosi tentacoli, figurarsi quattro muzzuni al fondo della catena evolutiva come noi.
Quindi tutti i messaggi su whattsapp propedeutici alla serata Carnival Zombie dei giorni scorsi, sono stati definitivamene cassati questa mattina da un tombale "Eruttiamo catarro come geyser".
Mi è costato rinviare, dopo tutti i solitari, le "studiate", le spulciate sui forum. Nell'ultima settimana ho vissuto col manuale di Carnival sul comodino (letteralmente), ho provato più volte il gioco in solitaria, ho giocato bendato (metaforicamente) per verificare se mi ricordavo tutte le regole, e mi sono persino "allenato" a spiegarlo nella maniera più semplice possibile (Melonia è una sacerdotessa del filler quindi qualsiasi gioco le proponga glielo spiego sempre cominciando con "Guarda sono 4 semplici regole, ci andrà una mezzora, quaranta minuti al massimo" fosse anche Twilight Imperium...sono un mentiroso).
Nei piani andati a puttane anche la consegna di Quarriors per ErProsciuttaro. Era un po' che l'uomo del basilico mi tampinava chiedendomi in prestito la mia copia: "Te la restituisco la settimana prossima, fidati della nonna" prometteva (ma la nonna non aveva mai avuto le zampe pelose e poi quegli occhi così grandi...).
Tutto posticipato.
Considerato che i miei piani consistevano nel giocare a Carnival Zombie, bere un paio di birre con ErProsciuttaro (che lubrificato a luppolo non immaginate quanto rende), scattare un po' di foto ingame e poi fare notte decantando sul Dado Critico la magnificenza del titolo di Albe Pavo (quanto mi piace stare al computer con luce soffusa e bicchierino di caffè), e considerato che avevo già allertato gli amici zombie che mi aiuteranno nel blog con le loro pose plastiche, ho deciso di non buttare proprio nel cesso la serata e raccontare due parole su Citadels.
Era un po' che volevo ritagliarmi 'sta parentesi, perchè Citadels ha tutta una serie di cose che mi piacciono un sacco:
-semplice nelle regole (lo spieghi in 5 minuti ed è adattissimo per i neofiti)
-bluff e strategia (ossia: semplice nelle regole okay ma tutt'altro che banale)
-prezzo contenuto (24 euro)
-dimensione della scatola contenuta (amo i giochi portatili)
-scala da 2 a 8 (quindi molto flessibile in quasi tutte le serate)
Insomma uno di quei giochi che, seppur datati, mi porterei sempre nel marsupio (e spesso lo faccio)
CITADELS
Tu chi sei e cosa devi fare?
Ogni giocatore è un imprenditore edile con disturbi della personalità e identità multiple, che per pagare il mutuo della catapecchia dove vive, costruisce la sua cittadella quartiere per quartiere, in competizione con altri muzzuni pari requisiti.
Durante il setup ogni giocatore viene omaggiato con 4 carte "quartiere" e due monete d'oro.
La partita comincia con un vero e proprio draft dei "ruoli". Ogni giocatore sceglie uno degli otto ruoli a disposizione (Assassino, Ladro, Mago, Re, Vescovo, Mercante, Architetto, Condottiere) e passa il mazzo al giocatore accanto.
Finito il draft (che prevede comunque un minimo di artificio per celare il ruolo del primo e dell'ultimo giocatore) il Re comincia a chiamare i personaggi in ordine di numero. Ogni giocatore col personaggio corrispondente si rivela e svolge il suo turno.
Il mago Gabriel e l'upupa.
Durante il proprio turno il giocatore può attivare l'abilità peculiare del suo personaggio (l'assassino uccide, il ladro deruba, il mago gabriel intravede colori suplimi...) e poi scegliere se prendere dalla cassa due monete d'oro o pescare una carta quartiere (ne guarda 2 e ne sceglie una). Ogni giocatore può costruire un quartiere a turno (salvo abilità).
La scoperta dell'acqua calda.
Vedi foto a lato. Caruso, lo zombie barbiere, ha scelto il ruolo del Vescovo. L'abilità del suo personaggio lo protegge dall'abilità del Condottiere, che distrugge i quartieri altrui. Inoltre il Vescovo guadagna una moneta d'oro per ogni quartiere "religioso" costruito (che sarebbero i quartieri col pallino blu...al momento non ne ha ancora costruito nessuno, però ne ha uno in mano, ma costa 5 monete quindi non può ancora costruirlo).
Alle spalle di Caruso, lo zombie professore ha scelto il ruolo Re (vedi segnalino corona gialla) che gli consentirà di guadagnare una moneta per ogni quartiere giallo costruito e gli conferirà il titolo di "primo giocatore" nel draft del turno successivo.
La partita si conclude quando viene costruito l'ottavo quartiere. A quel punto si contano le monete d'oro presenti su ogni quartiere, e si applicano dei bonus a seconda di quanto e di cosa si è costruito.
Un gioco gradevole, fresco, da portarsi sempre nel marsupio (l'ho già detto ma lo ripeto).
Buonanotte.
Okay. E' l'una di notte passata. Nessun virile caffè accanto al computer, ma bicchiere di camomilla con miele millefiori corretto propoli, e bustina di paracetamolo disciolta in bicchiere d'acqua.
Le cose non vanno sempre così come le avevi pianificate.
Che cosa vuoi farci? Vorrà dire che il Leviatano ronferà ancora un po' nel sottosuolo di Venezia.
Aspettami, vecchio mio, aspettami.
Non vedo l'ora di prender mazzate da te...
domenica 29 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
Variante BIBLIOS per 5 giocatori
Si tratta della variante ufficiale, approvata dallo stesso Steve Finn e pubblicata su boardgamegeek.
Scopo della variante: aggiungere un quinto giocatore al tavolo.
Per la variante occorre aggiungere alla dotazione di Biblios altri 5 dadi a 6 facce (quelli tradizionali bianchi e neri vanno benissimo).
I dadi bianchi vanno posizionati dietro i dadi colore, e impostati sul valore 1.
Ogni dado bianco sarà associato al dado colore che ha davanti.
In Biblios i giocatori "lottano" per accaparrarsi i libri delle cinque categorie (Monaci, Pigmenti, Libri Sacri, Manoscritti, Tomi Proibiti). Spiegata alla casalinga di Voghera: alla fine della fase obolo e della fase asta, il giocatore con il valore maggiore totale di carte marroni, prenderà i punti del dado marrone, il valore maggiore delle carte blu i punti del dado blu, e via così.
Nella variante a 5 giocatori, i dadi bianchi sono punti per il secondo classificato di ogni categoria.
Durante il setup iniziale le carte oro vengono separate dalla carte libri e a ogni giocatore vanno 5 carte oro nei valori: 1-1-2-2-3
(vedi foto) .
Il resto delle carte viene mescolato e vengono rimosse dal gioco 2 carte a caso (coperte, naturalmente).
Delle 87 carte iniziali quindi:
-25 vengono consegnate ai giocatori
-2 vengono rimosse
Le restanti 60 carte vengono distribuite nella fase obolo, seguendo le regole del gioco tradizionale.
Durante la fase asta, quindi, verranno assegnate 10 carte a testa (10x5 +10 all'asta) e ogni giocatore farà 2 turni da primo giocatore.
Terminata la fase obolo si passerà alla fase asta, con le stesse regole di Biblios.
Piccolo approfondimento sulle carte Chiesa, che modificano i punti vittoria. Come al solito l'effetto di queste carte è opzionale, ossia il giocatore può scegliere se applicarlo o meno.
