venerdì 26 gennaio 2018

In cauda venenum

In cauda venenum è una locuzione latina il cui significato letterale è: "Il veleno è nella coda". La frase nasce riferendosi allo scorpione, che in sè sarebbe poco pericoloso, ma ha per l'appunto la coda velenosa.
L'espressione è usata in senso figurato per significare che il momento finale di qualcosa è quello più difficile.
Wikipedia - Treccani

In Alto i Calici è un gioco discreto. Non è il capolavoro che tutti i giocatori dovrebbero avere sulla propria mensola, pena l'estromissione dalla categoria per manifesta incompetenza, e sassaiola di pomodori, che ne so: un Le Havre.
Anche senza l'etichetta di pietra miliare, tuttavia, se usato nella maniera corretta, vi terrà compagnia nelle tavolate larghe delle feste e vi farà passare una mezzora piacevole con i vostri amici, il sabato sera dopo la pizza.
Poi, facilmente, quello stesso sabato sera, giocherete anche ad altro.
Perchè in Alto i Calici non è attore protagonista, è comparsa, una di quelle oneste, che fanno il loro lavoro, che nel film combattono accanto all'eroe, e che non si accoppiano mai con la bella principessa, ma magari un limone ad una delle ancelle glielo tirano.
L'idea era molto buona: una roulette russa costruita con calici di vino drogati con arsenico o con gocce di antidoto, da nobili di famiglie rivali e parenti serpenti riuniti attorno allo stesso tavolo. Purtroppo nel tentativo di rendere l'intossicazione di massa poco prevedibile e conservare una certa dose di incertezza nei sorsi, perfettamente coerente col tema, l'autore deve aver calcato un po' la mano, e così il gioco ne è uscito poco controllabile. Nessuno porterà il calice alle labbra certo al 100% del suo contenuto.
Neanche Otelma.

Succede a molti scrittori di romanzi gialli: sono così terrorizzati dall'idea che i lettori possano risolvere il loro delitto cinquanta pagine prima della fine del libro, da farcire la storia con bivi narrativi, flashback sull'infanzia dei protagonisti, finti colpevoli, lettere bruciate e mozziconi sporchi di rossetto lasciati sul luogo del delitto da marinai con la barba.

In verità In Alto i Calici , 30 minuti circa di durata, edito da Horrible Games, ottimo nei materiali, sia i calici che le carte, ha poche regole e si spiega in 3 minuti.
Le azioni che potranno fare i vari  Giuda Escariota e Lucrezia Borgia sono:
1- lasciar cadere segretamente una goccia in uno dei calici [vino, veleno o antidoto]
2- annusare il profumo del vino [guardare nel proprio calice]
3- scambiare il proprio calice con quello di un altro
4- ruotare TUTTI i calici di una posizione, in senso orario o antiorario
5- chiamare un brindisi.
Tuttavia pur nel leggero rimestamento di coppe e intenti assassini, l'incertezza rimarrà alta.
Insomma non ti puoi fidare di nessuno. Mai.

Fuori Torino.
Sono un animale territoriale. Marco il territorio con l'urina. Ecco perchè bevo tutta quella birra.
E venti chilometri fuori Torino mi sento già nel territorio di qualcun altro.

E' sabato pomeriggio e dovrei essere altrove.

Sono in macchina, parcheggiato di fronte al campetto di calcio di un oratorio, con StaiManzo sul sedile del passeggero, e due caffè nei bicchierini di carta appoggiati sul cruscotto. Abbiamo preso i caffè da portar via in un bar con più videoslot che clienti.
"E' un appostamento? Dobbiamo spiare il prete?" mi chiede.
Osservo il Don Camillo col fisico da Peppone, col fischietto appeso al collo. 
"No"
"E allora non è una buona idea stare parcheggiati davanti a un campetto dove giocano dei ragazzini"
"Hai ragione"

Finiamo i caffè.
Cambiamo posto. Vista strada.
Restiamo in macchina.
Continuo a massaggiarmi la spalla.
"Te la sei rotta sciando?"
"No. Mi fa male"

Non ho voglia di raccontarla di nuovo.
"Quindi è un appostamento?" ripete dopo qualche secondo
"Sì"
ammetto
"Chi stiamo cercando?"
"Un truffatore"


Incrociando facebook e google street puoi trovare chiunque.

