martedì 16 maggio 2017

Quando la mia sedia sarà vuota


Due funerali in tre giorni. Settimana impegnativa per Francy. Un amico e una zia da parte di padre.
"Potrebbe piovere" le ho detto mentre si vestiva allo specchio. Non ci azzecco sempre col mio bicchiere mezzo pieno. Così ho pensato di prenderle qualcosa. E visto che anni fa le avevo regalato un pacchetto di massaggi in un centro benessere e il regalo le era piaciuto, ho pensato di ripetere. Ma non ricordavo quale centro benessere.
Cercare "Centro massaggi" su Google è un po' rischioso, soprattutto vi sconsiglio di farlo da lavoro: esce sempre fuori l'immagine di una ragazza asiatica su sfondo rosa con la scritta: Aperto 7 giorni su 7 fino alle 00.00 [ammicca ammicca].
Poi sono successe altre due cose: è mancato un mio collega, e mi ha telefonato l'inquilino del piano di sotto per dirmi che gli usciva acqua dal lampadario.

Che era un buono, questo mi ricordo di lui, che è quello che si ricordano tutti. Un buono che non alzava mai la voce. Non eravamo così colleghi nè amici, anche per ragioni geografiche, ci siamo incrociati in poche occasioni. Una volta che mi sono fermato dopo l'orario d'ufficio per tirare su un server, mi ha chiesto se mi andava di mangiare con lui. "Faccio la pasta col tonno e le acciughe" mi ha detto. Gli brillavano gli occhi. Aveva la rara e invidibile capacità di saper godere delle piccole cose.
Mentre io smadonnavo perchè non veniva su il raid dei dischi.

Con l'inquilino del piano di sotto abbiamo provato tutti i rubinetti. I miei, intendo. C'era una perdita sotto la mia vasca. A lui usciva acqua dal lampadario nel bagno, che è un'immagine al contempo un po' mistica e un po' da pieghevole sulla 626. 
Mi spiace per le tue perdite, familiari e idrauliche, mi ha scritto qualche giorno fa un giocatore su facebook, con encomiabile senso della frase.
Ho aggiunto una maschera di verdura + la colazione, alla Spa per Francy. Per non sbagliare.

Spendiamo le nostre vite nel perimetro di una manciata di chilometri. Strusciamo gomito a gomito contro le stesse persone tutti i giorni, attori che consideriamo comparse che non meritano neanche la menzione sui titoli di coda del nostro film. Passo 3 minuti al giorno tutti i giorni della mia vita con la stessa panettiera, che calcolati per trentanni, farebbero 18 giorni, praticamente io e lei un'estate insieme a Palinuro. Noto sempre che ha la foto di un bambino sul ripiano alle sue spalle, lo vedo tutti i giorni e penso sempre Deve essere suo nipote, quasi quasi glielo chiedo, so che le farebbe piacere, sicuramente la farebbe sorridere, e invece alla fine le dico soltanto "Mi dà quattro spaccatelle?".
Tutta la nostra vita nel bordo di pochi chilometri con comparse ampiamente sacrificabili, il resto sono sporadiche incursioni fuori dall'alveare, nuovi gomiti contro i quali strusciare e sfregare, una nuova panettiera, più giovane, orecchini con perla e swarovski, politicamente informata, interessante ma per poco.

Mio nonno era un bravo cacciatore, e un giocatore di carte mediocre. Da bambino ascoltavo le sue storie di caccia seduto sulle sue ginocchia, ignorando quanto fosse poi un bastardo egoista con la sua famiglia. Mi mostrava sempre il suo coltello che portava in un fodero appeso al fianco, quando andava nei boschi e le notti saliva su un albero e si legava al tronco. Aveva fatto la guerra in Africa, e mi raccontava che passava intere settimane mangiando soltanto banane verdi. Quella lama piantata su un manico d'osso è l'unica cosa che mi è rimasta di lui, al netto di tutti i racconti deprecabili che sono venuti fuori poi dopo.

Per vent'anni mio padre mi ha ripetuto: "Quando sarò morto ti lascerò i miei scacchi, quelli cinesi, fatti a mano". Negli anni '80 mio padre era un giocatore forte, giocava contro le scacchiere elettroniche della Fidelity e della Mephisto, quando i computer stavano ancora soltanto nei film.
La scacchiera con gli scacchi cinesi esposta nella vetrina costava uno sproposito, ricordo che mio padre trattò tutta la mattina col venditore, spuntando alla fine uno sconto perchè il disegno di due caselle era un po' sbiadito.
L'eredità di mio padre è arrivata in anticipo. Un sabato mattina si è presentato a casa mia con la scacchiera sotto braccio e mi ha detto: "Tieni. E' inutile che aspettiamo che sia morto. E poi voglio vedere dove la metti". Ogni tanto quando si ricorda mi chiede: "Oh, non è che l'hai buttata via, eh?".

Qualche volta mi chiedo cosa rimarrà a mia figlia.
Quando la mia sedia sarà vuota. Una volta avrei detto i libri. Ma il Kindle si è rivelato più letale dei roghi di Fahrenheit 451.
I miei giochi, probabilmente. La mensola incute un certo granitico timore, scatole che oramai sono diventate parte del muro. Dubito che li terrà tutti, più realisticamente soltanto qualcuno, 3-4, magari quelli che ho giocato più con lei, o quelli che potrà giocare lei con i suoi figli.
Mi piacerebbe che attraverso i giochi potesse ricordare il tempo, anzi i momenti passati insieme io e lei.