Nel caso decidesse di applicarlo, l'effetto può essere applicato su un dado colore E ANCHE (opzionalmente) su un dado bianco, ossia per i secondi classificati in una delle 5 categorie.
Non si è quindi vincolati ad aumentare un dado colore e anche il suo dirimpettaio bianco.
Nella foto, ad esempio, all'attivazione della carta Chiesa +1, ho aumentato il valore del dado marrore portandolo a 4, e aumentato il valore del dado bianco per il secondo classificato della categoria verde portandolo a 2.
I dadi bianchi non posso raggiungere nè tantomeno superare in termini di valore, il valore del proprio dado colore associato. Ossia: se il dado marrone vale 4, il punteggio massimo che potrà raggiungere il dado bianco associato è 3. Questa limitazione è sensata, visto che si tratta di punti per il secondo classificato.
Identiche regole per le carte Chiesa che sottraggono punti vittoria ai dadi. L'effetto può essere applicato sia ai dadi colore che a quelli bianchi.
Le carte Chiesa che modificano 2 dadi possono modificare 2 dadi colore + 2 dadi bianchi.
La variante è decisamente interessante perchè con un numero così ristretto di giocate e di carte a disposizione, ci si scanna velocemente e senza pietà alcuna. La sensazione di non riuscire a stabilire fino alla fine se e quali dadi si sono realmente conquistati, è amplificata in questa variante, e i colpi di scena finali non mancano.
Bella variante davvero.
Scopo della variante: aggiungere un quinto giocatore al tavolo.
Per la variante occorre aggiungere alla dotazione di Biblios altri 5 dadi a 6 facce (quelli tradizionali bianchi e neri vanno benissimo).
I dadi bianchi vanno posizionati dietro i dadi colore, e impostati sul valore 1.
Ogni dado bianco sarà associato al dado colore che ha davanti.
In Biblios i giocatori "lottano" per accaparrarsi i libri delle cinque categorie (Monaci, Pigmenti, Libri Sacri, Manoscritti, Tomi Proibiti). Spiegata alla casalinga di Voghera: alla fine della fase obolo e della fase asta, il giocatore con il valore maggiore totale di carte marroni, prenderà i punti del dado marrone, il valore maggiore delle carte blu i punti del dado blu, e via così.
Nella variante a 5 giocatori, i dadi bianchi sono punti per il secondo classificato di ogni categoria.
Durante il setup iniziale le carte oro vengono separate dalla carte libri e a ogni giocatore vanno 5 carte oro nei valori: 1-1-2-2-3
(vedi foto) .
Il resto delle carte viene mescolato e vengono rimosse dal gioco 2 carte a caso (coperte, naturalmente).
Delle 87 carte iniziali quindi:
-25 vengono consegnate ai giocatori
-2 vengono rimosse
Le restanti 60 carte vengono distribuite nella fase obolo, seguendo le regole del gioco tradizionale.
Durante la fase asta, quindi, verranno assegnate 10 carte a testa (10x5 +10 all'asta) e ogni giocatore farà 2 turni da primo giocatore.
Terminata la fase obolo si passerà alla fase asta, con le stesse regole di Biblios.
Piccolo approfondimento sulle carte Chiesa, che modificano i punti vittoria. Come al solito l'effetto di queste carte è opzionale, ossia il giocatore può scegliere se applicarlo o meno.
Nel caso decidesse di applicarlo, l'effetto può essere applicato su un dado colore E ANCHE (opzionalmente) su un dado bianco, ossia per i secondi classificati in una delle 5 categorie.
Non si è quindi vincolati ad aumentare un dado colore e anche il suo dirimpettaio bianco.
Nella foto, ad esempio, all'attivazione della carta Chiesa +1, ho aumentato il valore del dado marrore portandolo a 4, e aumentato il valore del dado bianco per il secondo classificato della categoria verde portandolo a 2.
I dadi bianchi non posso raggiungere nè tantomeno superare in termini di valore, il valore del proprio dado colore associato. Ossia: se il dado marrone vale 4, il punteggio massimo che potrà raggiungere il dado bianco associato è 3. Questa limitazione è sensata, visto che si tratta di punti per il secondo classificato.
Identiche regole per le carte Chiesa che sottraggono punti vittoria ai dadi. L'effetto può essere applicato sia ai dadi colore che a quelli bianchi.
Le carte Chiesa che modificano 2 dadi possono modificare 2 dadi colore + 2 dadi bianchi.
La variante è decisamente interessante perchè con un numero così ristretto di giocate e di carte a disposizione, ci si scanna velocemente e senza pietà alcuna. La sensazione di non riuscire a stabilire fino alla fine se e quali dadi si sono realmente conquistati, è amplificata in questa variante, e i colpi di scena finali non mancano.
Bella variante davvero.
lunedì 23 dicembre 2013
Rinoceronti allo zenzero
Il piano era pizzata a casa dello strizzacervelli, con scambio di regali e quattro chiacchere sulle solite cose: lavoro, bambine, catarro, ma perchè non ci apriamo un bar? lavoro, recita delle bambine all'asilo, ma perchè non ci apriamo un negozio di pizza al taglio magari vicino all'università, catarro, raffreddore, tu nell'aerosol che ci metti?....
Io ero in macchina, avevo appena caricato i pacchi nel bagagliaio e aspettavo in doppia fila che scendessero moglie e figlia.
Francy mi ha telefonato sul cellulare: "La piccola ha vomitato. Torna su".
Non è vero Natale senza l'Influenza Intestinale!
Quindi siamo rimasti a casa e per distrarre la piccola abbiamo aperto in anticipo uno dei pacchetti sotto l'albero.
Il Barbo Natale del Dado Critico ha sponsorizzato "RINO ERCOLINO" della solita HABA, che come sempre ci azzecca un sacco.
Il gioco è immediato e divertente: i giocatori devono aiutare Rino Ercolino a costruire un palazzo, tramite carte "muro" (carte di robusto cartoncino piegate a "L") e carte soffitto. Purtroppo Rino non è una silfide ma un discreto trippone, e la sua scalata verso i piani alti mette a rischio la stabilità dell'intera struttura. Insomma una specie di Jenga, con qualche variante e un design puccettoso per bambini (ma il gioco è divertente anche per gli adulti, fidatevi).
Al suo turno ogni giocatore costruisce un piano, posizionando carte muro e la carta tetto, carta tetto che diventa la carta pavimento per il giocatore successivo. Le carte pavimento contegono le indicazioni su come andranno posizionate le carte muro. Rino, quando chiamato in causa, dovrà spostarsi da un piano all'altro, sbilanciando ulteriormente la struttura. E' consentito toccare solo le carte del proprio piano, quindi se qualcosa va fuori asse ve lo tenete allegramente, e raccomando un minimo di elasticità nei posizionamenti sbilenchi per mettere in difficoltà i giocatori che vengono dopo e gufare "Dai che cade dai che cade".
Il gioco prevede dei cambi nel verso del turno (da orario a antiorario), dei "non costruisci in questo turno" e dei "costruisci 2 piani invece di 1". Noi l'abbiamo giocato facile facile con l'unica regola: si continua a costruire a oltranza e il primo che fa cadere la struttura gli puzzano i piedi di topo morto.
Un gioco davvero gradevole nella sua semplicità, ideale per le serate miste adulti+bambini, e ottimo rapporto qualità \ prezzo (9 euro).
