lunedì 11 maggio 2015

Quei rospi che non vogliono scendere

Dado: Con Walter Obert mi ci sono dovuto impegnare.
Walter è visto alla stregua di un santo dalla comunità ludica italiana, una specie di bonzo tibetano simbolo del bene incarnato, gli sono anche attribuiti dei miracoli da alcuni autori di IdeaG (nonostante la commissione diocesana italiana continui a negare persino la nota moltiplicazione di cubetti legno del 2009)
Cavargli fuori il brutto non è stato facile.
Con te, Andrea, mi aspetto un po’ più di discesa.
Oltre a esserti prestato a miei video ridicoli ed esserti fatto nutrire a cucchiaiate di cubetti da una Kathy Bates coi peli sul petto, sei notoriamente soggetto a sbalzi d’umore e secondo alcuni leoni da forum sei uno che mal digerisce le critiche ai suoi giochi (leggasi castoro rosicone).
Che ne dici, Andrea, ti va di toglierti qualche sassolino dalla scatola, di liberarti un po’ di parte di quei rospi ingoiati ma mai digeriti davvero, che tra l’altro rovinano la salute?
Andrea Chiarvesio: Dado, Dado, tu mi vuoi davvero male… non fosse che sono troppo stanco dopo due ore di diretta e che sono alla terza birra i sassolini te li tirerei addosso, altro che… mi sa comunque che i rospi li ho già abbondantemente vomitati addosso a qualche malcapitato leone da tastiera, quindi non so quanti me ne rimangono.

1- Cominciamo col ritagliare un po’ i contorni di “Andrea Chiarvesio”. Titoli e numeri di copie vendute in Italia e nel mondo, gioco di maggior successo e peggior flop.
1- Titoli, tutti quelli che portano il mio nome (un po’ come i figli riconosciuti all’anagrafe, che poi ci sono pure quelli non riconosciuti): Quack Cards, Kingsburg (e la sua espansione), Olympus, Crazy Office, Wizards of Mickey GCC, Realms at War (pubblicato solo in Cina), Arcanum, Movie Trailer (1 e 2), Hyperborea, Kingsport Festival, Drizzit il gioco di carte (con espansione), Richard I. Vedi che lucido che li ricordo tutti? Copie vendute è roba da editori, dai… è come chiedere alle persone quanto prendono di stipendio non è carino... il maggior successo nel mondo penso come numeri sia ancora Kingsburg ma ormai Hyperborea lo tallona abbastanza da vicino. Probabilmente di tutti i titoli quello che ha venduto di meno è stato Crazy Office (con buone ragioni).

2- Vorrei cominciare dal tuo rientro a casa da lavoro, quando varcata la soglia ti togli le scarpe, ti sbottoni la camicia, appendi i vestiti alla gruccia, e ti vesti con la pelle dell’Autore, e tiri fuori le scatole con i prototipi dall’armadio.
E’ giusta la mia visione? La tua giornata è divisa in giorno e notte, ci sono due “Chiarvesio” , sei un ludocantropo che ulula alla Luna (di Feld) ?
2- Più o meno, sì. Non è sempre facile tenere la parte ludica separata dal resto, e qualche volta il mio lavoro diurno mi consente delle contaminazioni. Ma, certo, a volte mi viene un’idea in ufficio e devo attendere di tornare a casa per realizzare il prototipo.

3- Com’è il rapporto con i tuoi giochi pubblicati ? Ti capita, a casa da solo la sera, di prendere in mano le tue scatole? Il tabellone di Kingsburg solo per ammirarne le illustrazioni, o seduto sul divano fissare le miniature di Hyperborea, in cerca di nuovi dettagli ?
3- Uh, no. A dire il vero i miei giochi pubblicati da poco tendo a giocarli il meno possibile. Sarà la nausea da playtest + partite dimostrative fatte per promozione. Dopo un po’ di tempo mi torna più voglia di giocarci, ma prenderli in mano per ammirarne i dettagli (Dado scusa a quante birre stai tu anche solo per averla pensata, ‘sta domanda?) boh… non mi è mai venuto nemmeno in mente.

