martedì 25 febbraio 2014

Lasciami rovinare responsabilmente (almeno il primo dell'anno)

La mattina del 1° gennaio 2014, come quasi tutti i primi dell'anno da che eravamo fidanzati, io, Francy e la piccola siamo andati a far colazione al bar. Ammetto che mi piace parecchio svegliarmi di buon mattino e trovare la città ancora mezza addormentata, congelata nella brina di gennaio e nei suoi suoni ovattati, le strade deserte e i marciapiedi crivellati dai segni dei festeggiamenti e dei bagordi della sera prima. Mi piace essere uno dei pochi già sveglio alle 7.00 del mattino, con quell'astratta sensazione che la città sia tutta per me.
Quest'anno abbiamo fatto colazione in un bar vicino casa, uno di quelli aperti 24h/24h a gestione familiare che ti chiedi sempre che vita facciano marito e moglie, sempre a darsi il cambio dietro il bancone, senza incontrarsi mai.
Mentre prendevo il caffè e dal plasma fissato alla parete ascoltavo il consueto bollettino di guerra dei botti e la top ten delle ferite più gravi (notizia incastrata con scioltezza fra il countdown di migliaia di persone in piazza a New York e il servizio sulla prima nata del nuovo anno: 3kg e tre, alle 00.24), ho notato un discreto via vai nell'adiacente stanza delle macchinette del videopoker. Il turn over fra un giocatore e l'altro alle macchinette era piuttosto civile e ordinato, nessuno che saltasse la fila o protestasse. Sembravano vecchietti in coda alla posta per ritirare la pensione (ma al contrario).
In realtà quello dei giocatori di videopoker appollaiati per ore sui loro sgabelli è diventato un film a cui ci siamo abituati, come Una poltrona per due nei giorni sotto Natale. Ma mi ha lasciato ugualmente una spiacevole sensazione pensare alle loro vite, se il loro primo pensiero nel primo giorno del nuovo anno era alzarsi presto la mattina per andare infilare banconote da 10 euro nella slot.
Sulla porta della saletta il solito cartello: GIOCA RESPONSABILMENTE.

Lo scorso anno ho offerto un letto per il weekend a France, il mio amico svizzero. Moglie e figlia fiutata l’aria greve di uomini disposti a trascurare la propria igiene personale per una maratona board games, hanno detto “No, grazie” e passato il weekend dai nonni, lasciandoci casa per sessioni ininterrotte di Caylus, Le Havre Ancora in porto, L’Isola Proibita, e Twilight Imperium con tutte le ennemila espansioni. Mi ritaglio due righe per ringraziare ancora una volta mia moglie, la miglior moglie del mondo, che mi ama nonostante.
La domenica mattina, mentre gironzolavamo in macchina in cerca di un bar per riprenderci dalla nottata spesa a far avanzar segnalini sul tabellone, France mi ha fatto notare il paradosso di un cartello stradale.
SEVERAMENTE VIETATO L’INGRESSO AGLI ESTRANEI.
Ma cosa vuol dire SEVERAMENTE ? VIETATO è già un assoluto. E’ come dire: MORTO. Non è che puoi essere UN PO’ MORTO o MOLTO MORTO. O sei vivo o sei morto. Sono due condizioni. E un divieto non dovrebbe aver bisogno di un rafforzativo: una cosa o lo puoi fare o non lo puoi fare, lì dentro o ci puoi entrare o non ci puoi entrare, non è che: ci puoi entrare poco o non ci puoi entrare tanto

