giovedì 20 marzo 2014

Ora ti somministrerò un po' di Pandemia

Alla Kay Scarpetta di Patricia Corwell va indubbiamene il merito del successo del genere medical thriller, aiutata da millemila stagioni di CSI che continuano a trasmettere ancora oggi su Italia1 negli stessi orari della Pimpa su YoYo (occhio allo zapping, colleghi).
Ma i più attenti ricordano com'è cominciata. E' stato Robin Cook, col suo Coma, a inventare il genere. Probabilmente non avete letto il libro ma ricordate il film Coma Profondo, con un giovane Michael Douglas e Michael Crichton alla regia (si, lui, quello di Jurassic Park). Tanto per darvi un'idea della distanza: Coma di Robin Cook è del 1977, Post Mortem, primo romanzo della Cornwell, è del 1990. Il genere mi è sempre piaciuto, forse perchè mia mamma e le sue due sorelle erano tutte e tre infermiere e a casa mia si è sempre parlato di ospedali, ambulanze e pronto soccorso (con gran dovizia di particolari).

Breve descrizione di Pandemia (il tempo che l'iniezione ti faccia effetto)
Quattro ceppi di malattie infettive estremamente contagiose si stanno diffondendo per il mondo. Tu sei un medico\ricercatore\scienziato al lavoro sui quattro virus e, insieme al tuo team, sei l'ultima speranza di sopravvivenza per l'umanità. Solo tu puoi trovare un vaccino, un antidoto, una cura e debellare i quattro ceppi mortali. Sei l'ultima carta giocabile, prima della fine del mondo. Pensa bene alla tua prossima mossa.

Pandemia, edito da Asterion e ristampato lo scorso anno, è un cooperativo per 2-4 giocatori, della durata di un'ora circa.
E fra i cooperativi che ho provato, è il mio preferito.

Il contagio ha inizio.
Si gioca su un tabellone piuttosto grande, che riproduce la mappa stilizzata del mondo. Le città sono interconnesse fra loro e i collegamenti indicano sia le strade percorribili dai giocatori che la direzione di propagazione del contagio.
A inizio partita i virus cominciano a diffondersi a macchia di leopardo, attraverso la scoperta di nove carte città. Il contagio è rappresentati da cubetti, un colore diverso per ogni malattia: più ce n'è in gioco e più sono cazzi.

I giocatori hanno a disposizione 4 azioni a turno, fra le molte possibili:
1-spostarsi via terra (ogni passo corrisponde a un'azione spesa)
2-volare in una città (sono su Roma, scarto la carta Tokyo, volo a Tokyo)
3-spostarsi tramite volo charter (sono su Tokyo, scarto la carta Tokyo, volo dove voglio)
4-creare un centro di ricerca (scartare una carta città sulla città corrispondente)
5-spostarsi da un centro di ricerca all'altro (tipo teletrasporto)
6-prendere\passare una carta a un altro giocatore
7-rimuovere uno o più cubetti infezione (nel costo di 1 cubetto = 1 azione)
8-trovare una cura per una malattia (scartare 5 carte dello stesso colore in un centro di ricerca).
9-limonare con l'assistente stagegista

I giocatori pescano una carta ruolo alla quale è associata un'abilità unica (senza la quale non vinci manco se preghi).
La partita è una vera corsa contro il tempo e i giocatori devono coordinarsi per lavorare su due fronti: 1-contenere il contagio (ed impedire reazioni a catena) 2-debellare le 4 malattie.
Come in quasi tutti i cooperativi, si vince in un solo modo, ma si può perdere in tanti.
Il livello di difficoltà è facilmente modulabile e il mio personale consiglio è di fermarvi un po' di tempo sul FACILE, per sviluppare meglio coordinazione e spirito di sacrificio (a volte l'opzione "Noi tre ci spostiamo in Europa, tu resta negli Stati Uniti ad occupati delle infezioni" sarà l'unica strada per vincere).