4- Oppure è il processo di creazione. Plasmare l’argilla quando è ancora grezza. Passare da fogliettini scritti a penna e cartoncino ritagliato a mano, alla scatola sullo scaffale del negozio, un anno dopo, a persone che ti mandano via whatsapp la foto del tuo gioco apparecchiato sul tavolo col commento “
Abbiamo tirato le 02.00 sul tuo Hyperborea, Andre: una bumba”. E’ questo che ti fa battere il cuore, Andrea?
4- Sì è quello. La cosa più bella in realtà non è tanto il parere di persone che conosci, ma quello degli sconosciuti: è andare a una fiera o una ludoteca e vedere persone che giocano a un tuo gioco e si divertono… persone che non conosci e magari non conoscerai mai, che passano un’ora o due di genuino divertimento con qualcosa che hai contribuito a creare. Questa è, credo, l’unica vera ragione profonda per cui vale la pena fare l’autore di giochi.

5- Quindi non è per le donne? Niente “fascino dell’autore”, niente sesso in cambio di anteprime? Non mi dire che non hai mai autografato un reggiseno o vergato il tuo nome su una mutanda Pompea?
5- Queste cose capitano solo a Bigio (e più spesso ad Alonso, a dire il vero). Spoiler: i (pochi) fan degli autori di giochi sono, di solito, uomini barbuti di ragguardevoli dimensioni. Il fatto che a volte abbiano almeno una terza non ti spinge certo ad autografare parti del loro corpo (e di solito non ci sono abbastanza antiemetici nei dintorni per riuscire a farlo senza vomitare anche l’anima).

6- Cominciamo a stringere il cactus nella mano e a riempirci il palmo con le spine.
Ho provato Kingsport Festival e mi ha fatto cagare”
Fa più male o più rabbia, un commento del genere su un forum? Intervieni mai quando qualcuno attacca o prende a male parole un tuo titolo?
(nota: la frase poco sopra è naturalmente inventata, e ci tengo a sottolinearlo perchè sai che macchina ho e dove la parcheggio di solito)
6- Boh, dipende… per un commento del genere né l’una né l’altra, per dire. Ti viene da pensare “Si vede che non è il gioco adatto a te, incauto giocatore” o “Mi dispiace per magari aver fatto un gioco meno bello di quello che sarebbe stato possibile”.
E’ invece molto peggio leggere “Ho provato KF e fa cagare”, per dire, perché qui il giocatore sta trasformando una sua esperienza personale (che capisco, oh, io tante volte provo giochi di altri autori e mi fanno cagare, un tempo lo dicevo pure in giro ora ho imparato a stare zitto) in un giudizio assoluto. Poi certo, se uno spiega esattamente perché secondo lui il gioco fa schifo e quali difetti tecnici ha, ci sono anche i casi in cui tocca dargli ragione… ma in genere non succede.
Uso spesso il paragone che per un autore i giochi sono come i figli, cosa ancora più vera per un autore come me che di figli in carne e ossa non ne ha. Un conto è sentirsi dire da un insegnante “Suo figlio ha preso 4 nel compito di scienze” un conto è sentirsi dire “Suo figlio è deficiente” non trovi? Non parliamo poi del fatto che spesso chi dà questi giudizi è al massimo un passante, ecco, l’esempio è un po’ forte ma se uno per strada ti ferma e ti dice qualcosa di cattivo e tremendo come “Guarda che tuo figlio è un ritardato e non dovresti farlo uscire di casa” beh… quale sarebbe la tua prima reazione, Dado? Secondo spoiler: la mia, credo, la medesima di Papa Francesco.