Nota: nella prima foto ho posizionato Rino Ercolino sullo zenzero, per riprendere il tema della canzone "Natale allo zenzero" di Elio. E mia figlia mi ha fatto notare che lo zenzero sembra proprio cacca di rinoceronte.
Capperi quanto ci prende, la mia piccola ^_^
Io ero in macchina, avevo appena caricato i pacchi nel bagagliaio e aspettavo in doppia fila che scendessero moglie e figlia.
Francy mi ha telefonato sul cellulare: "La piccola ha vomitato. Torna su".
Non è vero Natale senza l'Influenza Intestinale!
Quindi siamo rimasti a casa e per distrarre la piccola abbiamo aperto in anticipo uno dei pacchetti sotto l'albero.
Il Barbo Natale del Dado Critico ha sponsorizzato "RINO ERCOLINO" della solita HABA, che come sempre ci azzecca un sacco.
Il gioco è immediato e divertente: i giocatori devono aiutare Rino Ercolino a costruire un palazzo, tramite carte "muro" (carte di robusto cartoncino piegate a "L") e carte soffitto. Purtroppo Rino non è una silfide ma un discreto trippone, e la sua scalata verso i piani alti mette a rischio la stabilità dell'intera struttura. Insomma una specie di Jenga, con qualche variante e un design puccettoso per bambini (ma il gioco è divertente anche per gli adulti, fidatevi).
Al suo turno ogni giocatore costruisce un piano, posizionando carte muro e la carta tetto, carta tetto che diventa la carta pavimento per il giocatore successivo. Le carte pavimento contegono le indicazioni su come andranno posizionate le carte muro. Rino, quando chiamato in causa, dovrà spostarsi da un piano all'altro, sbilanciando ulteriormente la struttura. E' consentito toccare solo le carte del proprio piano, quindi se qualcosa va fuori asse ve lo tenete allegramente, e raccomando un minimo di elasticità nei posizionamenti sbilenchi per mettere in difficoltà i giocatori che vengono dopo e gufare "Dai che cade dai che cade".
Il gioco prevede dei cambi nel verso del turno (da orario a antiorario), dei "non costruisci in questo turno" e dei "costruisci 2 piani invece di 1". Noi l'abbiamo giocato facile facile con l'unica regola: si continua a costruire a oltranza e il primo che fa cadere la struttura gli puzzano i piedi di topo morto.
Un gioco davvero gradevole nella sua semplicità, ideale per le serate miste adulti+bambini, e ottimo rapporto qualità \ prezzo (9 euro).
Nota: nella prima foto ho posizionato Rino Ercolino sullo zenzero, per riprendere il tema della canzone "Natale allo zenzero" di Elio. E mia figlia mi ha fatto notare che lo zenzero sembra proprio cacca di rinoceronte.
Capperi quanto ci prende, la mia piccola ^_^
giovedì 19 dicembre 2013
Perchè i complottisti non dicono la verità su Risiko?
Lo stile dei complottisti mi piace un sacco. Dico sul serio.
Non parlo delle loro teorie, ma del "format" che utilizzano per divulgarle.
Indipendentemente dall'argomento (gli alieni sono tra noi \ Paul McCartney è morto 50 anni fa \ il terremoto dell'Aquila lo hanno provocato gli americani utilizzando un impianto elettromagnetico installato in alaska, .....) il complottista comincia sempre la sua crociata caricando un video su Youtube che contiene SVEGLIAAAA!!!! nel titolo.
Di norma il video inizia con un testo che scorre dall'alto verso il basso, una sorta di introduzione con la quale l'autore ci spiega che siamo degli automi non abituati a pensare, che accettiamo la realtà che ci hanno costruito e messo davanti, che ci stiamo bevendo una valanga di cazzate...
L'autore sottolinea comunque che lui non vuole convincerci, che starà a noi giudicare, dopo aver visto il video bomba che ha appena caricato, e scegliere da che parte stare.
Ricorre spesso l'immagine di Morpheus con le due pillole in mano.
Nonostante le premesse "Poi starà a te giudicare", i video sono sempre molto aggressivi e l'autore per spiegare a noi duri di comprendonio fa largo uso di font dimensione 32, grassetto come se piovesse e grappoli di perentori punti esclamativi.
Perchè TUTTI i video dei complottisti, al di là dell'argomento: ufo, templari, scie chimiche, 11 settembre, fluoro nell'acqua, radar, droni ....sottintendono sempre lo stesso concetto: tu sei un coglione.
Un emerito, tra l'altro.
E il rafforzativo assoluto, la cartina tornasole della bontà della verità, è l'anonimato.
Perchè puoi diffidare di chiunque, di tua madre e dello scienziato di fama mondiale, ma se il tizio che trasmette da Youtube ha un passamontagna in testa, la cosa prende tutta un'altra piega.
E manco a crederlo.... funziona!!
I complotti vendono come il pane.
Quindi ho deciso di utilizzare lo stesso format per promuovere i board games.
Vuoi mai che funzioni....
Link del video -> http://youtu.be/CeYRlC8fK9Q
Non parlo delle loro teorie, ma del "format" che utilizzano per divulgarle.
Indipendentemente dall'argomento (gli alieni sono tra noi \ Paul McCartney è morto 50 anni fa \ il terremoto dell'Aquila lo hanno provocato gli americani utilizzando un impianto elettromagnetico installato in alaska, .....) il complottista comincia sempre la sua crociata caricando un video su Youtube che contiene SVEGLIAAAA!!!! nel titolo.
Di norma il video inizia con un testo che scorre dall'alto verso il basso, una sorta di introduzione con la quale l'autore ci spiega che siamo degli automi non abituati a pensare, che accettiamo la realtà che ci hanno costruito e messo davanti, che ci stiamo bevendo una valanga di cazzate...
L'autore sottolinea comunque che lui non vuole convincerci, che starà a noi giudicare, dopo aver visto il video bomba che ha appena caricato, e scegliere da che parte stare.
Ricorre spesso l'immagine di Morpheus con le due pillole in mano.
Nonostante le premesse "Poi starà a te giudicare", i video sono sempre molto aggressivi e l'autore per spiegare a noi duri di comprendonio fa largo uso di font dimensione 32, grassetto come se piovesse e grappoli di perentori punti esclamativi.
Perchè TUTTI i video dei complottisti, al di là dell'argomento: ufo, templari, scie chimiche, 11 settembre, fluoro nell'acqua, radar, droni ....sottintendono sempre lo stesso concetto: tu sei un coglione.
Un emerito, tra l'altro.
E il rafforzativo assoluto, la cartina tornasole della bontà della verità, è l'anonimato.
Perchè puoi diffidare di chiunque, di tua madre e dello scienziato di fama mondiale, ma se il tizio che trasmette da Youtube ha un passamontagna in testa, la cosa prende tutta un'altra piega.
E manco a crederlo.... funziona!!
I complotti vendono come il pane.
Quindi ho deciso di utilizzare lo stesso format per promuovere i board games.
Vuoi mai che funzioni....
Link del video -> http://youtu.be/CeYRlC8fK9Q
lunedì 16 dicembre 2013
E' il momento di farsi dei nemici (LOTR vs Caylus)
Io ODIO Il Signore degli Anelli. Ecco, l'ho detto. E giusto perchè lo sappiate: lo odio per colpa vostra.
Un passo indietro.
Sono un buon lettore, uno che legge abitualmente, ma non amo il fantasy. Non l'ho mai amato e non so che farci.
"Non ti piace il fantasy???? E perchè non ti piace?".
