venerdì 28 febbraio 2014

Quella sera che ti prendi perchè te la meriti proprio

Esco da lavoro alle 17.00.
C'è un po' di traffico (nell'anima) in tangenziale ma sono di ottimo umore per via della serata che ho davanti. All'altezza del Sito Interporto mi telefona lo Strizza e parliamo delle solite cose, del suo nuovo lavoro a Milano, delle figlie di uno e dell'altro, del sidecar che ci compreremo quando uno dei due farà i soldi (il nostro progetto di quando eravamo bambini) e gli dico della serata col TassoRosso e gli chiedo se vuole unirsi. Lo Strizza passa. Rimaniamo per beccarci soli io e lui, un'altra sera.

A cena mi tengo leggero e prima che esca di casa moglie e figlia mi baciano. Mia moglie si raccomanda: "Divertiti".
Ne ho proprio bisogno. Sono molto stanco ed ho proprio voglia di "allontanarmi", allontanarmi mentalmente e fisicamente dal gran casino di tutti i giorni, mettere qualche chilometro e qualche ora fra oggi e domani. Devo spegnere un po' il cervello, lasciar raffreddare la cpu prima che fonda.
Si tratta solo di manutenzione hardware.
Alle 21.30 sono in strada e poco dopo davanti al birrificio San Paolo. Trovo parcheggio proprio di fronte e interpreto la botta di culo come ennesimo segnale di buon auspicio. Tre minuti dopo, neanche il tempo di avvertirlo su whatsapp con "Io son qui davanti" ecco TassoRosso.
I tavoli sono tutti pieni, tranne un ultimo tavolino in fondo, ad angolo, appartato, perfetto. Il padrone di casa viene a illustrarci le sue birre. Prendiamo il sample, che sarebbe un assaggio \ degustazione di quattro birre (al costo molto interessante di 8 euro). Io prendo: Ipè - Buxus - Wengè - Juniperus Apa Ginepro tutte del San Paolo.
L'Ipè molto concreta, buona, diretta e senza fronzoli. La Buxus e la Juniperus al ginepro sembrano condividere un certo "core", quasi variazioni sul tema, ma mi piacciono entrambe.
Sulla Wengè, la porter, mi segno mentalmene di tornare e prendermene un bicchiere per dedicarle più attenzione: va studiata. Insomma: un successo. Mi sembrano tutte ottime e a fine serata me ne porterò via 3 bottiglie.
Con le birre ordiniamo anche un vassoio di patate al forno. Chiedo al proprietario se possiamo giocare al tavolo. Mi risponde "Giocate sereni".

Targi è il mio gioco da due preferito. Pubblicato da Giochi Uniti un annetto fa, ha tutta una serie di cose che fanno breccia nel petto villoso del sottoscritto:
- è un gioco di piazzamento dei lavoratori e raccolta risorse (proprio il mio genere)
- è un gioco portatile (tolto dalla scatola, che comunque entra nella mia tracolla, potrebbe tranquillamente stare in due portacarte di Magic, uno per le carte e uno per i token)
- prezzo popolare (20 euro... comunque se vuoi spendere meno c'è sempre la morra cinese)
- combo fra le carte
- durata perfetta (un'ora circa)

Targi in quattro parole (ci provo).
Si posizionano le carte in una griglia 5 x 5 che funge di fatto da tabellone di gioco. La cornice è composta da 16 carte fisse, che vanno posizionate in un ordine prestabilito. Al centro 9 carte casuali: 5 carte merce e 4 carte tribù (con refill man mano che le prendi). I giocatori hanno a disposizione 3 tuareg a testa, da posizionare sulle carte cornice secondo poche e semplici regole (del tipo: non puoi posizionare un tuareg in linea con un tuareg avversario nè sulle carte ad angolo). A questo piazzamento se ne aggiunge un secondo, mettendo un segnalino del proprio colore dove righe e colonne dei tuareg piazzati si intersecherebbero al centro. Finito il piazzamento si raccolgono le risorse. I turni sono scanditi dal predone, un losco individuo che galoppa attorno al campo da gioco sottoponendo i poveri beduini a periodici furti di merce e atti di bullismo. Scopo del gioco: avere più punti (croci) a fine partita. I punti si fanno raccogliendo risorse (pepe, datteri, sale, monete) e acquistado carte tribù, che vanno poi posizionate su griglie punti giocatore 4 x 3.  Le carte tribù conferiscono punti diretti e punti per effetti (del tipo: prendi +1 punto per ogni due carte oasi posizionate, oppure: quattro carte uguali sulla stessa fila -> +4 punti).