7- Giocatori e recensori: è transitiva? Ogni giocatore è un recensore? Soprattutto: si scrive con cognizione di causa, si scrive per passione, perchè c’è davvero la volontà di informare, divulgare, raccontare, oppure dietro pochi\molti inquinatori del web c’è solo l’ego, la volontà di salire in cattedra e dispensar sentenze?
7- Sai, i giocatori sono prima di tutto degli appassionati, gente che ha una passione vera. Sarà la quarta birra che parla, ma io penso che, presi singolarmente, i giocatori siano (nella loro quasi totalità) persone splendide con una bella passione, pure tu lo sei, e ho detto tutto (qui è l’alcool che parla).
Come tutte le passioni, questa può tracimare. Siccome hai questo amore per questi uno, dieci, cento giochi che tu trovi stupendi, la vorresti gridare al mondo questa tua benedetta passione. Poi magari ti accorgi che ti si ascolta di più se parli dei cinque giochi che, come si diceva prima “ti fanno cagare”, ma ti dirò che pure questo umanamente lo capisco. A me la passione non dà mai fastidio (la maleducazione, o la malafede, quelle sì). E figurati se uno che di mestiere sopporta tante cose pur di vedere il suo nome su una scatola può permettersi di criticare l’ego di qualcun altro...

8- Sulla Tana dei Goblin i giocatori ci vanno giù piuttosto duri, se un gioco non li convince e naturalmente è toccata anche ai tuoi titoli. Ritieni giuste le critiche mosse ai tuoi giochi (Kingsburg troppo aleatorio, Olympus non bilanciato, Hyperborea razze troppo forti) ? Tra l’altro ho notato che tu non intervieni spesso sulla Tana….
8- Come il singolo tifoso di calcio di solito è una bella persona con una passione, ma poi mettine cinquemila tutti assieme e ottieni una curva di esagitati violenti che tirano bombe carta e gridano insulti irriferibili, lo stesso un po’ capita ai giocatori… i singoli goblin sono appassionati simpatici, mettili insieme e ottieni quel calderone che è la Tana oppure boardgamegeek che non è poi tanto diverso… ammetto che per non consumare tutti i soldi delle royalties in Maalox la prima tendo a non leggerla nemmeno, il secondo meno che posso.
Ci ho provato, a leggere e rispondere argomentando, abbastanza a lungo (temo che da lì derivi la mia fama di autore che rosika), perché mi piace provare a far ragionare le persone, e perché amo i miei giochi quindi ci sto sinceramente male se ne leggo giudizi negativi, specialmente se li reputo ingiusti.
E, a costo di ripetermi, le critiche civili ed argomentate non solo non mi danno fastidio ma mi piace dialogare, e ancora di più mi piace farlo con i giocatori “critici” e competenti. Come ti dicevo poco fa, mi infastidiscono la maleducazione e la malafede… quando la dose che riscontro è eccessiva allora ho imparato per il bene della mia sanità mentale a fare un passo indietro.
Vuoi che entri nel merito delle critiche?
Kingsburg (base) è assolutamente aleatorio! Kingsburg base è nella stessa categoria di gioco di Coloni di Catan, Carcassonne o Ticket to Ride, ed è volutamente altrettanto aleatorio (se c’è qualche gamer pronto a negare la forte presenza di elementi aleatori nei tre titoli che ho citato si merita questo boccale in testa). Quindi la critica semplicemente a) non ha senso b) chi la fa dimostra di non aver capito che gioco aveva di fronte (o di essere in malafede). Kingsburg (base) è quasi un family, è nato per essere giocato in famiglia, genitori e figli assieme, o con la propria fidanzata. Guarda, Kingsburg base è una lettera d’amore, in realtà… sarebbe come accusare Catullo di essere troppo sdolcinato (ma è meglio se mi fermo qui).
Olympus… non ci metto bocca. Il bilanciamento l’ha fatto il mio amico Luca Iennaco, che è semplicemente uno dei migliori sviluppatori di giochi dell’emisfero settentrionale, e non lo dico io ma lo dicono gli altri autori internazionali che lo contattano chiedendogli suggerimenti sul bilanciamento dei loro giochi. Mi rendo conto che per comprendere davvero la forza di alcuni edifici bisognerebbe conoscere il gioco almeno bene quanto lo conosce Luca, e la cosa non è proprio alla portata di tutti.
Hyperborea… guarda, può anche essere. Non a caso esiste la modalità di gioco senza i poteri delle razze. Bilanciare i poteri di fazione in giochi così complessi non è per niente semplice. Non credo ci siano riusciti gli autori di Terra Mystica, per dire, e nemmeno quelli di Eclipse. Il che non ha impedito a questi giochi di avere un grandissimo e meritato successo.

