domenica 21 febbraio 2016

Revolte in Rom

La conta delle farine rimaste, ammonticchia sul tavolo della mia cucina ben 14 pacchetti. Di questi scarto il solito da un chilo di grano saraceno, che mi ostino a comprare tutte le volte e che non riesco mai a finalizzare in pizzoccheri prima della data di scadenza. Finisce malamente anche un pacchetto di Preparato per Torte, Crostate e Biscotti Glutin Free, dello scorso settembre, di quando Francy ha seguito quella dieta disintossicante dal glutine.
Salvo infine, acchiappandoli per i capelli, due pacchetti di farina di riso da 500grammi cadauno, in scadenza proprio questo mese: mi piange il cuore buttarli, visto quanto costa rispetto a quella di grano.
Trovo una ricetta con le dosi per la Torta Paradiso con farina di riso.
Mi porta via un'oretta, tutto compreso, ed è quella che vedete nella foto, spolverata di zucchero a velo e farcita con marmellata di ciliegia.
Ho salvato 125 grammi di farina di riso dal cesto dell'immondizia. Per salvarli ho speso: 6 uova, 200grammi di burro, 200grammi di zucchero, 125grammi di fecola di patata che ho comprato apposta, ed ho tenuto il forno acceso per 45 minuti a 180 gradi.
Una mossa davvero pessima, in termini di efficienza. Non è tanto chi sei, ma quello che fai che ti qualifica, ed è evidente che io sono un pessimo giocatore german, anche nel quotidiano.

Comincio a vedere la luce alla fine del tunnel dell'influenza. A casa mia abbiamo verniciato le pareti con il paracetamolo. Per far prima.
Quelli della Bayer mi hanno telefonato a casa e un uomo mi ha detto che sto pagando l'università a suo figlio a Yale.

L'anniversario di nozze, undicesimo, passa attraverso l'augurio casto di un fazzoletto di mia moglie appallottolato davanti alla bocca: "Uguri amu".
Non dico un bicchiere di bollicine, o quattro salti sotto le coperte mentre la figlia dorme. Ma neanche una bistecca sfrigolante sulla griglia da Fabrizio il Mago del Barbecue.

REVOLTE IN ROM
Non così facilmente reperibile nei negozi, questo Revolte in Rom, alias ROMA, opera prima dello chef dell'Insalata Meccanica Stefan Feld, per soli 2 giocatori, pubblicata dalla Queen Games nel 2005.
Visto che è un caso più unico che raro che una casa editrice realizzi di proprio pugno un video tutorial con le regole del gioco, vale la pena spendere 5 minuti per questo gronchi rosa dell'editoria: è in inglese ma piuttosto comprensibile.
https://www.youtube.com/watch?v=2hmM9g1yois
A proposito di lingua. Del gioco esistono diverse versioni ma nessuna in italiano e le carte riportano tutte qualche riga di testo. Nel caso vi capitasse per le mani la versione tedesca (quella che è capitata a me, la più diffusa) potete facilmente italianizzarla con delle bustine trasparenti e il download disponibile sulla Tana dei Goblin.
Scopo del gioco: guadagnare più punti vittoria dell'avversario, anzi toglierglieli di bocca con una gomitata. La partita termina se l'avversario non ne ha più davanti a sè o se non ve ne sono più nella riserva generale.
Durante il setup vengono distribuiti ad ogni giocatore 10 punti vittoria, 4 carte pescate dalla pila comune e 3 dadi.
Vengono posizionati al centro del tavolo 6 dischetti dadi raffiguranti le 6 facce + 1 disco monete + 1 disco carte.
La partita inizia con il posizionamento gratuito, da parte di entrambi i giocatori, delle carte davanti ai dischetti dadi.
Ad ogni inizio turno il giocatore perde tanti punti vittoria quanti sono gli spazi liberi di fronte a sè (matematicamente 2 al primo turno).
Nel proprio turno il giocatore tira i 3 dadi e sceglie se:
-pescare carte (spendendo 1 o più dadi)
-guadagnare monete (spendendo 1 o più dadi)
-giocare carte (pagandone il costo in monete)
-attivare le carte in gioco (spendendo 0, 1 o 2 dadi a seconda dell'effetto)
Le carte, divise in carte personaggio e carte edificio, hanno un costo di lancio, un valore di difesa, un costo di attivazione, e un effetto.
Fra gli effetti, attivabili posizionando un dado rollato sul dischetto del valore corrispondente, la possibilità di guadagnare punti vittoria dalla riserva o dall'avversario, uccidere un personaggio o distruggere un edificio, migliorare l'attacco o la difesa delle proprie carte, bloccare i dadi, e altri bastoni fra le ruote e brecciolini negli occhi.

