mercoledì 4 gennaio 2017

Il paradosso del cammello e della clessidra

Apro gli occhi. Le 6.00 del mattino.
Ai blocchi di partenza. Di nuovo.
Non so chi mi abbia iscritto a questa gara, ma sono abbastanza sicuro di non aver firmato niente.
Il mio stretching è costituito da 10 minuti di riflessioni sulla fusione a freddo seduto sulla tazza, un caffè e il nuovo articolo di pinco11.
Mi vesto con la roba sulla spalliera della sedia [5 minuti]. Pulisco le olive nere dalla sabbia del gatto [5 minuti]. Bacio moglie e figlia.
Esco di casa. E dieci minuti dopo, in macchina, non mi ricordo neanche se il caffè l'ho preso oppure no.
Per sicurezza mi fermo in autogrill. Lì le ragazze dietro il bancone iniziano a correre alle 5.00. C'è sempre qualcuno che mette le scarpe da tennis ai piedi prima di te.
Corro tutti i giorni, ma so che correte anche voi, che non sono l'unico atleta, che ci hanno iscritto tutti, è un mega complotto sportivo. A volte ho la sensazione che questo sia solo l'allenamento per qualche cos'altro, e che una volta morto mi materializzerò su una pista d'atletica color avorio per giocarmi tutto nella Grande Corsa. Un po' come GANTZ.
Non mi piace correre, corro mio malgrado, mentre il mio cuore corre in circuito riservato ai professionisti [categoria: sinusale].
Soprattutto non so perchè corro, quali sono le regole di questa corsa senza traguardo, che riavvia tutti i giorni. 

CAMEL UP THE CARD GAME
Versione cartacea del noto Camel Up vincitore dello Spiel des Jares 2014, riadattata tascabile e smagrita nella componentistica [un mazzo di carte + 7 token] e nel prezzo [14 euro], per 2-6 giocatori, della durata di una 30ina di minuti, edita da Uplay.it
Di cosa si tratta.
Di un'altra corsa di cammelli, che ancora non si è sciolto il mistero del perchè 'ste bestie che già vivono in un ambiente ingrato che non nasce un fiore, debbano pure correre a perdifiato e zompare uno sulla schiena dell'altro [che poi un cammello pesa 400kg], ma niente, certi animali hanno più gobba che cervello, e allora a noi resta solo che scommettere sul vincente e sul piazzato, che se non puoi capirli almeno cerca di tirarci su dei soldi.
Come si svolge il camel trophy su pelo.
Si monta la pista e si suddividono le carte scommessa per tipo. E' possibile scommettere su ogni cammello vincente o piazzato, e anche ultimo del gruppo se ne individuiamo uno particolarmente ciancato. Si scommette sulle tappe intermedie e sull'esito della gara. Le scommesse fruttano monete, che decreteranno alla fine il vincitore.
Il gioco inizia con la composizione del mazzo che farà avanzare i cammelli: ogni giocatore pesca 7 carte e ne seleziona 3 + 1 giocabile dalla propria mano.
Nel proprio turno il giocatore:
1-se ancora disponibile piazza sulla pista la Palma [il cammello che ci finisce sopra avanza di una casella] o il Fennec [il cammello che ci finisce sopra indietreggia di una casella
2-pesca una carta avanzamento cammello [e muove la bestia] e pesca una carta scommessa [le due azioni nell'ordine che preferisce]
La tappa finisce quando viene rivelata l'ultima carta avanzamento cammelli, e a quel punto si calcolano le scommesse di tappa e di gara [se tagliato il traguardo].
Pur non facendo gridare al miracolo [e pur essendo un poco ingombrante sul tavolo] il gioco risulta piacevole, intrattiene bene bambini e adulti per una buona mezzora, e le corse stimolano il tifo coatto "Corri dromecippa dei miei stivali, corri che ho scommesso su di te!!". La meccanica dei cammelli impilabili è ancora una volta il nocciolo della questione e crea situazioni divertenti [ad esempio un cammello che zompi 3-4 caselle consecutive tagliando il traguardo e portandosi sulle spalle un cammello "parassita" che fa man bassa di monete senza mai essersi mosso nell'ultimo turno].
L'unica raccomandazione per voi amanti del controllo: non pensate di leggere i cammelli. Mettetevi l'anima in pace: il gobbadoppia è un animale imprevedibile, tignoso e cugino alla lontana del lama [...]. La corsa dei gobbadoppia non è quindi controllabile ma solo, parzialmente, influenzabile con le proprie carte, quindi non vi scommettete casa e fondo pensione sul cammello verde pisello.
Tascabile, scala a 2 a 6, giocabile adulti e bambini, a 14 euro. Fateci un pensiero [due se avete bambini +6 anni], o almeno provatelo.