9- Parliamo di editori. Com’è il tuo rapporto con gli editori, ti ascoltano, riesci a lavorarci bene, o è sempre un lancio di moneta ad ogni nuovo gioco ?

Gli autori sono spesso chiamati, dai giocatori, a rispondere anche su scelte editoriali non felici: icone troppo piccole, tabellone poco chiaro e non parlante, manuale scritto in maniera ambigua.
Una volta che arrivano le critiche, parte il “te l’avevo detto!” all’editore o il capo ha sempre ragione?
9- Non vedo gli editori come miei “capi”, ma come imprenditori che hanno deciso di scommettere su un mio progetto, su una mia idea. Io, da parte mia e credo che gli editori che mi hanno pubblicato me lo possano riconoscere, ci metto il massimo della disponibilità e della collaborazione anche provando a dire la mia su scelte editoriali o almeno a dare la mia opinione. Una volta che arrivano delle critiche (come quelle sulle regole, a volte giustificate, a volte meno, comunque sempre legittime), è inutile rinfacciarsi il “te l’avevo detto”, anche perché a volte certe cose vengono davvero decise di comune accordo, magari sbagliando.
Io riconosco (e ci mancherebbe altro, direbbero alcuni di loro) all’editore, che ci mette i soldi, il diritto ad avere l’ultima parola sui materiali, i costi, la scelta dei disegnatori, la grafica, l’impaginazione, il marketing, eccetera….
Mi incazzo solo quando mi forzano modifiche al regolamento su cui non concordo, perché su quello il nome ce lo metto io (e un paio di volte qualche malcapitato editore ha pure dovuto fare i conti con la mia incazzatura… ne approfitto per scusarmi, se ci stanno leggendo).
Non capita così spesso come si potrebbe pensare, per fortuna.

10- A proposito di editori: Asterion, District Games, Post Scriptum, Giochi Uniti, … vedo che cambi spesso cappello. Qual è la ragione e perchè non hai un editore esclusivo ?
10- Perchè se completo la tessera punti alla fine mi danno la pirofila a forma di puzzillo!
Boh, una parziale ragione è, credo, che sono un autore eclettico, difficile da inquadrare…i miei giochi sono davvero tanto diversi tra loro… Kingsburg e Richard sono dei gateway leggeri, Olympus un tedescone tosto, Kingsburg Festival è più americaneggiante, Hyperborea il mio modo (tedeschino) di vedere i giochi 4x, le Quack e WoM giochi per bambini ma apprezzabili anche da adulti, Drizzit un cooperativo semplice, Movie Trailer e Crazy Office party game (il secondo quasi un gioco di comitato narrativo)... quindi un mio gioco che è adatto ad Oliphante non è magari adatto ad Asterion e viceversa. Poi, perché credo che se un editore lavora sempre e solo con lo stesso autore (e viceversa) si rischia di perdere obiettività reciproca… di finire per pubblicare i giochi per amicizia o per abitudine e non per un valore intrinseco degli stessi. Mi sento più legittimato, così (se otto editori diversi hanno prima o poi creduto in un mio gioco non saranno tutti dei cretini, per dire...)