Finalmente lo vedo.
Mentre carica alcune borse nel bagagliaio della macchina, col telefonino premuto contro la spalla.
Carica le borse. E non ci pensa.

"Se vieni morso da un serpente, incidi col coltello e poi succhi via il sangue, succhi e sputi"
"Lo facevano vedere nei film. Sono morte delle persone per 'sta minchiata".

E' passato un anno. Il tempo necessario per far saltar fuori tutte le sue balle, tante da riempirci un autoarticolato. E il finale è stato addirittura pirotecnico, ed è così che ho scoperto il significato di in cauda venenum.
Ha mentito a tutti, mentito da vero fuoriclasse, guardandoci negli occhi e giurando sulla testa dei suoi figli.
"Allora sei tu quello sbagliato, Andre" osserva StaiManzo "Non devi mai fidarti di chi giura sulla testa dei suoi figli, MAI MAI MAI. Hai mai sentito una persona onesta giurare sulla testa dei suoi figli? Solo i delinquenti lo fanno"

"Andiamocene. Avevo solo bisogno di vederlo"
In Alto i Calici
Fai punti SE rimani vivo, SE il tuo nemico giurato muore avvelenato e SE sei il giocatore con più vino nel calice.

"Fidati, Andre, bevi, solo vino, lo giuro sulla vita dei miei figli"

Serata da amici.
Pizza fatta in casa. Più cruda su un angolo, più bruciacchiata sull'altro.
La adoro.

Lascio cadere due gocce nel calice di Maurizio. Vino. Ma lui crede veleno. E infatti puntuale aggiunge una goccia di qualcosa e poi scambia col mio. Tutto bene.
Se non che Francy insospettiva dal correre del calice, lo sposta davanti ad Eleonora.

Ai bambini piace.
Con loro vince proprio il complottare segreto raccontandosi le mosse nell'orecchio, vince l'incertezza, la confusione di bicchieri buoni e avvelenati che si scambiano e che corrono da una parte all'altra, e l'effetto finale, quando ognuno rivela di fronte a sè il contenuto del bicchiere, e magari scopri che alla nonna di 91 anni vanno 5 segnalini veleno.
"Ma che vi ho fatto?"

Per quanto riguarda i gamers, facilmente ne patiranno il poco controllo, e il turno finale, che penalizza certe posizioni al tavolo, senza grosse possibilità di risposta alle azioni degli avversari.
In Alto I Calici va giocato come una roulette russa, sotto le feste o a capodanno, o come un push your luck, in maniera molto leggera e caciarona, coinvolgendo al tavolo anche mamme, bambini e avvelenatori occasionali.

Fuori Torino [2]
 Riaccompagno StaiManzo.
Non un gran pomeriggio insieme, e me ne prendo tutte le colpe.
"Ti senti meglio?" mi chiede
"La spalla continua a farmi male"
"Intendevo adesso che l'hai visto"
"Mi avrebbe fatto star meglio vederlo con una gamba ingessata, o seduto fuori da una chiesa col cartello HO FAME"
"Non avvelenarti il sangue, Andre, tanto siete in mezzo con gli avvocati, tu cerca di voltare pagina"
"Incido, succhio e sputo"
"Non funziona"
"Ci sentiamo per un caffè, un 'altra volta, senza giri strani, promesso"

"Meglio, va" 
Scende.
Me ne vado.


In Alto i Calici e nasi bugiardi su Magic Merchant

4 commenti:

  1. Uno dei primi gdt che ho acquistato nella mia rinascita da giocatore.
    Mai riuscito ad intavolarlo.

    Non ho ben capito il racconto. Ci sarà un seguito? O chi doveva capire ha capito?

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  2. Brutta storia Dado, dai, tutti ci siamo presi delle fregature, dagli amici quelle più epiche, ma quello che non ci ammazza, ci fortifica.
    Il gioco mi prende, il gioco ideale per il "Bastard Inside" che c'è in me, ed in fondo, in ognuno di noi

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  3. In effetti pare non sia riuscito proprio benissimo, anche su BGG è stato stroncato piuttosto brutalmente.
    Di questo genere, molto simile ma leggermente meno random, c'è Mascarade di Bruno Faidutti. Non un capolavoro ma neanche un carciofo

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  4. Una storia e un gioco al veleno.
    Carino, ma niente di speciale..

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