Continuano a chiedermelo e io vorrei sempre rispondere "Che cavolo ne so, prova a chiedere a tua moglie perchè preferisce il tuo torace peloso invece di un bel paio di tette".
Più diplomaticamente cerco di spiegare che il fantasy mi dà le stesse emozioni di un barattolo di sottaceti, che gli elfi mi danno ai nervi, che il party di personaggi composto da un elfo, un nano (sempre orgoglioso e armato di ascia), un cavaliere solamnico, un bla bla bla, tutti in viaggio per bla bla bla mi provoca pustole e dermatiti localizzate.
E quasi trentenne, visto che lo leggevano tutti e tutti mi fracassavano puntualmente i cabasisi con "E' un capolavoro devi leggerlo assolutamente" alla fine l'ho letto anch'io, Il Signore degli Anelli.
L'ho letto e naturalmente non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto perchè NON MI PIACE IL FANTASY.
Ho sperato mi piacesse, davvero. E invece ho faticato ad arrivare alla fine.
Che poi negli anni ho letto qualsiasi cosa, saltando da un autore all'altro, dal più classico dei classici a robaccia anarco-futurista, compresi libri che sarebbero stati più utili per attizzare la carbonella sotto un barbecue caricato a salamelle, quindi non è che proprio lo odiassi, sto benedetto tomo.
Voltata quindi l'ultima pagina de Il Ritorno del Re ho riposto i tre volumi sulla libreria e mi son detto "Bon, letto anche questo".
Non lo odiavo.
Me l'hanno fatto odiare i tolkeniani.
Voi.
Negli ultimi anni i tolkeniani si sono moltiplicati come conigli nutriti a viagra. La trilogia di Sam Raimi (nota nei commenti) ha rovesciato una tanica di benzina sul fuoco e soffiato con un mantice da vetraio, e oggi non riesci a girarti senza trovarti un tolkeniano appollaiato sullo schienale della sedia.
Perchè il vero problema de Il Signore degli Anelli è che l'hanno spremuto come un limone e per continuare a puppare soldi sempre con la stessa idea dopo il libro, hanno fatto il film, il videogioco, le miniature da dipingere, il gioco di carte, il gioco da tavolo, e tutto il merchandising che una società di marketing irrorata di cocaina potrebbe immaginare.
Vuoi mettere far colazione pucciando la fetta biscottata nel bicchiere con la faccia di Gandalf il Grigio?
O la notte di capodanno stupire la moglie con le mutande rosse di Legolas?.
E così indipendentemente da quale sia il tema: film, libri, videogiochi, ma anche chiacchere da bar apparentemente innocue sui campionati mondiali di tiro con l'arco, su Tiziana che le è caduta la fede nel buco del lavandino, sulla puntata di Mistero sullo gnomo armato di ascia, o più candidamente la nonna che dica alla sua nipotina "Sei il mio tesoro", il tolkeniano è sempre lì in agguato.
Vi racconto come accade.
Non faccio fatica a profondarmi in dettagli perchè continua a succedermi.
Il tolkeniano coglie uno spunto qualsiasi della discussione e squarcia le tenebre rivelando la sua vera identità.
"Sai...io sono un vero estimatore del mondo di Tolkien. Hai presente, no?Il Signore degli anelli..."
E alla sua rivelazione si aspetta un mio segno di consenso, un sorriso complice, una strizzata d'occhio, un "Beh, chi non ama Tolkien?!"
Mi faciliterebbe le cose mentire, lo so. Probabilmente sono un masochista.
"Io non amo molto Il signore degli anelli" ammetto.
Il tolkeniano sgrana gli occhi, mi guarda come se avessi appena detto che mi piace strangolare i micetti.
"Come...non ti piace Il signore degli anelli?!!? Ma l'hai letto? Il libro?"
Si, perchè il tolkeniano schifa quelli che hanno visto il film e poi non sono corsi a comprarsi il libro.
Nota: naturalmente i veri tolkeniani d.o.p. hanno letto il libro ventanni prima dell'uscita del film, ma vogliono comunque mostrarsi magnanimi e da pastori benevoli accettano anche approcci a la Tolkien for dummies.
"Si, l'ho letto. Sia Lo hobbit che Il signore degli anelli"
Silenzio e fase di studio dell'alieno bipede.
Il tolkeniano non capisce. Ha letto il libro e non gli è piaciuto!?!?! Non riesce a metabolizzarlo, c'è qualcosa di incomprensibile, di sbagliato, come un Bud Spencer in una pubblicità degli assorbenti femminili.
"Non amo il fantasy" spiego
"Ho capito che non ti piace il fantasy, ma il Signore degli Anelli!!"
Come dire: Ho capito che sei vegetariano, ma almeno il pollo!!!
"Ma almeno il film!!" sbotta spazientito
(nota: su La compagnia dell'anello mi sono addormentato 4 volte, al cinema).
"Su La compagnia dell'anello mi sono addormentato 2 volte, al cinema" cerco di minimizzare.
A quel punto possono succedere diverse cose, ma la mia preferita è MalosaicheTolkien.
Il tolkeniano (che non è un semplice lettore bensì un divulgatore) parte con un lungo e dottissimo monologo che abbraccia la biografia dell'autore, l'importanza dell'opera di tolkien nella letteratura mondiale fantasy, tesi di laurea sul tema, miti e leggende metropolitane, e gente che è uscita dal tunnel della droga leggendo LOTR.
"Ma lo sai che Tolkien bla bla bla padre del fantasy bla bla bla un vero e proprio mondo bla bla bla linguaggio delle rune bla bla bla tutti hanno copiato da Tolkien bla bla bla Silmarillion bla bla bla Saruman metafora di Hitler bla bla bla....".
Un'altra cosa che succede, è che il tolkeniano, ferito dalla mia blasfemia, mi chieda "Avanti, allora dimmi: e a te cosa piace?"
Sentiamo, dai,...
Naturalmente qualunque nome non andrà bene. Di solito invento un nome a caso oppure riciclo Kafka, che è così criptico da essere quasi inattaccabile.
"Ultimamente ho letto Il Castello e America, di Kafka"
Ma non serve. Il tolkeniano continuerà a disprezzarmi, io che ho letto e che non apprezzo, a guardarmi come si guarda un alcolizzato che tracanna senza distinguerli Tavernello e Brunello di Montalcino.
Perle ai porci…
Non importa quali siano i tuoi gusti: aver letto Tolkien e non celebrarne il genio è pura eresia.
Tolkien DEVE piacerti. E se non ti piace, sei sbagliato tu.
Inutile dire che i giochi da tavolo rappresentano terreno fertile per i tolkeniani, e che qualunque titolo vagamente fantasy è un palleggio a fil di rete, per le loro schiacciate.
L'unica scappatoia sono i german.
Quelli essenziali, gelidi nelle meccaniche, quasi astratti nell'ambientazione, in cui piazzi il lavoratore (un cilindretto) e raccogli la risorsa (un cubetto).
Lì il tolkeniano non trova spunti, non trova legna per alimentare il suo fuoco, e langue silenziosamente.
Sì, può giocarci una partita occasionalmente se la compa è proprio quella giusta, ma quel gioco sarà solo una parentesi aspettando Godot.
Ecco perchè tengo sempre un Caylus nella fondina e "Balivo" e "Prevosto" ricorrono nelle mie frasi come i "Mi consenta" all'evasore fiscale.
Io non esco mai di casa senza il mio Caylus.
Un passo indietro.