L'ultima volta che ci eravamo scontrati su Targi avevo avuto la meglio su TassoRosso di 1 solo punto. Per la serata in corso mi sento pronto al cappotto selvaggio.

La partita è durata un'ora e dieci minuti, degustazione birre e vassoio di patate compresi.
E' finita 29 a 26 per me.

Dettagli sulla partita.
La partita si è chiusa un turno prima della fine, quando ho completato la terza fila.
Dei 29 punti capitalizzati, 15 li ho fatti con le croci riportate sulle carte e 14 di "effetti". Calcolando 15 punti con 12 carte piazzate, siamo una media di 1,2 croci a carta (parlo sempre di punti secchi, esclusi i bonus). Ho puntato diretto alle combo e qualcuna ha girato, anche se mi aspettavo un distacco maggiore. TassoRosso ha totalizzato 26 punti piazzando 10 carte vanilla, senza incastrare nè effetti nè bonus. Una media di 2,6 croci a carta (che mi sembra tantissimo visti i miei sforzi nello scegliere solo certe carte tribù e rinunciare ad alcune per completare due filotti "Quattro carte uguali").
Lo ammetto: mi ha un po' disorientato questo distacco appena rosicchiato. Forse la strada vincente è proprio un ibrido fra le due strategie: filtra solo i migliori effetti e compra di ignoranza le vanilla più ciccione. Da lavorarci. Ancora una volta l'argentiere è rimasto a far da tappezzeria mentre gli altri ballavano i lenti e limonavano duro. Mi impongo di tentare di sfruttarlo al prossimo giro.

A fine serata, ritirato Targi, sdrammatizzato con un giro di Love Letter e indossate le rispettive giacche, siamo andati al bancone a flirtare col mastro birraio e a parlar di luppoli, birra di castagne, Baladin e Troll. Siamo venuti via con 4 bottiglie di artigianale della San Paolo (3 io e 1 TassoRosso).

Bella serata davvero.
Non avrei cambiato niente. Neanche il fango e neanche la pioggia di questo febbraio fradicio.
Ogni tanto ci va proprio.

4 commenti:

  1. Com'è love Letter in due? A parte gli autowin di primo turno (barone + principessa) a me piace.
    Targi lo proverò! Mu hai incuriosito.

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  2. Love Letter mi fa venire in mente la tv accesa mentre cucini: non è che la stai guardando davvero: è più un rumore di sottofondo che ti tiene compagnia.
    Ammetto che con la scusa di averlo sempre nella tasca del giaccone ci sto giocando parecchio, anche se permane appunto questa sensazione di "sottofondo": ci giochi chiaccherando e lasciando che il gioco giochi te, vedendo di volta in volta cosa ti è capitato in mano.
    Credo di aver aggiustato il tiro rispetto alle mie prime impressioni: forse sono riuscito a comprenderlo e metabolizzarlo e mi sento meno critico. Probabilmente i molti pareri positivi letti in giro mi avevano creato aspettative troppo alte.
    (comunque Coup suggeritomi da Max di IdeeLudiche è ANNI LUCE avanti, con lo stesso numero di carte)
    Per risponderti: in due lo trovo... così così. Cioè: quello che è in quattro. Ci giochicchi chiaccherando e guardi a chi arriva il famoso cetriolo.
    E' comunque un gioco così semplice che sono riuscito a far giocare anche i miei genitori e i miei suoceri... quindi qualche merito ce l'ha di sicuro.

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  3. Un bellissimo post. Fa bene al cuore! Bravo, davvero!

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  4. Adoro Targi e adoro la birra....ad abitare più vicini sarebbe stata una serata perfetta :(

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