Gioco ad alta interazione, e alta ostruzione dei piani altrui e frattura di uova nel paniere, impossibile da giocare col timore di far del male all'altro o di dormire poi sul divano, se giocato con la dolce consorte. Il gioco tenero o la neutralità svizzera non sono contemplati.
Inutile che cerchi di metter patate più piccole attorno al pollo per farlo sembrare un tacchino: siamo di fronte a un giochino, probabilmente lo Zombie Badola di Stefan Feld, detto con tutto l'affetto per quello che è notoriamente il mio autore preferito, un fillerino nel quale fra carte pescate e rollate di dadi da una parte e dall'altra, la componente fortuna incide nel gioco quanto la quinta ha inciso nella carriera di Sabrina Ferilli.
Brutto quindi?
No, se come al solito preso per quello che è: un giochino del costo di 15€, senza grosse pretese, della durata di una 40ina di minuti, giocabile in pausa pranzo in ufficio o sul tavolo della cucina con la moglie mentre la tachipirina in circolo fa quello che deve fare.
Compratelo con la consapevolezza che il mondo, dopo il vostro acquisto, non cambierà di una virgola.
Oppure compratelo per finire la collezione dei Feld sulla vostra mensola.

Ho sempre maltrattato i filler e credo di averlo appena rifatto. La superbia è uno dei miei tre peccati capitali, il secondo è la lussuria e il terzo l'ira. Nel mio sbandierare con spocchia il mio cuore german con almeno mezzo chilo di token nella scatola e minimo 120 minuti meglio se 180, ho sempre considerato i filler un ripiego, un'occasione mancata, i film di Terence Hill senza Bud Spencer, l'equivalente della visita a casa della guardia medica pediatrica, la ragazza insignificante con la quale uscivo solo per avere una maglietta sotto la quale infilare la mano.
Credo che invece dovrei apprezzarli per il loro valore di ammortizzatore e contenitore, per la loro capacità di spezzarmi la fame, di tenermi a bada, di assorbire i colpi, di gettar acqua fredda sulla mia astinenza.
In attesa che arrivi sul mio tavolo un vero german corpoduro da 240 minuti, nel quale possa ancora magnificamente fallire mossa dopo mossa.
Inesorabilmente.

3 commenti:

  1. ahahahahha......
    "Quelli della Bayer mi hanno telefonato a casa e un uomo mi ha detto che sto pagando l'università a suo figlio a Yale".
    ora posso iniziare una settimana che già so sarà di merda ma con le mie azioni darò un senso a chi prende 150mila euro l'anno alla faccia mia che pago il mutuo un turno si e un turno con la carta imprevisto!
    Notte maestro!

    RispondiElimina
  2. Ottimo pezzo.
    Comunque non sono così rare le case editrici che fanno videotutorial dei propri giochi. Tra le altre mi vengono a mente GMT, DVG, Mayfair, ZMan.
    Ciao!
    Francesco

    RispondiElimina
  3. Sempre su ottimi livelli e grasse risate. Un aneddoto riguardo al gioco: avevo comprato,non ricordo su quale sito, l'edizione "multilingua" che aveva le carte senza testo, ma solo disegni: mi arriva il gioco e scopro le carte in tedesco: mando mail infuriato al sito, e, non ci crederete: mi hanno mandato, direttamente dalla Queen, il mazzo di carte con i disegni:. 2 morali:
    - esiste anche l'edizione indipendente dalla lingua
    - i commercianti e gli editori del nostro hobby preferito sono solitamente delle brave persone!

    RispondiElimina