Sono un buon lettore, uno che legge abitualmente, ma non amo il fantasy. Non l'ho mai amato e non so che farci.
"Non ti piace il fantasy???? E perchè non ti piace?".
Continuano a chiedermelo e io vorrei sempre rispondere "Che cavolo ne so, prova a chiedere a tua moglie perchè preferisce il tuo torace peloso invece di un bel paio di tette".
Più diplomaticamente cerco di spiegare che il fantasy mi dà le stesse emozioni di un barattolo di sottaceti, che gli elfi mi danno ai nervi, che il party di personaggi composto da un elfo, un nano (sempre orgoglioso e armato di ascia), un cavaliere solamnico, un bla bla bla, tutti in viaggio per bla bla bla mi provoca pustole e dermatiti localizzate.
E quasi trentenne, visto che lo leggevano tutti e tutti mi fracassavano puntualmente i cabasisi con "E' un capolavoro devi leggerlo assolutamente" alla fine l'ho letto anch'io, Il Signore degli Anelli.
L'ho letto e naturalmente non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto perchè NON MI PIACE IL FANTASY.
Ho sperato mi piacesse, davvero. E invece ho faticato ad arrivare alla fine.
Che poi negli anni ho letto qualsiasi cosa, saltando da un autore all'altro, dal più classico dei classici a robaccia anarco-futurista, compresi libri che sarebbero stati più utili per attizzare la carbonella sotto un barbecue caricato a salamelle, quindi non è che proprio lo odiassi, sto benedetto tomo.
Voltata quindi l'ultima pagina de Il Ritorno del Re ho riposto i tre volumi sulla libreria e mi son detto "Bon, letto anche questo".
Non lo odiavo.
Me l'hanno fatto odiare i tolkeniani.
Voi.
Negli ultimi anni i tolkeniani si sono moltiplicati come conigli nutriti a viagra. La trilogia di Sam Raimi (nota nei commenti) ha rovesciato una tanica di benzina sul fuoco e soffiato con un mantice da vetraio, e oggi non riesci a girarti senza trovarti un tolkeniano appollaiato sullo schienale della sedia.
Perchè il vero problema de Il Signore degli Anelli è che l'hanno spremuto come un limone e per continuare a puppare soldi sempre con la stessa idea dopo il libro, hanno fatto il film, il videogioco, le miniature da dipingere, il gioco di carte, il gioco da tavolo, e tutto il merchandising che una società di marketing irrorata di cocaina potrebbe immaginare.
Vuoi mettere far colazione pucciando la fetta biscottata nel bicchiere con la faccia di Gandalf il Grigio?
O la notte di capodanno stupire la moglie con le mutande rosse di Legolas?.
E così indipendentemente da quale sia il tema: film, libri, videogiochi, ma anche chiacchere da bar apparentemente innocue sui campionati mondiali di tiro con l'arco, su Tiziana che le è caduta la fede nel buco del lavandino, sulla puntata di Mistero sullo gnomo armato di ascia, o più candidamente la nonna che dica alla sua nipotina "Sei il mio tesoro", il tolkeniano è sempre lì in agguato.
Vi racconto come accade.
Non faccio fatica a profondarmi in dettagli perchè continua a succedermi.
Il tolkeniano coglie uno spunto qualsiasi della discussione e squarcia le tenebre rivelando la sua vera identità.
"Sai...io sono un vero estimatore del mondo di Tolkien. Hai presente, no?Il Signore degli anelli..."
E alla sua rivelazione si aspetta un mio segno di consenso, un sorriso complice, una strizzata d'occhio, un "Beh, chi non ama Tolkien?!"
Mi faciliterebbe le cose mentire, lo so. Probabilmente sono un masochista.
"Io non amo molto Il signore degli anelli" ammetto.
Il tolkeniano sgrana gli occhi, mi guarda come se avessi appena detto che mi piace strangolare i micetti.
"Come...non ti piace Il signore degli anelli?!!? Ma l'hai letto? Il libro?"
Si, perchè il tolkeniano schifa quelli che hanno visto il film e poi non sono corsi a comprarsi il libro.
Nota: naturalmente i veri tolkeniani d.o.p. hanno letto il libro ventanni prima dell'uscita del film, ma vogliono comunque mostrarsi magnanimi e da pastori benevoli accettano anche approcci a la Tolkien for dummies.
"Si, l'ho letto. Sia Lo hobbit che Il signore degli anelli"
Silenzio e fase di studio dell'alieno bipede.
Il tolkeniano non capisce. Ha letto il libro e non gli è piaciuto!?!?! Non riesce a metabolizzarlo, c'è qualcosa di incomprensibile, di sbagliato, come un Bud Spencer in una pubblicità degli assorbenti femminili.
"Non amo il fantasy" spiego
"Ho capito che non ti piace il fantasy, ma il Signore degli Anelli!!"
Come dire: Ho capito che sei vegetariano, ma almeno il pollo!!!
"Ma almeno il film!!" sbotta spazientito
(nota: su La compagnia dell'anello mi sono addormentato 4 volte, al cinema).
"Su La compagnia dell'anello mi sono addormentato 2 volte, al cinema" cerco di minimizzare.
A quel punto possono succedere diverse cose, ma la mia preferita è MalosaicheTolkien.
Il tolkeniano (che non è un semplice lettore bensì un divulgatore) parte con un lungo e dottissimo monologo che abbraccia la biografia dell'autore, l'importanza dell'opera di tolkien nella letteratura mondiale fantasy, tesi di laurea sul tema, miti e leggende metropolitane, e gente che è uscita dal tunnel della droga leggendo LOTR.
"Ma lo sai che Tolkien bla bla bla padre del fantasy bla bla bla un vero e proprio mondo bla bla bla linguaggio delle rune bla bla bla tutti hanno copiato da Tolkien bla bla bla Silmarillion bla bla bla Saruman metafora di Hitler bla bla bla....".
Un'altra cosa che succede, è che il tolkeniano, ferito dalla mia blasfemia, mi chieda "Avanti, allora dimmi: e a te cosa piace?"
Sentiamo, dai,...
Naturalmente qualunque nome non andrà bene. Di solito invento un nome a caso oppure riciclo Kafka, che è così criptico da essere quasi inattaccabile.
"Ultimamente ho letto Il Castello e America, di Kafka"
Ma non serve. Il tolkeniano continuerà a disprezzarmi, io che ho letto e che non apprezzo, a guardarmi come si guarda un alcolizzato che tracanna senza distinguerli Tavernello e Brunello di Montalcino.
Perle ai porci…
Non importa quali siano i tuoi gusti: aver letto Tolkien e non celebrarne il genio è pura eresia.
Tolkien DEVE piacerti. E se non ti piace, sei sbagliato tu.
Inutile dire che i giochi da tavolo rappresentano terreno fertile per i tolkeniani, e che qualunque titolo vagamente fantasy è un palleggio a fil di rete, per le loro schiacciate.
L'unica scappatoia sono i german.
Quelli essenziali, gelidi nelle meccaniche, quasi astratti nell'ambientazione, in cui piazzi il lavoratore (un cilindretto) e raccogli la risorsa (un cubetto).
Lì il tolkeniano non trova spunti, non trova legna per alimentare il suo fuoco, e langue silenziosamente.
Sì, può giocarci una partita occasionalmente se la compa è proprio quella giusta, ma quel gioco sarà solo una parentesi aspettando Godot.
Ecco perchè tengo sempre un Caylus nella fondina e "Balivo" e "Prevosto" ricorrono nelle mie frasi come i "Mi consenta" all'evasore fiscale.