YINSH
Gioco astratto per 2 giocatori del lontano 2003, di Kris Burm, edito da Huch! e in Italia grazie a Red Glove che non teme di investire sugli astratti laddove altri osano solo miniature col kickstarter, della durata indicativa di 30-60 minuti [a seconda dei pensatori al tavolo].
Yinsh è uno dei giochi del progetto GIPF, del quale vi incollo la descrizione di wikipedia
La serie [...] prende il nome dal primo gioco, GIPF, e l'idea che sta dietro al progetto è che la ricompensa per la vittoria in ciascuno degli altri giochi serve al vincitore per introdurre nuovi pezzi con poteri speciali chiamati, potenziali, in un gioco concorrente del GIPF. Tuttavia, ciascuno dei giochi può anche essere giocato individualmente in modo normale, dato che essi hanno guadagnato la fama proprio in questa forma.

Yinsh in breve
Ogni giocatore inizia la partita con 5 anelli. Nel proprio turno il giocatore piazza una pedina sul tabellone, e muove un anello su una delle traiettorie. Ogni volta che un giocatore riesce a formare un allineamento di 5 pedine del suo colore, rimuove dal gioco uno dei suoi anelli.
Il primo a rimuovere 3 anelli, vince istantaneamente la partita.

Movimenti e regole
Ogni mossa inizia con il prendere una pedina [bianca da un lato e nera dall'altro] e posizionarla all'interno di uno dei propri anelli. Poi si muove l'anello. Durante il movimento l'anello ribalta tutte le pedine che trova cambiandone il colore.
L'anello può muovere di quante caselle vuole ma con queste limitazioni:
1-non può mai saltare un altro anello [di qualunque colore esso sia]
2-un anello può saltare quante pedine vuole a patto che queste siano contigue
3-dopo aver saltato, l'anello si ferma sulla prima casella libera immediatamente successiva alle pedine saltate.
Vi suggerisco un video di 3 minuti nel quale viene spiegato tutto in maniera semplice.
https://www.youtube.com/watch?v=3V8YG1uHA1Y
Totalmente esente dalla fortuna e vincitore di numerosi premi, Yinsh è un gioco dalla componentistica minimalista,  dal sapore antico, quasi nostalgico, old school, che ricorda quelle vecchie scacchiere in plastica color cappuccino che si compravano in cartoleria negli anni '80 e che contenevano sia gli scacchi che la dama [e sul retro la plancia del "Mulino", del quale nessuno conosceva le regole - non c'era neanche un fottuto bugiardino].
Pur non essendo un bruciacervello, e pur concentrando tutte le meccaniche in poche mosse e ancor meno in regole da imparare, Yinsh costringe all'astrazione, forza a muovere sempre prima sulle traiettorie della propria griglia mentale, programmando almeno 2 passi in avanti [oltre io non riesco ad andare], quindi si tratta di un gioco impegnativo, che richiede una certa dose di concentrazione e dedizione.
La vera chicca del titolo, comunque, resta il tentativo dell'autore di tenere sempre a distanza di fiato sul collo chi è in fuga e chi insegue, con la regola [coraggiosa per il tipo di gioco] del sacrificio di un anello ogni volta che si completa un filotto di 5. Il risultato sono partite serrate e sulla cortissima distanza, tese e prone ai ribaltoni, con finali di misura e leggere aritmie d'ansia. Una bella sfida fra gli 1vs1.

Quando la mia sedia
Non gioco con chiunque. Al di là della divulgazione che mi rimproverano sempre ai minimi storici, degli eventi, delle serate sporadiche nelle associazioni,  degli introduttivi che gioco con forte dose di egoismo per salvare me stesso e non loro, al mio tavolo entrano solo le persone importanti. Condivido il mio tempo e le mie scatole interiori in maniera molto selettiva. Le comparse non entrano. Ho un orso che fa selezione alla porta. E vi assicuro che non fa sconti quell'orso.

Finchè un giorno di me rimarranno solo le scatole della mensola, perchè ognuno ha i propri fossili, siano coltelli da caccia o scacchi cinesi, e i miei saranno quelli di un giocatore carnivoro estinto, squamato e intemperante, osceno nei modi, con la parola sbagliata in bocca.
Rimarranno solo i giochi come costole incassate nel muro, da leggere col carbonio 14, un token imprigionato nell'ambra per milioni di anni, la chiave della mia porta segreta.

Spero che mia figlia trovi quella chiave.
Che la usi nel modo giusto.
Per aprire quella porta.
Io sarò lì dietro.

Trovate reperti archeologici su Magic Merchant

13 commenti:

  1. Dopo i 40 i pensieri a volte prendono queste direzioni. Bravo Dado.

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  2. e allora se devo commuovermi appena entrato in ufficio... non si fa

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  3. Ciao Andrea, il tuo stile è inconfondibile e diretto come sempre! Complimenti per il pezzo e per il gioco. Siamo rimasti in "pochi" ad apprezzare gli astratti e Yinsh rimane sempre un gran titolo.

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  4. Molto, molto bello.

    (Io a mulino - l'ho sempre chiamato tria - giocavo parecchio.)

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  5. Stavolta poca allegria (0) e mi fermo un attimo a riflettere: in questi frangenti ti stimo ancor di più, poi riparto, la giostra non si ferma mai, e quando lo farà, non sarà più affar mio

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  6. Commosso pure io... mi tocca nascondere ai colleghi gli occhi lucidi.

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  7. Questa è letteratura! Grande pezzo: lascia con la bocca aperta e gli occhi lucidi. Sei sempre una lieta sorpresa.

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  8. ho finito gli aggettivi per descrivere quanto mi piace come scrivi e quello che scrivi.
    Rispondi per piacere solo a una domanda: davvero vuoi che restino solo calciatori e Federico Moccia a scrivere libri?
    N.

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  9. Mi dispiace davvero tanto... E' un periodo nero per tutto e tutti

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  10. Bellissimo Dado, come al solito....sei Unico!

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