sabato 27 marzo 2021

Il Richiamo di Cthulhu - Set Introduttivo: da zero a giocatore di ruolo in 24 ore

Qualche giorno fa ho cambiato la cinghia rotta della tapparella della cucina. Avevo guardato su Youtube il tutorial: "Cambiare la cinghia della tapparella in 5 minuti" ed effettivamente non ci ho messo neanche un'ora.

Non sono ironico quando scrivo neanche un'ora: non mi aspettavo sul serio di riuscirci in 5 minuti, come il signor Ciro Cerullo del video, perchè ho immaginato che lui per arrivare a realizzare un tutorial fosse piuttosto bravo e con molte "tapparelle cambiate" nel curriculum.
Guardato il tutorial, rispetto alle altre volte in cui montavo la cinghia al contrario o caricavo la molla dell'avvolgitore dal verso sbagliato, ci ho messo davvero molto meno.

Credo che cominciare a giocare di ruolo DA ZERO, e intendo proprio senza avere alcuna esperienza, senza qualcuno che ti tiri dentro un'avventura in una serata, ma partendo proprio in completa autonomia, comprando un manuale e studiandoselo, sia un po' scoraggiante.

Gli ostacoli credo siano tre:
1° - lo scoglio psicologico del mega-manuale di regole da leggere e da imparare.
"Trecento pagine di regole?!?!? Non ce la farò mai!! Sono impazzito per capire le regole di Puerto Rico e il manuale erano solo 12 pagine, figurati trecento !!!"
2° - il prezzo.
Ci sono mille mila manuali più o meno noti e per tutti i portafogli, ma facendo una media fra i giochi di ruolo più famosi: Dungeons and Dragons 5°Edizione - Pathfinder - Il Richiamo di Cthulhu 7° Edizione, i prezzi oscillano fra i 45€ e i 60€.
"E ziobanana, e se poi finisce che spendo soldi e manco le capisce 'ste mille regole, ho buttato via tempo e soldi, cornuto e mazziato!!!"
3° - il gruppo
Se far provare un gioco da tavolo agli amici del sabato sera è un'operazione piuttosto semplice, perchè con i giochi introduttivi sono quattro regole in croce e 20 minuti di partita, con i giochi di ruolo l'impegno richiesto è decisamente maggiore.
Un'avventura introduttiva, fra spiegazione delle regole e svolgimento dell'avventura, dura in media 2 ore [o un'intera serata].

lunedì 22 marzo 2021

I pescatori di uomini

La domenica mattina è dedicata alla preghiera. In questo il Culto non brilla in originalità. Io, Francy e Luna arriviamo alla messa puntuali.
"Oggi vi racconterò la parabola di Zaccaria che picchiava sua moglie"
Il sacerdote dietro il pulpito è un uomo serissimo. Nonostante gli anfibi dottor martens e la t-shirt: Dio gioca a D&D e fa tutti critici.
Nella vita di tutti i giorni fa l'ingegnere e ha un pastore maremmano di nome Birillo.
"C'era un uomo di nome Zaccaria che picchiava sua moglie con la cinghia se soltanto la cena non era pronta quando lui tornava a casa da lavoro, o se trovava un granello di polvere sul pavimento. Fece così per 30 anni. Ma prima di morire l'uomo si pentì con tutto il suo cuore. E quando si presentò in paradiso sapete che cosa gli disse Dio? Gli disse: ma che pensi di prendermi per il culo, Zaccaria? E lo sbattè a calci all'inferno, dove per l'eternità dei diavoli lo massacrarono di mazzate con calzini pieni di sfere d'acciaio".

martedì 16 marzo 2021

Offri un caffè alla Tana dei Goblin

 L'edificio del provider che ospitava i server de La Tana dei Goblin è andato in fiamme.

Duro colpo per la più grande community italiana di giocatori di giochi da tavolo e di ruolo.

Sostieni anche tu la Tana dei Goblin.
Con il passaparola. E con una piccola donazione.
Anche solo 1€ al mese.
Il prezzo di un caffè.

Io ho appena donato tramite paypal.
paypal.me/latanadeigoblin

venerdì 12 marzo 2021

Te lo dico io di cosa parla

1993 - Diciannove anni addosso, la mia seconda vacanza da solo, intendo senza genitori, insieme agli storici compagni di merende: lo Strizzacervelli e Andrea F., a Rimini, alla pensione Fiordaliso o Graziella o Manuela, non ricordo di preciso ma un nome di donna, quello della titolare.
Arrivammo col treno e la prima notte, con un incontro di wrestling e una bottiglia di vodka alla pesca, devastammo la stanza, e il mattino seguente Fiordaliso o Graziella o Manuela, in piedi davanti al nostro tavolo della colazione, con i pugni ben piantati sui fianchi, ci avvertì che ci eravamo giocati l'unico jolly del nostro mazzo, e che alla prossima cazzata anche piccola ci avrebbe sbattuto fuori all'istante, e che avremmo poi dovuto ripescare i nostri vestiti dal cassonetto dell'immondizia - non si accorse che avevamo spaccato una gamba del letto con un suplex oggettivamente ben fatto].
Nei giorni seguenti facemmo i bravi, d'altra parte lo eravamo davvero, solo un filo stupidi, come si è stupidi a quell'età, quando gli ormoni e il giudizio degli altri sembrano le uniche cose importanti.
E un primo pomeriggio troppo caldo per andare in spiaggia a rifarci gli occhi sulle turiste tedesche che pettinavano le nostre fantasie, mentre Andrea F. seduto con le gambe incrociate sul letto rollava una sigaretta con il peggior trinciato di tabacco sottocosto di tutta Rimini, e nel mangianastri girava la cassetta duplicata di Sopravvissuti e Sopravviventi di Ligabue, lo Strizzacervelli, che in quegli anni era solo un pischello preoccupato per la stempiatura che si stava facendo largo a colpi di machete sulla sua testa, chiese: "Ma secondo voi di che parla la canzone HO MESSO VIA?"

venerdì 5 marzo 2021

365 giorni dopo

365 giorni dopo, avevamo smesso di aspettare il vaccino come si aspetta Godot: la grande gomma che avrebbe finalmente cancellato il grande errore e il grande orrore che affliggeva l'umanità, quella palla chiodata di virus figlio di un pipistrello che morse un pangolino che picchiò il serpente e che si mangiò il topo della fiera dell'est, era finalmente arrivata, con scatole diverse come certi giochi da tavolo furbi nel marketing.
Dodici mesi dopo il vaccino era giunto dal futuro come John Connon per salvarci: "Fatti bucare, se vuoi vivere".
Toccava aspettare il proprio turno, scansando da una parte i testicoli rigonfi e violacei, perchè la fila di persone davanti era lunghissima, quasi quanto quella dell'Apple Store il sabato pomeriggio.
Devastati dai funerali e dalla didattica a distanza, perennemente mascherati effepidue, avevamo almeno uno straccio di piano.