Cooperativo maturo, ricco, che premia le belle giocate e diventa più "tecnico" ad ogni partita.
Durata perfettamente calibrata, mai pesante, lascia una bella sensazione sul dopo partita (amo i giochi che trascinano la discussione sino al giorno successivo: ma secondo te se al quinto turno avessimo...) personalmente faccio fatica a trovargli veri difetti.
Se proprio devo fare il rompicoglioni e cercarci qualcosa, avrei fatto a meno della scritta PANDEMIA sul tabellone, è una cosa che non comprendo (non mi capitano mai momenti di labirintite ludica durante i quali urlare: "Ommiodio che diavolo è questo tabellone?!?! Ho un momento di vuoto: che gioco stiamo giocando? Ma è Village? Ditemelo se è Village!"). Non ne capisco l'utilità nè il valore estetico aggiunto, a mio avviso toglie solo pathos.
Ma a parte questo dettaglio si tratta di un vero capolavoro del genere coop.
Un gioco da avere senza se e senza ma.


IL DADO CLINICO (ovvero io, ErProsciuttaro e Melonia serata Pandemia)
Siamo al Centro Ricerche Epidemiologiche di Atlanta, quando arriva la telefonata.
Melonia viene a battermi contro il vetro mentre sto iniettando la 54esima mutazione del virus Alfa su un topo.
La stanza è insonorizzata e il vetro spesso due centrimetri, ma riesco lo stesso a leggere P A N D E M I A sul suo labiale. Dalle goccioline di sudore che le imperlano la fronte capisco che non sta scherzando.
Rimetto il topo nella celletta ed entro nel corridoio per la decontaminazione. I cinque minuti necessari per il processo non scorrono.
Trovo Melonia all'uscita, al cellulare, con le nostre giacche in mano e le borse del laboratorio a tracolla.
"Che diavolo sta..."
"E' cominciata" mi avverte prima di ricominciare a parlare in inglese al cellulare.
Pochi minuti dopo ci raggiunge ErProsciuttaro, sotto braccio due trolley di attrezzature e un sacchetto magnum di taralli pugliesi.
"Non ho fatto colazione e non ho il passaporto aggiornato" ci avverte
"Sei un cazzone da antologia" lo insulto
"Però ho i taralli"
"Ci fanno un visto speciale" spiega Melonia "Potremmo atterrare fra i mussulmani con un maiale al guinzaglio che nessuno fiaterebbe".
Lasciamo il laboratorio di Atlanta e mezzora dopo siamo in volo sopra l'oceano.
Si comincia.



EPILOGO
Se state leggendo questo blog significa che ce l'abbiamo fatta: abbiamo contenuto il contagio e debellato l'infezione.
Lo ammetto: non è il massimo avere il merito di aver salvato il mondo e non poterlo raccontare a nessuno, doversi affidare a un blog di giochi da tavolo per raccontare questa storia, nella speranza che qualcuno voglia cercare la verità in quelle strane morti per influenza nel mese di marzo.
Non è stato facile, no, per nulla. C'è stato un momento, un lungo momento, in cui ho pensato che avremmo perso l'Europa, e poi tutto il resto in cascata. Abbiamo volato da una parte all'altra, raccolto campioni di dna nei quattro angoli del mondo, ci siamo separati e lavorato in solitaria per il bene comune, salvo poi ritrovarci per costruire centri di ricerca, scambiare informazioni, pianificare e decidere su come fosse meglio intervenire. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Vorrei prendermi il merito, dirvi che sono stato io, geniale tecnico di laboratorio, io e i miei topi infettati e guariti un numero infinito di volte, a trovare la cura e a salvare il mondo. Ma è stato ErProsciuttaro.
Non Melonia, alla quale va il merito di aver sigillato l'ultimo virus esattamente a un turno dalla fine (vedi foto). Non saremmo andati da nessuna parte senza ErProsciuttaro.
Lui, con le sue visioni macroscopiche, e quell'innata capacità di calcolo sulle lunghe distanze, quelle dotte analisi del problema sputacchiando taralli, lui ci ha guidato. E' riuscito a restare lucido quando tutto sembrava perduto, a ottimizzare e a farci risparmiare turni preziosi in una partita contro il tempo che fatico a non definire pressochè perfetta.
Hai salvato il mondo e non puoi dirlo a nessuno, Prosciuttaro. Dovrai imparare a conviverci.


