lunedì 27 aprile 2015

Dietro le quinte di The Big Game Theory

Questo report è relativo alla puntata del 15 aprile 2015 di The Big Game Theory, programma radiofonico sui giochi da tavolo, in onda su RV1.

Il messaggio è del Mago Charlie: "Stasera andiamo in diretta anche con Periscope. Siate presentabili".
Aspettaaspettaaspetta: che diavolo è Periscope?
Replica Andrea Chiarvesio: "Magari avvisami un giorno prima, che non faccio in tempo a passar da casa a cambiarmi la camicia".
Idem con patate, neanch'io farò in tempo a passare da casa.
Approfitto di un semaforo per annusarmi l'ascella. Non proprio una pineta. Più: animale in decomposizione in una pineta. Un'ascella che racconta della lotta impari di una passata di deodorante nel bagno, la mattina presto, contro otto ore di ufficio.
Ravano nel cruscotto alla ricerca di un deodorante superstite. Nella vecchia macchina ce l'avevo, un roll-on di emergenza, in caso di colloqui o aloni di una certa importanza. Trovo solo un arbre magic. Per un istante ci penso anche, poi rinuncio.
Punterò tutto sulla presenza scenica della camicia ben stirata.

La telefonata mi arriva due settimane prima.
Chiarvesio di notte. Quasi le 22.00.
"Dado ti va di venire in radio?"
Sono già intervenuto telefonicamente a The Big Game Theory su RV1, nella puntata dedicata a blogger e vlogger, con Pinco, TeOoh, Tuxx e qualche altro brigante inquinatore del web.
L''idea di andare in radio mi attira molto, ma temo anche una certa pressione da diretta.
"Tranquillo, tanto conduciamo noi tre. Tu sei di supporto" mi rassicura dottor Kingsburg.

L'appuntamento è un'ora prima davanti a una pizzeria a due passi dalla radio. I primi ad arrivare siamo io e Andrea C., poi ci raggiungono Mago Charlie e Astolfo, il tecnico audio.
Andrea C. lo conosco da un po'. Con Charlie giusto il precedente di una partita al prototipo di Tuxx, due chiacchiere a IdeaG, la telefonata della volta scorsa alla radio.
Prendiamo un tavolo nel dehor. Ordino una birra e faccio a metà con Chiarvesio.
Contrariamente a quanto mi aspettassi, non parliamo della puntata che andremo a registrare di lì a poco, nessun accenno alle telefonate, alla scaletta, nessun dettaglio tecnico.
Andrea C. e Charlie parlano di nuovi giochi in cantiere, nuovi progetti ("Dado questo però non scriverlo sul blog"), di collaborazioni, di autori che cospargerebbero con una tanica di benzina.

Poco dopo siamo alla radio.
La radio è sita in un appartamento di un centinaio di metri quadri, in una bella palazzina in zona stadio Filadelfia. La sala di registrazione è insonorizzata e attrezzata con computer, monitor, mixer, cuffie, e un grappolo di microfoni ad asta. Immediatamente all'esterno la console tecnica e gli armadi di rete, e una matassa di cavi che spariscono nel muro. Il resto: tavoli da riunione e uffici.

Il tema della puntata è "Sex & Games" e Charlie mi ha chiesto di prepararmi qualcosa.
Tiro fuori dal marsupio un notes con un po' di annotazioni per home rules sexy da giocare con la compagna sotto le lenzuola.
Le mostro a Charlie che però preferisce non leggerle "Mi fido, spara tutto in diretta. Ah: interverrà anche Immanuel Casto al telefono".
La sua tranquillità è disarmante: non ha copione va tutto a braccio.
Ci raggiunge GFB.
Intuendo un po' di tensione del sottoscritto, Andrea C. decide di rimettere il pesce nella boccia dell''acqua tirando fuori FLEET, card game peschifero di Benjamin Pinchback e Matthew D. Riddle.

Filler per 2-4 giocatori, della durata di una 30ina di minuti, ambientato fra reti a strascico e pescherecci a mollo nell'oceano.
Motore tribordo del gioco le carte, che permettono l'acquisto delle licenze da pesca (ogni licenza permette la pesca di UN singolo tipo di pesce), di mettere in acqua le navi, assoldare capitani, pescare, comprare le licenze a prezzi scontati e convertire i pesci in denaro.
La componentistica è costituita unicamente da un mazzo di carte di dimensione standard, da carte licenza rettangolari e da un sacchettino di token blu pacifico.

Ben ambientato (nei limiti di un card game), con illustrazioni ittiche che sembrano uscite da un ristorante nell'entroterra di Sestri Levante specializzato in sardenara e bagnun, FLEET si rivela un ottimo filler, e un sedativo naturale per l'ansia da On Air.
Vince Andrea C. con largo scarto di tonni.

Ultimi dettagli prima della diretta.
Prova telefoni, cuffie, collegamenti.
Charlie tira fuori un coriandolo sul quale ha annotato la scaletta delle telefonate.
"Prima telefonata con Elena Mirulla"
"Che sarebbe..."
"Disegnatrice di fumetti sexy. Perfettamente a tema con la puntata"
"Io non la conosco"
"Neanch'io. Ma ho visto i disegni nella gallery di fb e disegna solo maggiorate quinta misura"
"Santa subito!"
"Poi Immanuel Casto"
"Ci ho parlato oggi per telefono. Sai che alla fine 'sto Immanuel l'abbiamo tutti attaccato e invece è un gamer, uno vero, che gioca"
"L'abbiamo attaccato tutti per Squillo, dai, Squillo!!"
"Ma dai. Pensavo avesse sparato a cazzo, quando ha elencato i suoi titoli preferiti, che avesse un ghost-gamer che gli facesse il gobbo"
"No, no, conosceva le meccaniche dei giochi"
"Gamer o non gamer Squillo nun se po' vedè"
"Ragazzi vi ripeto: molto meno peggio di quanto pensassi, vale la pena sentirlo"
"E per chiudere il Puzzillo"
"Mitico Diego!"
"Ci siamo preparati una scaletta di titoli stile film porno"
"Grande!"
"Non vedo l'ora di..."
TECNICO AUDIO: "In onda fra tre minuti"