Io non esco mai di casa senza il mio Caylus.
sabato 14 dicembre 2013
Drago vs Principessa (variante Quarriors per mia figlia di 4 anni)
Ne appena compiuti 5.
Ma la variante risale a quando ne aveva 4.
Bombolentistica
Foglio da disegno A4 – Pennarelli – 8 dadi di Quarriors –
sacchetto scuro
Ketchup
Disegnare da una parte del foglio il cattivo di turno (un
drago, una strega, un coccomandrillo…) e dall’altra parte una principessa.
Scegliere 4 dadi per
il cattivo e 4 dadi per la principessa. I dadi devono essere diversi.
Disegnare una sequenza di 4 dadi sotto ogni personaggio.
Se la figlia è nelle corde potete coinvolgerla nella fase pennarello
(a me a questo giro ha risposto “No, no, papà, fallo tu”).
Dela mecanica di precision
Tiro del dado. Nota: è richiesta una minima capacità di
ventriloquismo, per riprodurre la voce del drago sghignazzante per ogni dado
andato a segno.
Favola
Il Drago sta attaccando il castello. Riuscirà la Principessa
ad armarsi e sconfiggere il Drago prima della distruzione delle mura?
Giochi con me?
Ad ogni turno un giocatore infila la mano nel sacchetto e
prende un dado a caso (di qui l'importanza del sacchetto scuro). Lo tira.
Se esce un risultato “Drago” viene posto sulla sequenza
Drago, se esce un risultato “Principessa” (indovina un po’ che succede?) viene posto
sulla sequenza principessa.
Se esce un risultato diverso (ogni dado ha solo 3 facce col
simbolo richiesto nella sequenza) si rimette nel sacchetto.
Se il primo a completare la sequenza è il Drago, vince il
Drago, altrimenti vince la Principessa.
Considerazioni e ponzature
L’idea è che il lucertolone stia prendendo a testate le mura
del castello, e la principessa si “armi” per andare a sconfiggerlo. Preferisco
cercare di trasmettere alla bambina il messaggio “Combatti le tue battaglie” invece di “Aspetta
che venga un principe azzurro a salvarti”.
Per la sequenza della Principessa ho scelto dei dadi che
potessero rappresentare la vestizione della Principessa a tenuta da battaglia,
quindi l’elmo (dado blu), la spada (dado rosso), lo scudo (dado bianco) e la
pergamena che rende invincibili (dado azzurro).
La variante è semplice e vostra figlia se ne stuferà in fretta. Però potete riciclare l'idea con nuovi scenari e percorsi a bivio (un dado in ogni bivio, se viene il simbolo prendo una strada, se non viene prendo l'altra).
Il tempo speso giocando verrà restituito in tempo bonus, alla resa dei conti finale.
Me lo sono inventato. Credetemi.
Il tempo speso giocando verrà restituito in tempo bonus, alla resa dei conti finale.
Me lo sono inventato. Credetemi.
mercoledì 11 dicembre 2013
Pausa pranzo in ufficio fra Noodles e Biblios
Solo 60 minuti di pausa pranzo in ufficio, per mangiare un boccone e spegnere il cervello con un fillerino. Visto che fa un freddo becco e che abbiamo da poco visto campeggiare sugli scaffali dei supermercati i noodles istantanei dalla Star, io e il collega ci siamo lanciati. Tanto il bollitore dell'acqua ce l'abbiamo (anche noi uomini duri beviamo la tisana). Ai noodles al pollo ho abbinato Biblios, scontrino battuto proprio questo sabato. I noodles sono risultati perfetti, per la pausa pranzo in ufficio, per tutta una serie di ragioni che riassumo telegraficamente: caldi (fa freddo!), veloci (3 minuti), semplici da cucinare (basta un bollitore), prezzo contenuto (1,50 euro cad contro 1,80 euro del panino rancido della macchinetta), si mangiano con le bacchette quindi non ungono le mani (dovendo maneggiare carte e dadi). Non del tutto pago dell'esperienza noodles in ufficio, tornato a casa ho replicato, un ramen versione italiana.
Nella scodella: fettine di petto di pollo tagliato a striscioline e saltato in padella con curry e salsa di soya - tagliolini all'uovo freschi (3 minuti) - porro & cipollotto tagliati a striscioline - uovo sodo marinato nella salsa di soya - brodo di pollo. Poi visto che non sono un esperto di birre ma in tutte le cose mi piace sperimentare e negli ultimi mesi i mastri birrai non hanno fatto che aumentare di una tacca il numero delle luppolature e gridarlo ai quattro venti, ho provato la tanto reclamizzata Angelo Poretti 5 luppoli... Eccezionale il ramen, benchè le striscioline di porro siano rimaste un po' durette (la prossima volta sminuzzo a la julienne come se non ci fosse un domani) ma complessivamente voto altissimo, poi come scritto sopra con questo freddo calippo bersi un brodo caldo è davvero il massimo. Per quanto riguarda la birra Poretti... ehm...il ramer era eccezionale ma il porro è rimasto duretto.
Ok, veniamo a Biblios. Titolo da 2 a 4 giocatori, componentistica essenziale: scatola a libro, tabellone micro, 5 dadi e una novantina di carte. I dadi non si tirano e sono gli indicatori dei punti vittoria.
Ogni giocatore veste i salesiani panni di un abate a capo di un monastero, gli abati sono in competizione per ottenere i libri più rari e alla fine della partita chi avrà la biblioteca più prestigiosa sarà nominato Papa (quest'ultima affermazione è falsa).
Il gioco è composto da due fasi: fase obolo, nella quale gli abati raccolgono le offerte (libri e oro) e la fase asta, nella quale gli abati interagiscono fra loro per accaparrarsi i libri (più che in maniera laica direi in maniera laida, viste le gomitate e le gengive sanguinanti). In quattro parole: ogni giocatore cerca di ottenere la maggioranza di carte di un determinato colore, e per ogni "maggioranza" si becca il rispettivo dado di punti vittoria.
La prima partita... non mi ha convinto molto. In realtà ero io che avevo cannato le regole dell'asta (pensavo si puntasse direttamente l'oro, invece si dichiara, e questo cambia tutto). Una volta padroneggiate le quattro regole che governano questo fillerino il risultato è tutt'altro che sgradevole. Semplice e veloce, nei famosi 60 minuti siamo riusciti a mangiare i noodles, a ripulire le scrivanie dalle goccioline di brodo schizzate, e a giocare una partita a Biblios (e a scambiare due parole da dopo partita alla macchinetta del caffè). Il giorno successivo abbiamo replicato, sia i noodles che Biblios e il gioco ha cominciato a girare bene e a mostrare il meglio. Ho perso 6-10 (vedi foto).
Ci siamo scannati per ottenere la predominanza dei pigmenti blu (io sono arrivato a offrire 10 ori per una carta da 3) ma alla fine la differenza l'hanno fatta tre carte anonime rimaste sulle croste del mio collega. Senza prestarci attenzione, tome tome cacchie cacchie, si sono portate via 5 punti. Emblematici i 2 punti guadagnati con la solitaria carta arancione dal valore...UNO.
La miglior giocata della partita.
Insomma giochino interessante e buon rapporto qualità prezzo (una lattuga da 20). Giocandoci alcune partite sono venute fuori microstrategie non così banali. Ad esempio per una carta oro da 3, ho offerto ... una carta oro da 3. Non ho guadagnato nulla in termini di oro\carte, ma ho tolto la risorsa al mio avversario.
