mercoledì 31 luglio 2019

Mi ricordo di te

Entro, ed entrando inciampo. Se fossi una persona più spirituale, interpreterei l'evento come uno dei tanti modi che ha la vita per insegnarti che gli imprevisti capitano, come le t-shirt Shit Happens, e che l'importante non è cadere ma sapersi rialzare, e citerei pure Manzoni, in caso di femmina nei paraggi, e la camminata di Don Abbondio fra i ciottoli. E invece banale come il riso in bianco e la coscia di pollo in ospedale, impreco con la forza di un veneto durante la finale del torneo di Briscola Assassina al circolo di bocce "Man Sbùxe", e pianto il ginocchio destro sul pavimento come un piolo da tenda, per salvare faccia e incisivi.
"Occhio al tappeto" mi avverte col tempismo delle mestruazioni il giorno dell'anniversario l'uomo dietro il bancone, indicando lo zerbino di tappi di sughero che mi ha azzannato la scarpa "L'ha fatto mia moglie. Alcuni ci inciampano".
"Sua moglie confeziona trappole mortali" gli dico alzandomi "Potrebbe catturarci un orso bruno con quel tappeto di tappi. Comunque le hanno rotto l'insegna fuori. C'è scritto CARTOLERI-".
L'uomo dietro il bancone somiglia a Augusto Daolio, e io gucciniano ricco senza soldi o radicale, mi commuoverei pure, non avesse accanto l'uomo un cartonato della colla Pritt antropomorfo alto un metro e ottanta, che orina asparagi scroscianti sulla mia nostalgia démodé.
"L'insegna l'hanno rotta il giorno dopo che mio padre l'ha messa su, sessant'anni fa"
mi risponde "E poi tante altre volte, negli anni. Quando ho rilevato io la cartoleria ho rinunciato a metterla a posto, era una battaglia persa: più facile convincere un adolescente a non masturbarsi. E poi a settembre chiudo i battenti. La scuola T******* ha perso sempre più alunni negli anni, è passata da quattro sezioni a una sola, e noi ci campavamo con la scuola, quindi fine della storia. Purtroppo sono troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchio per farmi assumere. Dovrò inventarmi qualcosa".
Mi guardo intorno.
"Guardi pure dappertutto"
allarga le braccia, quasi volesse abbracciare gli scaffali pieni di quaderni e scatole di pennarelli "prenda quello che vuole. Svendita totale, facciamo il 50% su tutto. E se prende più articoli ulteriori sconti, praticamente più compra e meno paga".
"Ho visto in vetrina il cartoncino GIOCHI DA TAVOLO"
"Mmhhmhm mi è rimasta poca roba" mugugna chinandosi sotto il bancone "Ma vediamo: Il gioco dell'oca. Le pulci. Il Paroliere. La pesca dei pesciolini: ehi questo è molto bello..."
Mi avvicino.
Per qualche secondo vedo solo la sua schiena curva, immobile, e il gomito sollevato, la peluria bianca sull' avambraccio.
Poi sento il click. E quando torna su l'uomo ha una pistola in mano.
"Mi ricordo di te" mi dice puntandomi l'arma in faccia e guardandomi dritto negli occhi.
Rimaniamo così, qualche secondo.
Poi gli chiedo: "E' originale?"
Me la mostra. La famosa pistola P8 lancia elastici, originale degli anni 80. Un giocattolo di lusso, in cortile da noi non ce l'aveva nessuno, usavamo il righello lungo della scuola, e facevamo i nodi agli elastici perchè fossero più tesi.
"Non la vendo. La tengo per difesa personale"

"Mi ricordo di te" ripete soffiando sul suo bicchierino di caffè. Ha un fornellino elettrico sul retro e una moka incrostata. Probabilmente arriverà prima la terra sulla sua pancia che il caffè in cialde nella sua vita.
Il suo caffè sa di asfalto rovente e mi è costato solo quattro scatole di pennarelli Carioca.
"Andavi alla scuola T******* negli anni 80. Sì, mi ricordo di te. Venivi qui a prendere i quaderni, i quinterni di fogli, le cartucce per la stilografica, i libri...".
"Ricordo che presi qui il libro Rafè e Micropiede. Lo lessi voracemente. Mi spiace che debba chiudere il suo negozio
"Eri un bambino timido e buono. Ora non sembri più timido"
"Vendeva anche giochi da tavolo?"

"Perché vuoi saperlo? Sono passati tanti anni"
"Sono diventato un appassionato di giochi da tavolo. Ne ho quasi 400 a casa. Sto cercando di ricostruire i miei primi passi. Venivo spesso a comprare qui"
"Noi lavoravamo quasi esclusivamente con la scuola. Qualcosina la tenevamo, perlopiù per i compleanni. Tante scacchiere magnetiche. Il gioco dell'oca. L'allegro chirurgo. Ho provato anche a tenere i Lego ma erano cari, qui erano tutte famiglie di operai".

Torno a casa.
Scrivo allo strizzacervelli di passare a comprare qualcosa alla cartoleria prima che chiuda.
E' a Milano a tenere un corso sulle nuove dipendenze.

La sera vengono gli amici da me. Preparo gli spaghetti con le vongole.
Francy si raccomanda di non usare l'aglio che alle bambine non piace. Appena va in camera da letto, apro il freezer e prendo il mio trito di aglio e prezzemolo.
Solo una puntina ma ci va, penso.
Ceniamo.
Mia figlia si lamenta perché sente l'aglio.
"Macchè aglio, è il mare!" mento.
Anche le altre bambine lo sentono.
"Allora non siete amiche del mare" dico io fingendomi offeso.
Ma sono passati troppi anni.
Ci sono ancora le bambole nei loro armadi ma non c'è più Ariel nel loro cuore, forse qualche ragazzino di prima media.