ON AIR
La musica va in dissolvenza e Charlie attacca. A braccio, senza niente di scritto, comincia a srotolare la trasmissione come fanno quei prestigiatori che si ficcano del cotone in bocca e poi ne cavano fuori un filo lungo che ammatassano sui pollici. Chiarvesio gli si incolla sopra, più compare che spalla. I due sono brillanti, sciolti, hanno i tempi giusti e non incespicano. Anche GFB sembra a suo agio, benchè il suo ruolo sia più di supporto.
E finalmente arriva il mio turno. Mi presento e mentre parlo GFB sistema il microfono, il tecnico mi aggiusta di volume, e Charlie accende il cellulare per mandare il video in streaming con Periscope. Troppi movimenti. Non registro. Parlo e non sono sicuro di quello che dico.
Tre minuti di pubblicità.
Saltano tutti giù dagli sgabelli. Li seguo. Usciamo nel balcone attiguo.
"Sono ancora un po' teso" dico
"Vedrai che ora ti sciogli" mi rassicura Charlie accendendosi una sigaretta
"Adesso si inizia sul serio" mi avverte Chiarvesio.
Ecco, adesso sì che mi pento di non essermi appeso l'arbre magic sotto la camicia.
TECNICO AUDIO: "In onda fra dieci secondi"

Mi fiondo sullo sgabello, seguito da GFB e Chiarvesio.
Charlie dà un'ultima nota alla siga, ed entra in studio il secondo esatto della diretta.
"E rieccoci qui, su Radio Rv, a The Big Game Theory..." sciorina sistemandosi le cuffie.

E pian piano, un fuori onda dopo l'altro, mi sciolgo.
I fuori onda sono rapidi, folli, al cardiopalma, e con elevata dose di nicotina e trivialità.
Tutto ciò che non viene detto esplicitamente in onda viene palesato ed esasperato a microfoni spenti, col disclaimer "Questa davvero non potevamo dirla in onda".

E arriva anche il mio turno, i miei cinque minuti di monologo, il pezzo che mi sono preparato.
Notes alla mano riesco in qualche modo a cavarmela, a non farmi scappare cose che non dovrei dire, a non riempire il microfono con imbarazzanti "Ehm....dunque...sì..."
Me la cavo, nonostante una comprensibile rigidità e secchezza delle fauci.

Due ore dopo la trasmissione finisce (con gran finale di improvvisazione dei due, a causa di un problema tecnico nella programmazione della pubblicità).
Ci togliamo le cuffie.
"Sei ancora vivo, Dado?" chiede Chiarvesio
"Si va a casa, ragazzi" sorride Charlie.

Davvero una bella esperienza.
Quello che succede in radio, soprattutto nei fuori onda, la velocità con la quale succede, e tutta l'improvvisazione che c'è dietro, lasciano senza parole uno come me, che la radio è solo abituato ad ascoltarla.
No, non ne sarei capace, se ve lo state chiedendo, credo sia una specie di dono.
Grazie Charlie, Chiarvesio e GFB per la serata e per un ricordo che rimarrà indelebile.


FUORI ONDA N. 4

[relativamente a Elena Mirulla e alle richieste di disegni più o meno osceni che le arrivano dai fan]
"Lei non l'ha detto esplicitamente in onda, ma chissà che diavolo di richieste le arrivano dai fan"
"Che poi ragazzi: questo weekend Elena è proprio al Torino Comics, al Lingotto"
"Io vado sicuro a salutarla"
"Andiamo a salutarla e le chiediamo un disegno porcosissimo"
"Aspetta ho un'idea: tanto a te non ti conosce. Ti avvicini e le chiedi..."
"Devi fare il distaccato, mentre glielo chiedi, tipo Ciao Elena, sono un tuo grandissimo fan, mi farebbe un immenso piacere se mi disegnassi... e le spari una cosa di una volgarità inaudita"
"Secondo me ti pianta una matita nell'orbita"
"Anche secondo me. Uno di quei pennini per la china"
"Mhmhmhhm magari quando glielo chiedo mi allontano di un paio di metri dal tavolo"


RVUNO http://www.rvuno.it/index.php/programmi/index
The Big Game Theory https://www.facebook.com/thebiggametheory

4 commenti:

  1. Bellissimo report.
    Ricordo bene quella puntata e adesso con il tuo articolo mi sto immaginando una specie di back-stage dal vivo: i rumori, i gesti...ehm... gli odori.

    Confermo: anche a me Casto, durante il suo intervento telefonico, ha dato l'impressione di sapere il fatto suo sia in tema game-design ma soprattutto in campo editoriale.
    Sono curioso di conoscere il "cinghiale" ludico a cui sta lavorando (e che ha annunciato via radio) e non credo che sia la trasposizione su plancia di leisure suit larry... :)

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  2. Poi come è andata a Torino Comics?!? Dai, pubblica la foto della vignetta o del tuo occhio bendato!

    Casto: magari era un ghost speaker, che ne sai? ;)

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  3. ho ascoltato qualche puntata di "the big game theory" e devo dire che i tre se la cavano veramente molto bene... secondo me era valida anche l'idea dell'arbre magique da attaccare sotto l'ascella, ti consiglio la fragranza "muschio bianco".... spacca...
    ...al top come sempre barba...

    redbairon

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