Quindi: consigliati i noodles e consigliato Biblios. Meglio se insieme.
Nella scodella: fettine di petto di pollo tagliato a striscioline e saltato in padella con curry e salsa di soya - tagliolini all'uovo freschi (3 minuti) - porro & cipollotto tagliati a striscioline - uovo sodo marinato nella salsa di soya - brodo di pollo. Poi visto che non sono un esperto di birre ma in tutte le cose mi piace sperimentare e negli ultimi mesi i mastri birrai non hanno fatto che aumentare di una tacca il numero delle luppolature e gridarlo ai quattro venti, ho provato la tanto reclamizzata Angelo Poretti 5 luppoli... Eccezionale il ramen, benchè le striscioline di porro siano rimaste un po' durette (la prossima volta sminuzzo a la julienne come se non ci fosse un domani) ma complessivamente voto altissimo, poi come scritto sopra con questo freddo calippo bersi un brodo caldo è davvero il massimo. Per quanto riguarda la birra Poretti... ehm...il ramer era eccezionale ma il porro è rimasto duretto.
Ok, veniamo a Biblios. Titolo da 2 a 4 giocatori, componentistica essenziale: scatola a libro, tabellone micro, 5 dadi e una novantina di carte. I dadi non si tirano e sono gli indicatori dei punti vittoria.
Ogni giocatore veste i salesiani panni di un abate a capo di un monastero, gli abati sono in competizione per ottenere i libri più rari e alla fine della partita chi avrà la biblioteca più prestigiosa sarà nominato Papa (quest'ultima affermazione è falsa).
Il gioco è composto da due fasi: fase obolo, nella quale gli abati raccolgono le offerte (libri e oro) e la fase asta, nella quale gli abati interagiscono fra loro per accaparrarsi i libri (più che in maniera laica direi in maniera laida, viste le gomitate e le gengive sanguinanti). In quattro parole: ogni giocatore cerca di ottenere la maggioranza di carte di un determinato colore, e per ogni "maggioranza" si becca il rispettivo dado di punti vittoria.
La prima partita... non mi ha convinto molto. In realtà ero io che avevo cannato le regole dell'asta (pensavo si puntasse direttamente l'oro, invece si dichiara, e questo cambia tutto). Una volta padroneggiate le quattro regole che governano questo fillerino il risultato è tutt'altro che sgradevole. Semplice e veloce, nei famosi 60 minuti siamo riusciti a mangiare i noodles, a ripulire le scrivanie dalle goccioline di brodo schizzate, e a giocare una partita a Biblios (e a scambiare due parole da dopo partita alla macchinetta del caffè). Il giorno successivo abbiamo replicato, sia i noodles che Biblios e il gioco ha cominciato a girare bene e a mostrare il meglio. Ho perso 6-10 (vedi foto).
Ci siamo scannati per ottenere la predominanza dei pigmenti blu (io sono arrivato a offrire 10 ori per una carta da 3) ma alla fine la differenza l'hanno fatta tre carte anonime rimaste sulle croste del mio collega. Senza prestarci attenzione, tome tome cacchie cacchie, si sono portate via 5 punti. Emblematici i 2 punti guadagnati con la solitaria carta arancione dal valore...UNO.
La miglior giocata della partita.
Insomma giochino interessante e buon rapporto qualità prezzo (una lattuga da 20). Giocandoci alcune partite sono venute fuori microstrategie non così banali. Ad esempio per una carta oro da 3, ho offerto ... una carta oro da 3. Non ho guadagnato nulla in termini di oro\carte, ma ho tolto la risorsa al mio avversario.
Quindi: consigliati i noodles e consigliato Biblios. Meglio se insieme.
domenica 8 dicembre 2013
Aderenze fra l'Isola Proibita e la birra Fior di Noppolo
Poi non lamentatevi del mio cellulare, visti i pessimi risultati di quello der Prosciuttaro.
Questo secondo video è davvero scandaloso, sia per i contenuti, pura delirante improvvisazione ludica, sia per la pessima qualità dell'audio.
Com'è nato il video.
Er Prosciuttaro e Melonia sono venuti a casa nostra per una pizza (e per consegnare Otto il Maialotto che fa il Botto a mia figlia).
Mentre tornavamo dalla pizzeria con i cartoni delle pizze in mano:
Io: "Sabato scorso sono andato in un birrificio, una rivendita di birre artigianali. Ho preso un po' di bottiglie. Stasera assaggiamo la Fior di Noppolo"
Prosciuttaro: "Okay. Ah: ho visto il video del paguro fra Agricola e Le Havre, tipo Paul il polipo"
Io: "Piaciuto?"
Prosciuttaro: "Mi ha fatto scassare"
Io: "Stasera ne giriamo uno?"
Prosciuttaro: "Cosa, video? Va bene. Ma su cosa?"
Io: "Boh?! Aderenze fra board games e birra?"
Prosciuttaro: "Sulla Fior di Noppolo?"
Io: "Venduto!"
VIDEO: http://youtu.be/JqgEf7WyHvo
martedì 3 dicembre 2013
Io che non dimentico Edwige Fenech e Magic The Gathering
Sono stato un bambino precoce. Ed oggi sono un adulto nostalgico. E' evidente che ci deve essere qualche vite lenta, nell'ingranaggio che muove la barba.
Da bambino, e parlo degli anni del grembiulino azzurro alle elementari, del Dottor Who sulla Rai, e di Tiger Mask contro Dynamite Kid, mentre gli altri maschietti della mia età adoravano le lentiggini di Nikka Costa, io avevo una cotta per Edwige Fenech.
Ed oggi continuo ad averla.
Non che ci pensi davvero a Edwige, ma quando fra maschi si chiacchera a feromoni alti e il giovane virgulto di turno tira in ballo (minchiaprovaaindovinare!) Belen, il mio pensiero invece va a lei, Edwige, che emerge dalla vasca di schiuma mentre Renato Pozzetto del circolo operai commenta FUORI DALLE BALLE! nel film La Patata Bollente.
Che donna. E che Renato.
Volevo creare un mini kit da viaggio (alias "di sopravvivenza"), il più possibile essenziale ma flessibile, da tenere sempre nel marsupio, in caso di partita improvvisa, o nel raro caso mi fossi trovato in coda da qualche parte e lo sconosciuto seduto accanto a me avesse brontolato "Che palle, avessi almeno dietro un mazzo di magic e qualcuno con cui giocare..."
Lo so, lo so, non succederà mai. Ma io sono uno di quelli che credono ancora alla storia del ragazzo che consegna le pizze a domicilio, e della bionda in accappatoio che controllando il portafogli si accorge di aver finito i soldi.
Da bambino, e parlo degli anni del grembiulino azzurro alle elementari, del Dottor Who sulla Rai, e di Tiger Mask contro Dynamite Kid, mentre gli altri maschietti della mia età adoravano le lentiggini di Nikka Costa, io avevo una cotta per Edwige Fenech.
Ed oggi continuo ad averla.
Non che ci pensi davvero a Edwige, ma quando fra maschi si chiacchera a feromoni alti e il giovane virgulto di turno tira in ballo (minchiaprovaaindovinare!) Belen, il mio pensiero invece va a lei, Edwige, che emerge dalla vasca di schiuma mentre Renato Pozzetto del circolo operai commenta FUORI DALLE BALLE! nel film La Patata Bollente.
Che donna. E che Renato.