11- Terapia della rabbia: cos’è che ti fa dormire male la notte, Andrea, cos’è che ti rode dentro?
Forza, ficcati due dita in gola e vomita quel maledetto rospo.
11- Le cose che mi fanno dormire male la notte al massimo sono altre e non c’entrano con il game design, fidati, Dado… potrà non sembrarti, ma è così.
Se qualcuno è molto stronzo con te nella vita “vera” è difficile che intavoli con questa persona una discussione su facebook o su un forum, non trovi? Allora poi magari ti rimangono delle scorie dentro e le riversi quando ti fanno saltare la mosca al naso per un commento su un tuo gioco… forse non è giusto, ma è umano, credo.
Rospi “ludici”?
Mah, mi spiace quando a volte noi italiani (ma dev’essere una cosa nel nostro dna) invece di fare il possibile per essere orgogliosi dei prodotti di altri italiani e provare a spingerli per far avere loro successo ci perdiamo nelle rivalità di campanile, nelle piccole vendette trasversali… chessò, vedere i playtester e i dimostratori di un altro editore che il giorno dopo Essen vanno in massa su bgg o sulla Tana a dare 3 e 4 a un tuo gioco e tu non capisci nemmeno bene perché… vedere i “comitati di espertoni” stilare elenchi e classifiche di giochi magnifici ed inserirci quasi a forza giochi semisconosciuti di autori lapponi pur di ignorare le migliori produzioni italiane (non per forza le mie, eh…).
Ma alla fine sono piccole cose, forse dicono di più sulla piccineria di chi le compie di quanto poi me ne possa effettivamente fregare qualcosa o di quanto mi possano poi danneggiare personalmente. Spero che i miei giochi e la mia carriera come designer alla fine contino molto di più delle piccole cattiverie o delle meschinità che a volte tocca subire, e che comunque sono cose piccolissime rispetto a quello che a volte subisci sul lavoro o negli affetti...

12- E adesso, Andrea? Con la scusa dell’intervista e della birra abbiamo tirato le 03.00 di notte e ci rimangono 3 ore di sonno e domani si lavora. Che ne dici, si torna a casa? O ci fermiamo ancora in quel chiosco vicino allo stadio a farci un panozzo con la salsiccia ? (ho Hanabi nel marsupio!)
12- Dado, non sono certo di riuscire a trovare le chiavi della macchina, figurati giocare ad Hanabi…altre quattro ore e mezza e devo occuparmi di tarocchi e cristalli magici (a volte mi viene il dubbio che il mio lavoro serio sia quello da ludocantropo). Vabbè dai tanto l’intervista non era sul serio, vero? Tanto non la pubblicherai mai questa roba… sembra lo sfogo acido e rancoroso di un ubriaco in birreria… Dado dai cancella sta cosa… ca**o fai con quel registratore, su… premi DEL...

18 commenti:

  1. La prima intervista di dado a non averci annoiato.. sarà stato merito di Andrea (chiarvesio?)

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  2. Bello leggere del blogger ludico e del game designer italiani che preferisco insieme. Bravi ragazxi, avanti così a tutti e due. Però...WoM per bambini...occhio che vengo a trovarvi a Torino con un boccale per farne l'uso citato da Andrea ;).

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    1. WoM è nato come tale... poi aveva le potenzialità per evolversi in qualcosa di più e di diverso e l'ha fatto ^_^

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  3. Ho letto l'intervista.
    Poi sono andato a vedere chi fosse Andrea Chiarvesio e ho scoperto che lo conosco benissimo!
    Grande Dado e grande Andrea!

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  4. Eh che bello sfogo.
    Sarà contento Chiarvesio di sapere che in Tana il suo Hyperborea è stato mediamente molto apprezzato (Dado mi permetto il link)
    http://www.goblins.net/articoli/tutti-contro-tutti-hyperborea
    Per il Magnifico invece dovrebbe chiedere ai giurati (chissà, magari Hyperborea non è entrato nella rosa per un soffio) ma può consolarsi perché in buona compagnia: tra i tanti è rimasto fuori pure Feld con AquaSphere e poi Dead of Winter, Five Tribes, ecc. Conoscendo molti dei giurati penso proprio non abbiano fatto né sconti né preferenze per nessuno.

