martedì 28 giugno 2016

La mia esposa stava al fiume

Mio padre stava via tutta la settimana e così mia madre, dopo il turno all'ospedale, mi portava al cinema, di lunedì pomeriggio perchè costava meno.
Dovevamo prendere 2 pullman perchè vivevamo in periferia e perchè mia mamma non aveva la patente.

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Ci incontriamo davanti all'ospedale Sant'Anna. Valentino mi spiega che sono lì per un'ecografia e che oramai manca davvero poco. Elisa è già dentro.
Parliamo un po' di giochi e di poppate notturne, davanti alla mia macchina in doppia fila con le quattro frecce e il bagagliaio aperto.
E infine scambiamo, 3 dei miei giochi per il suo Hyperborea con carte già imbustate e perfetto.

La regola che ci siamo imposti, con Viking e Redbairon, è quella della ludoteca socialcomunista in comune, se uno dei tre si compra un gioco, gli altri due comprano altro, in modo da evitare doppioni e far girare più titoli, e vai di condivisione.
Devo dire che la rispettiamo abbastanza.

Così quando Viking si gioca il proprio slot su Hyperborea, il giorno dopo averlo provato agli Asterion Gaming Days del 2014, io mi faccio da parte. Perchè io, checchè se ne dica, prendo seriamente gli slot di prenotazione.
La scatola gli arriva puntuale e Viking prende a giocarci. Con altri amici.
Della gentaglia che non starò a dirvi, dei parassiti della società, dei banditi che rubano i soldi dei poveri dalle cassette delle offerte in chiesa.
Con me e Redbairon, invece, la scatola del Vichingo fatica a lasciare la mensola. Lui accampa scuse inverosimili in flagranza di reato, tipo marito beccato a letto con l'amante: non trovo più l'esagono del Ducato Cremisi, c'è un pavone che non mi fa entrare in camera da letto, la crisi del mercato dell'auto non si risolve montando il navigatore sulle utilitarie.
Finchè la settimana scorsa trovo la foto del gioco nel mercatino dell'usato, con venditore qui a Torino, tra l'altro, e decido che è il momento infrangere la regola dei doppioni. Perchè io, checchè se ne dica, ho la pazienza di uno Sgarbi in coda alla posta.
[nota: naturalmente un minuto dopo aver saputo del mio acquisto, il Vichingo commenta: "Ma dai, ma perchè l'hai preso, giocavamo col mio..."]

Arrivano puntuali come il caldo boccheggiante di un giugno che si crede luglio. Il caldo complica le cose, perchè giocando in cucina devo tenere la porta in mezzo chiusa per non svegliare Francy e la bambina, ma se chiudo la porta non fa corrente, e in queste sere non tira un filo d'aria.
Insomma più che giocare si suda duro, con magliette fradicie che rimarrebbero appiccicate al muro, se appallottolate e lanciate con un po' di polso.
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Alla cassa all'ingresso vendevano le caramelle. Che costavano sempre tantissimo. Al cinema le cose costavano di più.

Mia mamma mi portava un succo di frutta da casa, nascosto nella borsetta. Di solito un Billy all'arancia.
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Hyperbole
Noi giocatori dimentichiamo in fretta, impegnati come siamo a diventar professionisti nel nostro sport preferito, ovvero provare giochi, più che giocare giochi, perchè, inutile girarci attorno, per molti di noi spizzicare da tanti piatti e assaggiare sapori diversi, cercare di vedere il più possibile come turisti che entrino agli Uffizi un'ora prima dell'orario di chiusura, è più divertente e appagante che giocare a fondo e sviscerare tutte strategie possibili di pochi titoli. Come controindicazione da bugiardino ci ritroviamo una memoria a breve termine tipo Memento incontra Dorothy, ricordiamo in maniera vaga e non selettiva i titoli dello scorso anno, e due anni dopo è tutto seppellito nel dimenticatoio.
nota: alcuni giocatori dimenticano persino i giochi che già possiedono, e li ricomprano due tre volte. Nei casi più gravi mettono in vendita i propri giochi usati la sera, e la mattina dopo, trovando il proprio annuncio nel mercatino, scrivono a se stessi per tirare sul prezzo [commentando fra sè: "Quaranta euro ma questo è pazzo!"]