Dopo cena le bambine si chiudono in camera a parlottare.
Noi giochiamo in cucina.

CAMEL UP
Family game di corse di cammelli per 2-8 giocatori, che nel 2014 ha vinto lo Spiel Des Jahres [e una decina di altri premi di settore], di Steffen Bogen, edito in Italia da Uplay Edizioni, un titolo divenuto un classico che quest'anno è finito sotto i ferri del lifting, per un restyling grafico e un'affinata alle regole.
Attraverso i dadi Camel Up simula una corsa di cammelli nel deserto [con la meccanica dei cammelli impilabili, come Mahè di Alex Randolph], con i giocatori chiamati a scommettere sui vincitori di tappa, di gara, e sul primo e ultimo classificato.
Una corsa imprevedibile e divertente, con continui modificatori che entrano in gioco per offrire colpi di scena, capovolgimenti e tiri mancini.
La nuova versione del gioco introduce un nuovo elemento di caos: due cammelli matti, uno bianco e uno nero che corrono in direzione opposta, e che se montati in groppa possono riportare in dietro i cammelli in gara.
Insomma una corsa che fa dell'incertezza e dell'imprevedibilità il suo punto di forza, che regala ghignate al tavolo. Vi ritroverete a gufare contro il purosangue che è stato sempre in testa sin dal primo giro, ed esulterete quando zomperà su un cammello nero e questi lo riporterà indietro, e farete il tifo sfegatato per BucioDelSahara, cammello-materasso che si pensava dovesse far le ragnatele sulla linea di partenza, e invece sta riguadagnando posizioni.
Due parole su questa nuova edizione.
La piramide è di plastica e non più di cartone, ed è molto più robusta della vecchia che con l'elastichino rischiava sempre di rompersi.
I cammelli sono in resina e non in legno. Io di solito preferisco il legno ma questi sono belli pesanti da tenere nel palmo, insomma a gusti.
I cammelli matti sono la miglior invenzione di questa nuova edizione e conferiscono ancor più imprevedibilità alla corsa, è un piacere quando attivano l'effetto e riportano indietro sul percorso i cammelli in gara.
Cosa avrei rifinito ancora.
Il gioco è abbastanza veloce, nel giro di mezzora si finisce una partita [e di solito se ne fa un'altra]. Il target è family ma avrei comunque preferito qualche minuto di corsa in più, qualche casella di percorso extra per lasciar esplodere ancora gli elementi di incertezza e rimescolare le carte in tavola ancora una volta.

Ho visto cammelli correre col pepe al culo come voi umani non potreste neanche immaginare.
Scommettiamo.
Francy esegue la Mossa del Radiologo che consiste nel mettere la tessera FISCHI che riporta indietro i cammelli, sulla prima casella libera del percorso, perché storicamente questa mossa le regala sempre un botto di monete.
Il radiologo, inventore dell'omonima mossa, tira il dado per cominciare a vedere come si muovono gli animali.
Jabbaleno, soprannominato così perché a Verona, dopo un aperitivo con tartine di jalapeno, ha commentato "Piccante questo jabbaleno" riunendo in una sola parola:
1-un peperoncino
2-un cetaceo
3-Star Wars
4-un fulmine
tira il dado pure lui.
Alessandra tira il dado.
Nico scommette sul rosso.
Gabry sul rosso.
Io azzardo sul verde.

I cammelli si spintonano sulle ultime caselle. Francy è in testa [grazie alla Mossa del Radiologo, che segnalerò sui forum specializzati come vero e proprio abuso], ma proprio il Radiologo [DottorX] le sta dietro a 2 monete di distanza ed è stato uno dei primi a scommettere sul vincitore di gara.
Nico azzarda. Gabry Azzarda. Io mi gioco tutto puntando sull'ultimo di gara, il fedele DuediGobbe, che corre come gli avessero messo le ganasce alle zampe.

Vince il DottorX.
All'ultimissima curva l'eterno fanalino di coda DuediGobbe sembra avere un moto d'orgoglio e sorprassa, chiudendo penultimo.
Maiunagioia.

Trovate Camel Up e altra roba da nostalgia canaglia su Magic Merchant

10 commenti:

  1. Come sempre è un piacere leggerti, qualche pensiero a lettura fresca:
    1) Il tempo passa inesorabile e le bimbe crescono, o ci si convive so si perisce nel dedalo dei ricordi (ma fino a poco fà giocava con le barbie e adesso...)
    2) Chapeu per l'omaggio a Rutger Hauer recentemente scomparso per uno dei monologhi diventati pietre miliari della fantascienza.
    3) "Jabbaleno" deve entrare di diritto nel dizionario.

    Forza Dado continua così...

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    1. I figli sfuggono di mano, crescono mentre noi invecchiamo, ad una velocità che non riusciamo a controllare.
      Tutti i drammi dell'adolescenza sono in arrivo.
      Vedremo come andrà.

      Grazie Madd.

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  2. ...le cartolerie che chiudono mi mettono una tristezza....

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    1. Questa [cartoleria] ha tirato giù la serranda su tanti miei ricordi.

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  3. Tristezza di fondo che neanche le vacanze vicine, riescono a mitigare.
    Giocato una sola volta... il mio spirito german è stato brutalizzato peggio di Marsellus Wallace in Pulp Fiction! :-)

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  4. Io continuerò a leggere Camel Cup :D

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    1. Pure io...in realtà ha più senso!
      Elena P

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    2. Sì o no?? Certo che ha più senso! Mi rifiuto di credere agli stessi autori quando sostengono che sia stato solo un fraintendimento "grafico" :D

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