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  5. Olympus sottovalutato.
    Hyperborea bello bello.
    Con KS però hai preso soldini cambiando solo il vestito a Kingsburg. Così son buoni tutti ;-)

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    1. Caro Anonimo... hai proprio ragione! ^_^

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    2. Bella l'intervista etilica...
      Andrea Chiarvesio è uno degli autori italiani che più apprezzo.
      Io l'ho scoperto un po' a ritroso con KF (che mi ha anche autografato a Lucca...all'alba prima che cominciasse il delirio delle demo...) e Hyperborea. L'anno scorso ho subito reperito Kingsburg... (e sono sulle tracce dell'espansione... introvabile) un gioco che sul tavolo finisce spesso come antipasto per la serata.

      Come ho già specificato in un articolo su GsnT Kingsburg e Kingsport condividono la meccanica ma possono tranquillamente coesistere sullo stesso scaffale di un gamer... hanno una propria identità :)

      Dado usò una bella espressione nella sua recensione di KF... "è un Kingsburg rimasterizzato in blu-ray con qualche contenuto extra: una maggior immersività, longevità migliorata e anche un certo livello di "caos" "

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  6. Comunque devo dire che io ero uno dei primissimi entusiasti di Olympus. Come idea di gioco è per me la cosa migliore fatta da Chiarvesio. E' anche vero che dopo un po' di partite noi non siamo riusciti a contrastare in alcun modo una strategia basata su un edificio che conduceva inevitabilmente a vincere. Probabilmente limite nostro.
    Ma certo al gioco voglio dare un'altra possibilità per cui lo rimetto in tavola per le prossime settimane, lo scavo e poi vi dico.
    p.s. Luca Iennaco è contattabile da qualche parte? Grazie.

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    1. C'è Cissinho che la pensa uguale!
      "Prima o poi vi devo far provare Olympus, grande gioco!" e se dice che è bello gli credo.

      Come ho creduto a Kuldran quando giocando con lui Hyperborea a Lucca2014 mi fa: "Questo è un giocone Albo!" l'ho comprato pochi mesi dopo.
      Per me Hyperborea è il primo di Chiarvesio ma è uno dei miei giochi preferiti (so che non faccio testo ma faccio massa sicuro :D)

      Peccato aver perso le sue tracce nella folla di Modena o gli avrei chiesto l'autografo sul reggis... ehm.... sulla maglietta ahahahah

      Grande Andrea (sia l'autore che il blogger!) continua così!

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  7. Bravo Dado, mi piace moltissimo questa serie di interviste! :-)

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  8. avevo scritto un commento molto politically-correct ma il login da google me lo ha cancellato.. così ora a riscriverlo mi rode un po' perdonate la schiettezza.

    Bravo Dado ad incalzare con domande scomode, belle.
    Meno belle le risposte. Interessanti certo... ma non posso non notare che la superficialità di cui si accusano gli utenti della Tana (apostrifata con uno poco edificante: "quel calderone che è" che lascia trasparire lo stesso sentimento dei playtester "nemici" post-Essen.

    Non capisco nemmeno come si possa giudicare una community senza frequentarla (placidamente ammesso dall'autore nelle risposte). Un po' come io parlassi male di Olympos senza averci giocato.

    Detto questo chiudo consigliando a AC di leggere di piu' la Tana (o iniziare a farlo) e magari prenderla per quello che è davvero, divertendosi a scriverci!

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  9. Poi, tutta questa sufficienza nei confronti degli autori di giochi lapponi io proprio non la capisco...

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  10. Bell'intervista!
    p.s. mi dispiace che non intervieni più in Tana, tanis ;) ti leggevo molto volentieri

    romendil

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