Hyperborea
Il nome vi dice qualcosa ma non riuscite a mettere a fuoco: non temete, sono proprio i piccoli blackout della sopracitata memoria a breve termine: il titolo è del lontano 2014.
Vi do una rinfrescata, forte del manuale in mano e del fosforo assimilato con la platessa della cena.
Gioco di conquista e controllo del territorio per 2-6 giocatori, di Andrea Chiarvesio, Pierluca Zizzi e Terence Hill, edito da Asterion, che monta un motore Bag Building [o Bud Spencer], ovvero deck building con i cubetti. A inizio partita si infilano nel sacchetto 6 + 1 fagioli di colore diverso, e nel proprio turno se ne estraggono 3, stretti e da farseli bastare per le azioni in plancia.
Scopo del gioco: far punti, attraverso il controllo delle regioni, delle carte tecnologia, attraverso le miniature avversarie uccise, gli spettri catturati, i cubetti collezionati nel sacchetto, i cristalli raccolti e i 3 bonus di fine partita.

Sei gli eserciti, che un po' come le Spice Girl che però erano cinque, incarnano nelle miniature e raccolgono nelle abilità, tutto l'immaginario fantasy più tradizionale e caro a noi inguaribili e talvolta inguardabili nerd:
1-i guerrieri solamnici del caos del Ducato Cremisi, che mazzulano con maggior vigore grazie al bonus d'attacco
2-gli elfi silvani del Regno di Smeraldo, che passano facile montagne e paludi, grazie al bonus di movimento
3-le seducenti sacerdotesse del Matriarcato Porpora, che trasformano gli spettri erranti in soldati
4-i maghi mistici del Regno Celestiale, che padroneggiano le carte tecnologia e il flusso canalizzatore
5-i commercianti nomadi della Baronia Dorata, che trasformano e manipolano i cristalli
6-i cavalieri del Trono di Corallo, che riciclano i cubetti grigi e bagbuildano meglio

Prepariamo bicchieri e sottobicchieri.
Ho dato due mani di impregnante per proteggere il legno dell'allarga-tavolo, che ancora porta i segni di quando rovesciammo il caffè. I sottobicchieri restano fondamentali per la condensa che si forma sul bicchiere a causa della differenza di temperatura fra il frigorifero sangiorgio e una cucina tipo deserto di Machete torna in Messico.
Stappo le bottiglie, birre armate di un po' troppo alcol per la serata, sarebbe stata più indicata una 4 gradi, persino una 3,5. E invece la NorteN, nuova linea della Ceres, uno dei molti tentativi della grande distribuzione di cavalcare l'onda delle birre artigianali [mi fido poco ma provo tutto]
Viking prende gli elfi verde bottiglia e pure la bottiglia che ne versa, armati di balestra e cappuccio occultatore Manto Setabisbiglio, che nella natura incontaminata 'sti elfi androgini corrono veloci e piedifelpati.
Redbairon che ha aperto la partita recitando a memoria alcuni passi del suo monologo: "Ipotesi di bilanciamento dei giochi asimmetrici fra mito e realtà" sceglie il Matriarcato Porpora con la motivazione: "Puppe a pera".
Io prendo i gialli come sempre.
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Ai miei occhi di bambino, la prima fila era la migliore. "Ma perchè non prendiamo mai i posti in prima fila?" chiedevo. "Perchè poi ti viene male al collo a guardare tutto il film così" mi spievava mia mamma alzando il mento.
Per me era una sciocchezza bella e buona: in prima fila doveva vedersi meglio per forza!

Il primo film che riuscii a vedere così fu "Io sto con gli Ippopotami".
In un cinema all'aperto, al mare, in seconda visione. Il cinema era attrezzato in un parcheggio, con le sedie di plastica. Dai palazzi vicini le persone guardavano il film seduti al balcone.
I bambini più piccoli non seguivano e correvano da tutte le parti.
Chiesi a mia madre se potevo spostarmi in prima fila che era vuota (come la seconda e la terza).
Mi rispose di sì, che mi avrebbe sorvegliato da lontano.
Lo guardai tutto così. Era scomodo. Ma ero in prima fila.