Anche GIOCA RESPONSABILMENTE ha qualcosa di semanticamente sbagliato.
RESPONSABILMENTE è qualcosa che puoi associare a una motosega ("Usa questo attrezzo responsabilmente" ossia: non accendere la motosega in casa mentre i tuoi figli si rincorrono attorno al tavolo) alla bottiglia di Diavolina infiammabile con la quale accendi il barbecue, al veleno per topi (magari non lasciare il barattolo proprio in dispensa vicino ai cereali). Ma non dovrebbe stare accanto alla parola GIOCO.
Forse sono i videopoker che dovrebbero chiamarsi in un altro modo.
State sereni: non mi interessa fare retorica o lanciarmi in paternalismi da quattro soldi (non sono proprio il tipo), diciamo che caratterialmente se mi vendono aria fritta non ce la faccio proprio a dire che è buona e chiederne ancora.
Chiamare le cose col loro nome è importante perchè tutto quello che abbiamo attorno ha un nome proprio e noi tendiamo ad associare dei significati positivi e negativi e un certo livello di pericolo, alle parole.
Se chiamo un fungo GOLOSELLO tu immagini che sia commestibile (e probabilmente molto buono), e se ti dico che il mio cane si chiama CAMILLO probabilmente allungherai una mano ad accarezzarlo anche se non lo conosci perchè non riesci proprio a immaginartelo cattivo un cane di nome Camillo, non te lo vedi che ti stacca un dito.
Associare la parola GIOCO ai videopoker, trattare quelle macchinette come "giochi", al pari dei LEGO, del Pongo, dei Coloni di Catan e delle tavolate a Lupus in Fabula, è manipolare un significato. Volutamente.
L'obiettivo è quello di abbassare il livello di pericolosità, o almeno: la sua percezione. E' per questo che al casinò girano le fiches al posto delle banconote: il messaggio che arriva al cervello non è: "Stai puntando 50 euro sul 6 rosso" ma "Stai puntando un bel gettone colorato sul 6 rosso".
Ho letto diversi articoli relativamente alla necessità di aggiungere il suffisso "d'azzardo" a ciò che si fa alle macchinette del videopoker (vi rimando a un articolo piuttosto esaustivo su Balena Ludens).
Potrebbe essere un buon inizio.

Stranamente il processo di stravolgimento del bene e del male non è bidirezionale: se provi a innalzare il livello di pericolosità dei giochi da tavolo, attingendo direttamente dai disclaimer sui siti del videopoker con un copia incolla, l'equazione non funziona.

Per promuovere il gioco da tavolo responsabile, l'associazione Puzzillo Selvaggio si impegna a

  • ogni giocatore deve aver compiuto almeno 18 anni. Niente ragazzini del cazzo. Se non hanno lo stipendio, a che ci serve spremerli?
  • Formare i dipendenti dei centri giochi educativi sui diversi metodi o programmi per le procedure del gioco responsabile con scappellamento a destra
  • Fornire ai dipendenti informazioni sulle risorse per assistere i giocatori in caso di problemi legati al gioco (non so: manca il puzzillo giallo, qualcuno si è fregato la rana di Fantascatti, qualche piciu ha sciolto il dado da 20 con l'accendino...)
  • Fornire informazioni ai giocatori, in modi diversi, sul gioco responsabile, sulle percentuali di vincita a Caylus \ Burgundy \ Village, e sulle risorse disponibili in caso di problemi legati al gioco (una copia di Monopoly, occhio che manca la candela)
  • Applicare un monitoraggio efficace per prevenire l'accesso ai centri giochi educativi ai minori di anni 18 (lo ripeto: non ce ne facciamo niente della vostra paghetta).
  • Porre in essere tutte le misure necessarie per assicurare un ambiente di gioco sicuro e riservato e proteggere i conti dei giocatori da tavolo da eventuali accessi non autorizzati  
Vi invito quindi a GIOCARE RESPONSABILMENTE.
Raccogliere fichi e noci responsabilmente su Finca.
Esorcizzare fantasmi responsabilmente su Ghost Stories.
Scartare Principesse responsabilmente su Love Letter.
Raccogliere tessere foro responsabilmente su Trajan.
R e s p o n s a b i l m e n t e.
Senza mai dimenticare che sono solo dei giochi.
Almeno: questi lo sono davvero.

2 commenti:

  1. Grazie Dado per il tuo splendido post. Condivido in tutto e per tutto la tua esperienza, con l'eccezione che mia moglie non mi lascia il weekend per una partita a Twilight Imperium. E' uno di quei giochi che ormai prende polvere sullo scaffale. :D

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  2. Gioca d'azzardo responsabilmente.
    Secondo me basterebbe questo a far annusare l'ossimoro e a far svegliare qualche coscienza (sono un inguaribile ottimista)

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