Edwige e le sue rotondità hanno
turbato la mia infanzia e colorito la mia adolescenza. E ancora adesso, 30 anni
dopo, rimango in qualche modo fedele a quel ricordo, alle immancabili scene di
nudo in ogni suo film anni '80, e a quella sua burrosità che oggi appare così casta e anacronistica....
Ho cominciato a giocare a Magic nel 2000 e ho continuato in maniera scostante in tutti questi anni, alternando momenti di bulimia solo-magic-24-ore-al-giorno a digiuni ad oltranza in cui avrei fatto a pezzi le dannate carte che bisbigliavano nell’armadio come gremlins. Magic si presta a questa discontinuità, a questo alternarsi di bianco e nero, caldo e freddo, sesso e castità. E' un gioco per casalinghe in conflitto con la bilancia: di giorno sedano e dieta ferrea e la sera barattolone di gelato davanti alla tv.
Ho smesso di giocarci da un paio d'anni ma so che con Magic non è finita, e che non finirà mai (principalmente perché non voglio che succeda).
Perché Magic, come Edwige, ha segnato la mia adolescenza, mutato i miei appetiti e mi ha svezzato, a modo suo, con un capezzolo assai diverso ma ugualmente attraente.
Ieri sera, riordinando una serie di mazzi di carte fra i quali lo starter deck di Naruto mai usato e il Mazzo Vampiri di Yughi-Oh con in copertina una specie di Gorilla Magilla viola, mi sono imbattuto in questo portamazzo di Magic, fuori scatola, quello che vedete nella foto. Scrivo fuori scatola perché le circa 4000 carte bisbiglianti di Magic che ho raccolto in questi anni, le conservo una maxi scatola nell’armadio (che a dire il vero è la matrioska-madre di tutta una serie di scatole più piccole).
Beh, questo portamazzo era separato dagli altri. Chissà perchè.
Ho resistito alla tentazione di aprirlo e me lo sono infilato nella tasca della giaccone, conservandomi la sorpresa per il giorno successivo, come si fa con gli ovetti kinder, diluendosi le sorpresine nei giorni.
Questo me lo apro domani.
Stamattina, in autogrill, seduto al tavolino per procrastinare ancora di un minuto l'arrivo in ufficio, davanti a un caffè e a un croissant devo riconoscerlo veramente cotto alla cazzo di cane, ho aperto il portamazzo.
Ho cominciato a giocare a Magic nel 2000 e ho continuato in maniera scostante in tutti questi anni, alternando momenti di bulimia solo-magic-24-ore-al-giorno a digiuni ad oltranza in cui avrei fatto a pezzi le dannate carte che bisbigliavano nell’armadio come gremlins. Magic si presta a questa discontinuità, a questo alternarsi di bianco e nero, caldo e freddo, sesso e castità. E' un gioco per casalinghe in conflitto con la bilancia: di giorno sedano e dieta ferrea e la sera barattolone di gelato davanti alla tv.
Ho smesso di giocarci da un paio d'anni ma so che con Magic non è finita, e che non finirà mai (principalmente perché non voglio che succeda).
Perché Magic, come Edwige, ha segnato la mia adolescenza, mutato i miei appetiti e mi ha svezzato, a modo suo, con un capezzolo assai diverso ma ugualmente attraente.
Ieri sera, riordinando una serie di mazzi di carte fra i quali lo starter deck di Naruto mai usato e il Mazzo Vampiri di Yughi-Oh con in copertina una specie di Gorilla Magilla viola, mi sono imbattuto in questo portamazzo di Magic, fuori scatola, quello che vedete nella foto. Scrivo fuori scatola perché le circa 4000 carte bisbiglianti di Magic che ho raccolto in questi anni, le conservo una maxi scatola nell’armadio (che a dire il vero è la matrioska-madre di tutta una serie di scatole più piccole).
Beh, questo portamazzo era separato dagli altri. Chissà perchè.
Ho resistito alla tentazione di aprirlo e me lo sono infilato nella tasca della giaccone, conservandomi la sorpresa per il giorno successivo, come si fa con gli ovetti kinder, diluendosi le sorpresine nei giorni.
Questo me lo apro domani.
Stamattina, in autogrill, seduto al tavolino per procrastinare ancora di un minuto l'arrivo in ufficio, davanti a un caffè e a un croissant devo riconoscerlo veramente cotto alla cazzo di cane, ho aperto il portamazzo.
Nel
portamazzo due mazzi precostituiti del duel deck Elspeth vs.
Tezzeret, una bustina protettiva con 5 carte Artefatto e dei segnalini del
pallosissimo gioco ZOMBIES!!! (e tre!).
Mi ci è voluto qualche minuto per ricordarmi perchè l'avessi fatto.
Mi ci è voluto qualche minuto per ricordarmi perchè l'avessi fatto.
Volevo creare un mini kit da viaggio (alias "di sopravvivenza"), il più possibile essenziale ma flessibile, da tenere sempre nel marsupio, in caso di partita improvvisa, o nel raro caso mi fossi trovato in coda da qualche parte e lo sconosciuto seduto accanto a me avesse brontolato "Che palle, avessi almeno dietro un mazzo di magic e qualcuno con cui giocare..."
Lo so, lo so, non succederà mai. Ma io sono uno di quelli che credono ancora alla storia del ragazzo che consegna le pizze a domicilio, e della bionda in accappatoio che controllando il portafogli si accorge di aver finito i soldi.
"Che ne dici se le pizze te le pago in un altro modo?"
Sono un possibilista e un sognatore, uno che crede nel potere erotico della margherita.
Il duel deck, come concetto, nasce con l'intento di creare due mazzi equilibrati con i quali giocare numerose partite.
Ma nel portamazzo non c'era solo quello.
C'erano anche dei segnalini, da usare come token per le carte artefatto del mazzo Tezzeret.
E poi 5 carte artefatto della serie "Affinity" per trasformare il mazzo Tezzeret in un mazzo competitivo (ma figurati se bastano... beh, l'idea era di avere un mazzo che almeno provasse a "resistere" e fosse un minimo divertente).
E' stata una parentesi. Volevo raccontarvela.
Tornato a casa ho rimesso il mazzo nella matrioska-madre, insieme a tutti gli altri.
Mentre aprivo il vaso di Pandora....le carte all'interno hanno sussurrato.
Giuro che l'ho sentito davvero.
Ma nel portamazzo non c'era solo quello.
C'erano anche dei segnalini, da usare come token per le carte artefatto del mazzo Tezzeret.
E poi 5 carte artefatto della serie "Affinity" per trasformare il mazzo Tezzeret in un mazzo competitivo (ma figurati se bastano... beh, l'idea era di avere un mazzo che almeno provasse a "resistere" e fosse un minimo divertente).
E' stata una parentesi. Volevo raccontarvela.
Tornato a casa ho rimesso il mazzo nella matrioska-madre, insieme a tutti gli altri.
Mentre aprivo il vaso di Pandora....le carte all'interno hanno sussurrato.
Giuro che l'ho sentito davvero.
Appena un bisbiglio, una singola parola soltanto, ma sufficiente a farmi gelare il sangue nelle vene.
Ho richiuso la scatola, e sbattuto l'antina dell'armadio così forte che la giraffa di peluche è caduta giù.
A cena, con mia moglie e mia figlia, ho fatto finta di niente.
Ma ora continuo a ripensarci a quell'unica parola.
A cena, con mia moglie e mia figlia, ho fatto finta di niente.
Ma ora continuo a ripensarci a quell'unica parola.
L'ho sentita davvero.
Edwige.