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Il Vichingo non è in partita tanto per scaldar la sedia nè la birra nel bicchiere. Forte del bonus della sua razza, che gli consente di ignorare le penalità di movimento per foreste, paludi e montagne, fionda i suoi esploratori silvani a prendere il centro, che, come gli scacchi insegnano, il centro è tutto.
Io non ho fretta di seguirlo, padrone di una tecnologia a basso costo che mi consente di fabbricarmi i cristalli di met in casa, a patto di non essere adiacente agli altri.
Red distratto dal caldo, dalla partita mutata alla tele e rallentato da qualche sorso di birra in più, gioca basso profilo e senza i soliti colpi di genio [o è una strategia].
Nel giro di pochi turni si palesano le differenze fra chi il gioco l'ha masticato per bene e chi ne ha piluccate tre partitonze a 6 mesi l'una dall'altra. La maggior esperienza del Vichingo, grazie alle partite giocate con i suoi falsi amici che poi si è scoperto gli rubavano anche gli asciugamani e il sapone dal bagno, la fa da padrona e detta legge stile Clint Eastwood. Il suo turno dura il doppio del mio, con attivazioni ben concatenate, combo e pesche multiple dal sacchetto. Sembra di giocare a due versioni dello stesso gioco: la mia, quella legnosa e piena di eccezioni da prototipo di IdeaG prima che arrivi Mario Sacchi a bastonarti, e quella definitiva di Viking con gioco prodotto dalla Hans Im Gluck.
Red si risveglia dal torpore e comincia a seccare spettri e a spammare unità in campo, puntando alle maggioranze dell'anello centrale. Vik sta senza pensieri e continua sulla sua strada prendi i punti e fai scarpetta. Io continuo a cristallizzare a distanza e ad esplorare rovine in cerca di tesori.
Red non ci sta a mollare il centro e continua a caricare a  testa bassa come Genny Savastano, ma il Vikingo è in bolla con gli effetti, e per un esagono che perde ne riguadagna uno + mette in gioco 2 minia + sblocca un cubetto, guadagnando centimetri ad ogni turno.
Il mio sacchetto capitola in un cul de sac, quando mi ritrovo nella disastrosa situazione "solo più 4 cubetti nel sacchetto 2 dei quali grigi" senza carte che possano macinare le cinquanta sfumature di.
Viking invece: pesca, macina, attiva, ripesca, attiva, muove. I cubetti gli arrivano sempre giusti, e quando non sono giusti li riaggiusta lui, corregge il pool, tira fuori e mette dentro come un fornaio con la pala.

La partita si conclude alle porte della mezzanotte.
Vince liscio il Vichingo, e mi sarei stupito del contrario, visto come roteava il nunchaku dei punti.
I miei nomadi della Baronia Dorata si piazzano sul secondo gradino, ma me ne accorgo soltanto la mattina dopo, guardando il foglietto segnapunti [probabilmente sono così abituato a mettere il mio nome sul "terzo punteggio" che non ho fatto caso ai colori - vedi prima foto].
Le sacerdotesse di Redbairon seppur seducenti e unghie lunghe, non riescono a risalire il tracciato punti.
Prestazione tiepida di mister scacciapensieri, provato dal caldo e con la testa già sotto una palma.

A parte piccoli dettagli migliorabili come il colore rosso dei cubetti simile al viola e il blu al verde, e la mancanza delle penalità di movimento scritte sugli esagoni che sarebbero state utili, un gran bel titolo stretto ed elegante, che riprendo in mano volentieri e che sono contento di poter piazzare sulla mia mensola.
Noi l'abbiamo giocato asimmetrico con i poteri delle razze e gli esagoni custom, ma può essere giocato tranquillamente simmetrico.
L'azione attacco delle miniature [vedi guerra], che di norma non mi fa particolarmente impazzire e in 3 non è facilissima da gestire, non è frequente in partita nè così incisiva, e il sistema di punteggio non premia gli attacchi verso un unico giocatore.
La durata è perfetta: noi andiamo cronicamente lungo su tutto, e la partita è durata 90 minuti secchi con 2 obiettivi e 3 birre.
Qualcosa mi sfugge leggendo alcuni commenti su possibili downtime, visto che a fine turno già peschi i 3 cubetti che userai nel turno successivo, dandoti la possibilità di pensare finchè giocano gli altri.
Il bag building è severo ma giusto: l'estrazione dei cubetti è casuale ma è possibile tenere il conto anche senza la famosa platessa a cena, contare cosa c'è già piazzato sulla plancia e calcolare cosa c'è ancora nel sacchetto. Naturalmente il "difficile" virgolettato sta proprio in questo: lavorare bene sul contenuto del sacchetto, metter dentro solo ciò che serve, non disperdere ma concentrare le azioni, mantenere le "terzine" pulite per ottimizzare la pescata, e lavorare sulle carte tecnologia.