DIETRO LE QUINTE DI UN BLOG (e dietro la quinta di Melonia)
Mentre giocavamo a Pandemia sono stato folgorato da un'idea.
Io: "Oh, raga ho un'idea fortissima per il blog: nel report della serata Pandemia raccontiamo che Melonia non trovava più la carta città decisiva per debellare una malattia finchè ha scoperto che la stava coprendo con le tette sul tavolo?"
ErProsciuttaro: "AHAHAHHAAH daidaidai"
Io: "La racconterei così: Melonia non trovava più la carta città, finchè ha abbassato lo sguardo e.... e qui carichiamo la foto con un angolo della carta che le spunta da sotto le tette"
Melonia: "Non se ne parla" (ridendo)
Io: "Eddai!!!! E' un'idea fichissima, si rotoleranno dal ridere. Guarda: se ti appoggi così sul tavolo..."
Melonia: "No, dai, non mi oso"
ErProsciuttaro: "Noooooooooooooo"
Io: "Fallo per i tuoi fan"
Melonia: "No, no, non mi oso" (ridendo secco)

La sacerdotessa del filler non ha ceduto.
Vi siete persi la foto del secolo ^_^

9 commenti:

  1. La sacerdotessa del filler20 marzo 2014 alle ore 08:38

    A dire la verita' la mia risposta e' stata "Dai che non sono cosi' grandi!!" ^^;;;
    E alla fine ho commentato anch'io..^___^
    Un saluto a tutti
    Mel

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  2. NOOOooooooooooooo o o o...
    Perché non hai ceduto Sacerdotessa?!
    Haha, MITICI :)

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  3. Peccato...
    Andrea con quella foto avresti beccato così tanti accessi che entro 24 ore ti avrebbe sicuramente contattato Zuckerberg......😊

    viking

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  4. Quel simbolo 😊 doveva essere un semplice :-).....maledetto cellulare!

    sempre viking

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  5. OMG che mi sono perso
    blog figherrimo
    corro a leggermi tutto

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  6. ahahha sei proprio un minchione!!
    Cmq Pandemia è molto interessante ... attualmente l'ho messo in ballottaggio con Zombicide e Level7! Chi dei 3 arriverà sulla mia scrivania?? Dipende tutto da Sharkina :-D

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  7. Concordo sul fatto che la voglia di investire (perchè di questo si tratta) 50 euri in un gioco come Le Havre ce l'abbia anche io e molto...
    Onestamente odio ammetterlo ma sono fermato dalle critiche che tutti conoscono: "...è troppo complicato e non abbiamo mai tempo per giocare 3 ore!", oppure "...da quanto tempo non giochiamo ad agricola? Vedi che non serve un gioco di questo tipo?"...inutile dirlo che arrivano da consorte...
    Unico trucco che adotterò è quella di metterla davanti al fatto compiuto, alla fine gioco a dixit (complete espansioni) solo perchè lei lo adora....
    So che mi comprendete.

    Morpheo996

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    1. Mhmhmhmhmh
      Guarda: se ti piace il genere (e credo ti piaccia visto che hai Agricola) secondo me Le Havre è un gioco DA AVERE.
      Vero che non è uno di quei giochi che tiri fuori tutte le settimane e che ti ci va una sera dedicata, ma è così ricco e piacevole, le volte che riesci a giocarlo, che non averlo sarebbe una violenza (e io non sono un violento!).
      Tra l’altro fra espansione e promo hai tante di quelle carte che non giocherai due partite uguali per i prossimi 20 anni.

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