WHY FIRST
Provato con i Giullari la stessa sera che ho prestato a Viking 10 euro per far benzina e poi non li ho più rivisti, Why First è un giochino di carte semplicissimo per 2-6 giocatori, da giocare in famiglia e con i bambini, edito dalla Pegasus Spiele, al prezzo popolare di 10 euro [ecco a cosa gli servivano al vichingo...]
Why First nasce e si sviluppa attorno a una semplice idea: chi l'ha detto che dev'essere sempre il primo a vincere?
Perchè discriminare Toto Cutugno e Di Caprio?
E così in questo gioco vince chi arriva secondo.
La partita dura 5 turni. In ogni turno vengono distribuite ad ogni giocatore 5 carte, con valori positivi e negativi.
Al conto di 1-2-3-VIA! i giocatori scelgono e piazzano contemporaneamente una delle proprie carte davanti a se stessi o davanti agli altri. Non c'è limite al numero di carte: un giocatore potrebbe ritrovarsene davanti 5 e un altro 0 [l'unica regola è che l'ultima carta di ogni turno viene sempre assegnata a se stessi].
Rivelate le carte, vengono mossi sul tracciato i rispettivi babaci a forma di clessidra.
Alla fine di ogni turno il SECONDO giocatore sul tracciato guadagna i punti corrispondenti alla propria posizione [nella foto la clessidra blu guadagna 3 punti]. Alla fine dei 5 turni il SECONDO giocatore col punteggio più alto vince la partita.
Il giochino, costruito su un'idea bislacca probabilmente frutto della sangria, è meno banale di quanto sembri perchè SOLO il secondo fa punti, quindi anche quando si è in buona posizione basta un niente in più per arrivare primi e portare a casa il classico pugno di mosche autoctone.
Parallelamente vincere troppo, ad esempio vincere 3 turni su 5, fa guadagnare molti punti rispetto agli altri giocatori, e a fine partita [ancora] vince invece chi ha ottenuto il SECONDO miglior punteggio.
Intendiamoci: stiamo sempre parlando di un gioco aperitivo, che gira al meglio in 5-6 giocatori e che sarà sempre e solo "comparsa" nelle vostre serate board games, mai protagonista. Nonostante ciò se vi capita provatelo, soprattutto con l'idea di giocarci con i bambini e anche con i nonni.
Potrebbe strapparvi una mezzora simpatica.
Il paradosso della clessidra sul cammello
Fin qui tutto bene, non fosse che i due giochi intavolati insieme nella stessa serata, creano un paradosso tipo motore a gatto imburrato. Se la clessidra zompa sul cammello e il cammello muovendo taglia il traguardo, chi vince la corsa?
Secondo le regole di Camel Up vince chi al momento di tagliare il traguardo "sta sopra" [la clessidra], ma secondo le regole di Why First vince la corsa chi è secondo [il cammello], e in questa situazione sembrano entrambi contemporaneamente sia primi che secondi.
L'ipotesi più accreditata, fra i pensatori del mondo dei giochi, è che al verificarsi di queste condizioni il titolo di vincitore rimpalli in un loop interminabile fra cammello e clessidra, rendendo impossibile incassare le scommesse e terminare la partita, e rendendo di fatto la corsa un evento che tende a infinito.
Il che sembra del tutto incomprensibile per due giochi da tavolo della durata di 60 minuti.
Ma queste sono solo le considerazioni di chi corre tutti i giorni senza arrivare mai, e senza sapere perchè corre. Prendetele come viene.
E soprattutto riprendete il fiato che domani mattina si resetta e si riparte tutti.
Di nuovo.
1-2-3-VIA!



Trovate Camel Up e altri paradossi matematici su Magic Merchant

7 commenti:

  1. Sarà ma... a me i gilet stanno come ai cani piccoli... non c'è soddisfazione a giocarci con un toporagno, vuoi mettere un bel Labrador ? 😁

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  2. Un giorno lo taglieremo il traguardo...

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  3. Camel Up, ho gicato solo all'originale; per rimanere in "Tema Dado", divertente come quando lavoravo un mese vivendo a cicli di 6 ore anzichè 24

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  4. Curioso di vedere questa versione di Camel Up

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  5. OLIVE... beato te, la mia gatta pea 8,5kg... ... ...

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