Fa troppo caldo per uscire a comprare un nuovo gioco, e il colpo di sole è un attimo.
Tirate giù Hyperborea dalla vostra mensola.


"La mia esposa stava al fiume señor, a lavare... un gringo l'aggredì e la voleva... e ho corso in suo aiuto... avevo il coltello... quello mi guarda con gli occhi spalancati e muore... nel cadere avrà battuto la testa... io gli ho dato solo qualche coltellata..."
Grazie di tutta la compagnia, Bud.
Andrea

https://www.youtube.com/watch?v=c_7J73vqRLI

21 commenti:

  1. Non ho ancora provato Hyperborea, ma mi ritrovo fotografato in Hyperbole (urge trattamento sanitario obbligatorio...).
    Grande Bud.
    E grande Dado.
    Vinnie

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  2. Anche perché l'annuncio dell'espansione è prossimo... Vorrete mica essere arrugginiti quando sarà da provarla? ;-)

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  3. "e non c'erano testimoni?"
    "no senor"
    "pensaci bene, uno c'era"

    Davide nippo

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  4. Gioco che mi affascina ogni volta, bello bello bello!
    Ora che esce l'espansione bisogna rispolverare il post del dado-profeta-in-patria.

    Il downtime i. Più di tre c'è perché ok che pensi alle tue mosse avendo già pescato i prossimi cubetti ma causa qualche "parassita" d'analisi ti potrebbe ritoccare il turno dopo 15/20 minuti.... Con quella birra puoi pure addormentati come quando tu giochi american :))

    Bud un mito per sempre: "grazie di tutta la compagnia"... Mi sono commosso T.T

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  5. Boh, che dire... cioè, boh.
    Boh.
    Bom bom-bom-bom bom-bom-bom

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  6. Cazzarola Dado, manco con quegli sgravoni dei gialli hai vinto :D
    Bud never dies

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    1. Peraltro, quel "Io prendo i gialli come sempre" è un colpo di genio.
      Nota a margine, io sono uguale: pur di giocare col giallo, uso perfino i fachiri di Terra mystica. :-D

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    2. Ti svelo un segreto: noi giochiamo a Terra Mystica con qualsiasi fazione. Semplicemente prendiamo i componenti del nostri colore abituale ;)

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    3. :D Ci avevo pensato; ma mi manderebbe troppo a male.
      Alla fine i colori sono l'unica cosa ambientata del gioco. :-)

      (Ma giocate coi terreni corrispondenti? Che so, tu giochi comunque con le paludi?)

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    4. Io sono nato per giocare.
      Non per vincere.
      (e comunque gialli power!)

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    5. Dev'essere il destino di quelli che lo usano. :-D

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    6. @Signor Darcy: sì, usiamo i terreni corretti.

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  7. RIP dear Bud
    Tutto il resto è acqua sotto il ponte

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  8. a morte l'asimmetria nei giochi con più di 2 giocatori...
    grande barba e grande bud

    redbairon

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  9. Sempre il numero uno
    Don Matteo

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  10. Prima poi troverò qualcuno che svendere Hyperborea... e zac: sarò li a comprarlo!
    Nel finale, mi è scesa la lacrimuccia... Ci manca Bud.

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  11. Nonostante le continue faq il gioco è sbilanciatissimo: razze inarrestabili e razze scarsissime. Tante tecnologie che non si fanno quasi in tempo a usare perché le altre condizioni di vittoria avvengono molto presto. Di tutte le opzioni possibili si prendono sempre le medesime due o tre, chiaramente migliori, sia per le tessere di partenza sia per i dadi da prendere. Alcuni bug, poca durabilità. Sconsigliato.

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  12. Dado, la narrazione in corsivo è una citazione?
    Sono sicuro di averla già letta, da qualche parte, ma non ricordo dove.

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  13. Bhe che dire complimenti per la recensione......ebbene si come dicevi tu Caro Andrea all'inizio il bimbo ti assorbe al 100%.....e stato un piacere scambiare con te il gioco in duè dal mio punto di vista non rendeva tanto.....quindi noto che in tre già ce più guerriglia....al prossimo incontro

    Valentino papà di Gioele

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